Tag: agito

Integrazione: banda multietnica rapina 82enne

LAMEZIA TERME – Uno ha atteso come vedetta, l’altro ha agito prendendo di mira una signora di 82 anni alla quale ha tentato con violenza di strappare la catenina d’oro che portava al collo. Protagonisti dell’azione criminale sono stati, secondo le indagini dei carabinieri, Giuseppe Coccimiglio, 22 anni, e Mohamed Hajji, 21, entrambi arrestati con l’accusa di tentata rapina e lesioni.
L’attività investigativa dei carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme ha permesso di identificare gli autori della tentata rapina, avvenuta lo scorso 26 settembre a Lamezia Terme. L’anziana donna, di ritorno dalla spesa, era stata aggredita e fatta cadere rovinosamente a terra, al punto da procurarle alcune lesioni. Il rapinatore aveva dovuto desistere dal tentativo di rapina perché la vittima si era messa ad urlare, attirando l’attenzione dei residenti.
A quel punto sono scattate le indagini che hanno permesso di ricostruire l’accaduto e rintracciare gli autori, con Coccimiglio che avrebbe fatto da “palo”, mentre Hajji sarebbe stato l’autore materiale della tentata rapina. Entrambi sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/721835/Buttano-a-terra-anziana-per-rubare.html

Nell’ambito del crimine, l’integrazione funziona.

Sgominato traffico di bambini rom nel sud Europa – You-ng.it

Sgominato traffico di bambini rom nel sud Europa
You-ng.it
procuratore della Repubblica di Marsiglia a seguito di un'indagine avviata sul territorio transalpino tra Marsiglia e la Corsica, ma che vedrebbe il coinvolgimento di soggetti che hanno agito anche nel Nostro Paese, ha richiesto un mandato di

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Pescara assediata dagli zingari: boom di furti, +100%

Crescono i furti in appartemento nella zona di Pescara, un fenomeno ancor più evidente durante i mesi estivi, nei quali la percentuale aumenta del 10,15 %.
Un aumento esponenziale, dovuto al tradizionale esodo per le ferie ed alle scarse precauzioni prese da gran parte delle persone. Secondo il questore di Pescara Paolo Passamonti, tuttavia, “un altro dei fattori che ha comportato tale incremento di furti negli appartamenti é la progressiva scomparsa della figura del portiere di palazzo, che conosca chiunque vi abiti e provveda quindi a prevenire l’ingresso di estranei”.
Le cifre evidenziano in maniera limpida come il fenomeno sia in costante aumento: se nel 2012 gli episodi di furto registrati sono stati 484, nel 2013 ne sono stati sinora segnalati 783, con grande incidenza nei mesi estivi, quando a compierli sono stati per lo più rom, provenienti anche da altre regioni, che in diversi casi hanno agito in coppia (un uomo ed una donna incinta).
La zona della città più soggetta a tale piaga é sempre il centro cittadino, dove rispetto al 2012 i furti in appartamento sono passati da 97 a 115, mentre i furti di auto in sosta da 64 sono divenuti 159 e quelli di motorini sono passati da 26 a 52.
I furti in villa, un vero e proprio “classico” del genere, sono invece in calo, anche se é sempre buona norma assicurarsi al meglio circa l’affidabilità di eventuali collaboratori domestici.
Mutata anche la tipologia di merce rubata, con i soldi liquidi che sono sempre più preferiti rispetto a titoli, oggetti tecnologici o artistici, mentre la categoria maggiormente presa di mira continua ad essere quella degli anziani, ritenuti più facilmente raggirabili.
Una fonte di potenziale pericolo, al giorno d’oggi, può essere rappresentata anche dai social network, in cui anche una foto delle vacanze potrebbe permettere ad un malvivente di sapere che una determinata abitazione é vuota.

Giustizia al contrario: ai domiciliari per essersi difeso dall’aggressione “migrante”

Savona. Il 23 luglio scorso è stato arrestato dopo una lite con un albanese, ma il presunto aggressore, Christian Odetti, 28 anni, commesso del Brico delle Officine, ora ha presentato una denuncia contro la presunta vittima per ribadire la sua verità, che è ben diversa dalla ricostruzione dei fatti che lo ha portato in manette. Odetti, che ora è ai domiciliari, deve rispondere di tentato omicidio (accusa che però potrebbe essere derubricata in lesioni volontarie aggravate) perché avrebbe, al culmine di una discussione, colpito con un coltellino multiuso il trentenne Alfred B., originario appunto dell’Albania. La lite tra i due era scoppiata per un diverbio nato in strada e che poi sarebbe degenerato. L’albanese, finito in ospedale con alcune ferite da taglio nella zona della spalla destra, ha raccontato ai poliziotti di essere stato brutalmente aggredito e colpito da Odetti, il quale però nega con decisione la versione del rivale. Già davanti al gip l’italiano aveva raccontato lo svolgimento dei fatti in maniera ben diversa, spiegando di aver agito per difesa, e ora ha deciso, con l’assistenza dell’avvocato Marco Ballabio, di presentare anche una dettagliata denuncia nella quale descrive quanto successo dal suo punto di vista. Un racconto preciso attraverso il quale Odetti spiega come l’albanese l’abbia letteralmente perseguitato ed inseguito fino a mettergli le mani addosso. Il commesso ha confermato che la lite è iniziata in corso Mazzini: “L’auto che avevo dietro, una Bmw, ha iniziato a lampeggiarmi e suonarmi. Poco dopo, quando ero fermo al semaforo, mi ha affiancato e il ragazzo alla guida mi ha insultato dicendomi di svegliarmi se no ci avrebbe pensato lui. Io ho risposto dicendo di lasciarmi in pace, lui ha fatto il gesto di scendere dalla vettura, ma poi è scattato il verde e sono ripartito”.

