Vietato parlare degli immigrati che stuprano

01-07-2012

»E’ appena giunto ai giornalisti di tutte le redazioni italiane, Comunicare l’immigrazione – Guida pratica per gli operatori dell’informazione, un vero e proprio breviario del politicamente corretto stampato dalla cooperativa Lai-momo di Bologna, in collaborazione con Caritas e Migrantes, nell’ambito di un progetto del ministero del Lavoro e dell’Interno, finanziato con fondi europei (quindi soldi che noi diamo a Bruxelles e che, gli eurocrati “girano” a questi enti inutili e dannosi). Centosessanta pagine di informazioni si, ma soprattutto, una sorta di libretto delle istruzioni del bravo pennivendolo “sovietico”, la cui litania è: «Anche se gli immigrati commettono un alto numero di reati, non è detto che l’equazione immigrati uguale a criminalità sia fondata».
Ecco dove può arrivare la mente umana in preda a fantasie allucinatorie, colpita da patologia xenofila.
Dalla guida si apprende che secondo l’Interno il numero di immigrati denunciati è il 31,6% del totale delle denunce(a fronte del 7% di popolazione) e l’80% dei reati è commesso proprio da stranieri(sempre a fronte del 7% di popolazione).

Ma per il manuale buonista sono i giornalisti che danno le notizie i cattivi. Se la prende soprattutto con certi giornalacci, colpevoli di causare «ingiustificato allarmismo», di peccare di «superficialità ed eccesso di stereotipi» e di parlare di migranti «nel 52,8% dei casi, solo per articoli di cronaca nera». Giornalisti pazzi visionari, che scrivono sugli immigrati solo quando fanno qualcosa di male. E per rafforzare la predica cita tal Mario Morcellini, preside di Scienze della comunicazione alla Sapienza, che parla di «gigantografia della paura da parte dei cronisti.

Poi la guida bigotta si mette a dare anche i voti. Bocciato Il Giornale che ha interrotto troppo presto la pagina settimanale di Marina Gersony su Milano multietnica, «che ha avuto vita breve (2005-2007)». Promossi, manco a dirlo, altri «quotidiani più attenti alle questioni legate all’immigrazione» come L’Unità, Metropoli di Repubblica e L’Espresso. Secondo il manuale del buon giornalista le «poche eccezioni» in un mondo di giornalisti senza cuore, sono Radio Articolo 1, collegata alla Cgil, e Radio Popolare, vicina ai partiti e movimenti di sinistra. Insomma, per questa guida è eticamente scorretto parlare dei crimini commessi dagli immigrati. Neppure quando, nel 2010, un marocchino, drogato e senza patente, falciò a morte sette ciclisti nel catanzarese. O quando a Genova, nel 2011, una donna venne stuprata da un ghanese clandestino. E neppure se, un mese fa, una banda di romeni e albanesi venne beccata a spacciare droga ai minorenni nella provincia di Como.

Dulcis in fundo, proprio nei giorni in cui il governo Monti vara la riforma delle pensioni, che prolunga di tre anni l’uscita dal lavoro (69 anni), la guida informa: «Lo straniero, al compimento di 65 anni, può richiedere la pensione. Il lavoratore immigrato che vuole tornare nel proprio paese prima di aver maturato il diritto alla pensione, conserva tutti i diritti previdenziali e di sicurezza maturati, e potrà ottenere la totalizzazione dei contributi previdenziali maturati in Italia con quelli versati nel proprio paese».

http://www.ilgiornale.it/interni/la_guida_allimmigrato_fa_predica_giornali_ma_salva_quelli_rossi/30-06-2012/articolo-id=594794-page=0-comments=1

Alla luce di questa nebbia censoria che sta calando sul già asfissiante ecosistema del giornalismo italiano, la nostra missione assume un’importanza ancora più grande.

Per fortuna nostra, e vostra, noi siamo “eticamente scorretti”.

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