Violentata da “nuovo italiano”: condananto. Ma intanto è scappato…

29-09-2012

Si erano conosciuti in discoteca e avevano trascorso la serata ballando e bevendo. Tra i due, lui cubano con cittadinanza italiana, lei invece originaria del Brasile, c’erano state alcune effusioni e al termine della serata la ragazza, vedendo che l’amico aveva bevuto troppo, lo aveva invitato a fermarsi a dormire nell’appartamento che divideva con una connazionale. Quella serata non avrebbe dovuto terminare con botte e rapporti non voluti, con lei che per sfuggire alla furia del giovane era uscita nuda sul pianerottolo (e a soccorrerla fu il vicino di casa). Violenza sessuale l’accusa per il giovane del Centroamerica che ieri il collegio presieduto da Marzio Bruno Guidorizzi ha condannato a cinque anni di reclusione. Lui (difeso dall’avvocato Alessandro Ballottin) in aula non c’era, probabilmente è tornato nel suo Paese ma la giustizia ha seguito il suo corso. Stando alla ricostruzione di quel che avvenne cinque anni fa i due avevano trascorso la serata in un locale, qualche effusione e poi, una volta rientrati nella casa di lei, avevano avuto un rapporto sessuale e già sulle modalità c’erano state divergenze: lei sostenne che era protetto, lui negò tale circostanza. Fu la compagna d’appartamento della giovane, che le aveva proibito di portare uomini in casa, ad arrabbiarsi vedendo il cubano. Si infuriò, lo svegliò e gli ordinò di andarsene immediatamente. E mentre lei, all’alba, gli stava preparando il caffè lui perse la calma e l’aggredì. La picchiò al volto, pretese un rapporto sessuale e lei riuscì a divincolarsi e a scappare, nuda, sul pianerottolo dove accorse il vicino di casa che la salvò. La denuncia e poi il resto, lui aveva anche registrato una conversazione cercando di allontanare da se ogni responsabilità perchè si era difeso dicendo di averla picchiata perchè si era accorto che la ragazza gli aveva sottratto del denaro mentre lui era in doccia. Aveva visto la ragazza infilare il denaro nel reggiseno e per questo gliel’aveva strappato. Ma è stata quella registrazione a convincere il tribunale che la denuncia della giovane brasiliana fosse vera: pur sostenendo che lei gli aveva rubato denaro, in quella chiacchierata non fa mai cenno all’episodio, la interrompe ogni volta che lei cerca di parlare di quello che era successo e l’accusa di averlo denunciato solo per ottenere dei soldi. Lui in Italia non c’è, c’è la condanna.

http://www.larena.it/stories/Home/415280_si_conoscono_in_discotecapoi_la_violenza_in_casa/

Cubani camuffati da Italiani: ammazzano e stuprano. I casi si moltiplicano.
Poi tornano a casa loro, ovvio, la cittadinanza è una farsa: chi sei e dove è la tua casa, lo si vede in occasioni come queste. Ma ovviamente, la in-giustizia italiana, imbevuta di egalitarismo xenofilo, non lo comprende e non pensa minimamente che un “nuovo italiano” possa torare nel luogo d’origine una volta sotto processo.

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