Da quel momento, sempre secondo Odetti, Alfred B. l’avrebbe seguito fino al parcheggio sopra l’ospedale San Paolo dove l’italiano si è visto costretto a fermare la sua Ford Fusion perché la Bmw gli avrebbe tagliato la strada. Da lì si sarebbe scatenata la violenza da parte dell’albanese: “Mi ha colpito con pugni a raffica e non voleva saperne di smettere. Poi quando ho cercato di scappare è salito sulla mia auto per togliere il freno a mano. Ho cercato di fermarlo e lui ha continuato a darmi pugni. Io avevo il coltellino multiuso in mano e l’ho punto sulla spalla per farlo desistere”. Secondo Odetti nonostante il colpo con la lama il rivale ha continuato a picchiarlo. “Tenevo il coltellino nella mano sinistra pur essendo destrorso e nel cercare di allontanarlo l’ho punto una seconda volta, ma senza la volontà di colpirlo”. Nel frattempo l’auto del commesso, parcheggiata in discesa e senza freno a mano, ha finito per schiantarsi contro altre vetture parcheggiate. Per interrompere l’aggressione è stato provvidenziale l’intervento di alcuni residenti che hanno separato i due: Alfred B. è subito fuggito minacciando l’altro (“prima o poi ti trovo e stavolta ti ammazzo”) per poi presentarsi al Pronto Soccorso per farsi medicare, mentre Odetti ha allertato le forze dell’ordine. Secondo la difesa di Odetti, in un primo momento, l’albanese non ha detto di essere stato ferito durante un’aggressione, salvo poi ritrattare la versione una volta messo alle strette dalla polizia. A quel punto, sentita le versione dio Alfred B., i poliziotti avevamo deciso di porre in stato di fermo l’italiano che però adesso, con la sua denuncia, intende far valere la sua verità.

http://www.ivg.it/2013/07/lite-stradale-culminata-in-aggressione-28enne-arrestato-denuncia-la-presunta-vittima-mi-sono-solo-difeso/

Castagneto: l’ha anche stuprata, conferma dal Dna

Firenze – È stata anche violentata sessualmente Ilaria Leone, la ragazza di 19 anni uccisa la sera del 1 maggio a Castagneto Carducci (Livorno), dopo essere stata picchiata brutalmente. È quanto emerge dai risultati degli esami eseguiti dal Ris, che hanno rilevato tracce di liquido seminale sulla salma della giovane.  Per l’omicidio il giorno dopo è stato arrestato il 34enne senegalese Ablaye Ndoye, che ora dovrà rispondere anche di violenza sessuale, mentre fino adesso veniva contestato, oltre all’omicidio volontario, il tentato stupro. Gli esami biologici hanno evidenziato che le tracce di liquido seminale sono geneticamente riconducibili all’indagato. Tracce di sangue della vittima erano state rinvenute sui pantaloni del senegalese. Perde invece consistenza l’ipotesi investigativa della violenza di gruppo; Ablaye Ndoye avrebbe agito senza complici, secondo quanto emerge dalle indagini. http://quifirenze.corrierenazionale.it/cronaca/2013/06/13/news/41172-Uccisa-a-Castagneto-fu-pure-stupro

Ilaria Leone, 19enne uccisa da senegalesi

Vittima dell’integrazione

Omicidio Gori: arrestati a Ventimiglia tre marocchini. Dietro alla … – Sanremonews


Sanremonews

Omicidio Gori: arrestati a Ventimiglia tre marocchini. Dietro alla
Sanremonews
Nei giorni scorsi gli agenti della Polizia di Frontiera hanno tratto in arresto tre persone indiziate per l'omicidio del 67enne. Si tratta di tre marocchini, il 47enne Mohamed Zenouaki, che avrebbe agito in concorso con il 34enne Ibrahim Hanine
Arrestati 3 marocchini per l'OMICIDIO del 67enne ventimigliese Riviera24.it
TRE MAROCCHINI ARRESTATI PER L'OMICIDIO DI UN AGI – Agenzia Giornalistica Italia
MAXI ARRESTI PER LA POLIZIA DI FRONTIERAVentimiglia News

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Abissi morali: Marocchino stupra la figlia della convivente e la costringe a tenere il bambino

TERAMO – Violentata e picchiata dal compagno di sua madre, un marocchino 40enne senza scrupoli che l’ha costretta a tenere un figlio nato dalla primo stupro.

