Zingari pestano ragazze in un bar: abitano nelle case popolari e terrorizzano un quartiere

22-12-2012

Quelli che "gli Zingari non sono delinquenti"

BOLZANO. Una storia di «straordinaria follia zingara» vissuta pericolosamente da un gruppetto di amici che hanno avuto il solo torto di organizzare una serata per un aperitivo al «bar Cristallo» a ridosso di ponte Palermo. «C’era da festeggiare il compleanno di un nostro amico» racconta Marco Scannella (28 anni) che porta sul volto gli effetti di una gragnuola micidiale di colpi infertigli da quattro Zingari, già noti nelle zone di via Genova e via Cagliari.

Si tratta di immigrati che hanno ottenuto l’assegnazione di appartamenti popolari Ipes e che spadroneggiano nel quartiere, minacciando e impaurendo gli abitanti per bene del rione. «C’è gente che la sera ha paura di scendere in cantina per recuperare un pacco di pasta», rivela Stefania Pazienza, 24 anni, che l’altra sera nel corso dell’aggressione si è ritrovata con un dente rotto a seguito di una gomitata. E’ stata gettata a terra e presa a calci con una violenza bestiale.

L’aggressione. «E’ stata un aggressione di inaudita ferocia, non riesco ancora a crederci » racconta Marco Scannella che ieri ha presentato denuncia ai carabinieri.

«L’altra sera quando siamo stati aggrediti e pestati le pattuglie sono arrivate in ritardo e cioè una ventina di minuti dopo la telefonata della titolare del bar – dice il giovane – ora però spero proprio che li vadano a prendere. Quella gente deve stare in galera. Da tempo hanno fatto precipitare il quartiere nella paura». Cosa è accaduto la sera di mercoledì? Verso le 21.30 Marco Scannella decide, assieme a due amiche (Catia Prando di 27 anni e Stefania Pazienza di 24 anni) di partecipare all’aperitivo organizzato da alcuni amici. Si ritrovano al «bar Cristallo» nei pressi di ponte Palermo. Prima di entrare nel bar attendono l’arrivo di altri ragazzi fumando qualche sigaretta all’esterno, utilizzando le sedie del giardino. Una delle ragazze ha con sè anche due cani. Uno è un pitbull, ma è una bestia tranquilla. «Ad un certo punto – racconta Marco Scannella – sono arrivati a bordo di una Bmw di grossa cilindrata due nomadi, padre e figlio. Erano ubriachi . Hanno iniziato ad infastidirci: dapprima hanno dato una sberla ad un altro giovane del gruppo, poi hanno iniziato a prendere di mira i cani. Sono intervenuto e ho detto loro che non potevano comportarsi in quella maniera. Li ho invitati ad andarsene, dicendo loro che in caso contrario avrei chiamato le forze dell’ordine. In effetti sono saliti in macchina e sono ripartiti andando a sbattere prima contro l’auto del custode della scuola “San Filippo Neri” e poi contro un furgone lasciato parcheggiato».

Due delle ragazze aggredite

Il pestaggio. Sembrava che la cosa fosse finita lì. In realtà pochi minuti dopo, i due nomadi tornano sul posto in compagnia di altre due persone ed iniziano un vero e proprio pestaggio. Il primo ad essere preso di mira è stato proprio Marco Scannella, quello che aveva detto loro di andarsene. E’ stato aggredito dai quattro, riempito di pugni e calci, trascinato fuori dal locale e abbandonato (con il viso trasformato in una maschera di sangue) su ponte Palermo. Una violenza bestiale. «Se non avessi avuto la forza di opporre resistenza e difendermi mi avrebbero ammazzato» racconta. In effetti il ragazzo è stato soccorso che perdeva molto sangue dal naso e dalla bocca. Inoltre vomitava a seguito dei colpi inferti in testa. Portato d’urgenza in ospedale, avrà bisogno probabilmente di un mese per rimettersi completamente in sesto. Hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere anche le due amiche. Catia Prando ha riportato una contusione al polsono sinistro riparandosi da un grosso portacenere in vetro con cui stavano cercando di colpirla in volto. Stefania Pazienza ci ha rimesso un dente con una serie di contusioni intercostali. Solo uno dei 4 nomadi è stato identificato.

http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2012/12/21/news/spedizione-punitiva-al-bar-picchiate-anche-2-ragazze-1.6234662

Questi sono gli Zingari che vengono difesi dalle associazioni a delinquere di stampo xenofilo e ai quali il Comune di Bolzano ha assegnato le case popolari.

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