Quell’uomo adesso è stato rinchiuso all’interno del carcere di Castrogno, in attesa della convalida del fermo di polizia giudiziaria eseguito venerdì. Nei suoi confronti le accuse sono pesantissime: violenza sessuale aggravata dal rapporto di convivenza, maltrattamenti e violenza privata. Gli agenti della Squadra mobile della Questura hanno agito sulla base di una segnalazione arrivata dai servizi sociali, perché il bimbo di nove anni, fratello della vittima, non veniva mandato a scuola.

Ma in questa vicenda una parte importante per aiutare le due donne, entrambe sopraffatte dal marocchino, l’ha avuta anche un’avvocatessa di Pescara che ha collaborato con gli investigatori perché era venuta a conoscenza di alcuni aspetti di questa storia. Quella che sarebbe dovuta essere una famiglia viveva all’interno di una roulotte lungo la costa, dov’è stato rintracciato l’uomo. Madre e figlia, ucraine, con i rispettivi bambini di 9 e 2 anni, entrambi nati dallo stesso padre, venivano picchiate, minacciate di morte da quell’uomo e ricattate. Per la più giovane delle due donne, oggi 21enne, l’inferno è iniziato appena arrivata in Italia per ricongiungersi a sua madre e trovare qui un lavoro. La speranza per un futuro migliore per lei presto è svanito.

Il primo stupro è avvenuto dopo pochi mesi, a marzo del 2010. Quando si è accorta del ritardo del ciclo lei avrebbe voluto abortire, ma lui non glielo ha permesso, dicendole che sua madre era pronta a perdonarla. E invece quando la mamma ha scoperto tutto se l’è presa con la figlia e così la giovane ucraina ha tentato il suicidio. Ma fortunatamente non c’è riuscita. Ed è nato il figlio al quale ha dato il proprio cognome. Poi, a febbraio del 2011, il secondo stupro ed una seconda gravidanza. Stavolta interrotta all’insaputa di tutti. E poi una terza gravidanza, sempre frutto di una violenza sessuale. Pure questa interrotta nel silenzio. Ma nel frattempo il marocchino ha continuato anche a picchiare sia la convivente, sia la ragazza e, in un’occasione, anche il bambino di 9 anni.

Una storia di estremo degrado familiare, interrotta grazie all’intervento, stavolta, dei servizi sociali. In due occasioni madre e figlia si sono recate in ospedale, a Giulianova e a Sant’Omero, per farsi refertare dopo le botte prese dal marocchino. Calci e pugni dopo i suoi abusi con alcool e droghe. Lui, stando alla denuncia presentata dalla giovane donna, non si sarebbe fatto mai alcuno scrupolo. Quando rimaneva solo nella roulotte con la figlia della sua convivente non esitava a farsi toccare anche se davanti a loro c’era il bambino. Il ricatto negli anni è stata un’arma che ha saputo utilizzare benissimo. Adesso le due donne con i rispettivi bambini sono stati affidati ad una casa famiglia nel teramano.

http://www.ilmessaggero.it/ABRUZZO/teramo_stupro_convivente_violenza/notizie/265327.shtml

Ci sono limiti a quello che può accadere al tempo dell’immigrazione?

Rissa al centro di transito, due feriti – TicinOnline.ch


TicinOnline.ch

Rissa al centro di transito, due feriti
TicinOnline.ch
CAZIS – Una rissa si è verificata ieri sera presso il centro di transito per richiedenti l'asilo di Cazis, nei Grigioni. I protagonisti sono un 27enne tunisino e un 33enne afgano, che hanno agito sotto l'influsso dell'alcol. Le circostanze esatte della

Chi ha ucciso il Bengalese? Un Bengalese

Il cittadino del Bangladesh Babul Miah è stato posto in stato di fermo a Milazzo, provincia di Messina, con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio del connazionale Taj Ali, 34 anni, consumatosi il 20 agosto scorso. In mattinata conferenza stampa della Polizia, che fornirà i dettagli sulle indagini e le prove raccolte per formalizzare l’accusa. Taj Ali era un venditore ambulante che possedeva una bancarella lungo la popolare Marina Garibaldi. La mattina del 20 agosto venne rinvenuto cadavere in una zona isolata, lungo la Strada Panoramica che sale verso Capo Milazzo. Ali era seminudo ed era stato ucciso con due violente coltellate alla gola. In un primo momento si parlò di delitto passionale, poi le indagini si sono spostate all’interno della comunità bengalese. L’omicida avrebbe probabilmente agito con lo scopo di rapinare Ali.

http://www.strettoweb.com/2013/02/milazzo-me-accusato-di-omicidio-bengalese-in-stato-di-fermo-il-delitto-lo-scorso-20-agosto/62593/