Varese: immigrati di seconda generazione, dietro l’attentato di Milano

17-03-2012

GORLA MINORE Secondo gli inquirenti era lei a divulgare in rete i farneticanti messaggi pro jihad di Mohamed Jarmoune, il ragazzo marocchino do 20 anni arrestato ieri a Brescia. Lei è l’ex fidanzata del ragazzo, 27 anni, studentessa universitaria, che vive a Gorla Minore da sempre con la famiglia di origine marocchina. Una famiglia perfettamente integrata dove tutti vivono all’occidentale, senza fanatismi religiosi di alcun genere. La giovane è stata denunciata nel corso dell’operazione che ha portato gli uomini della Digos di Varese a perquisire la sua abitazione dove sono stati sequestrati due personal computer a lei in uso, oltre a vario materiale di supporto informatico: tutto è stato consegnato alla polizia postale per gli accertamenti. I computer avrebbero già rivelato video (girato chissà dove) dove i combattenti per la jihad venivano indottrinati alla battaglia, oltre a vario materiale di propaganda targato Jarmoune che la ex fidanzata del presunto terrorista avrebbe postato in rete attraverso Facebook e altri social network.

http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/275202_terrorismo_islamico_una_traccia_porta_a_gorla_minore/

[stextbox id=”warning” defcaption=”true”]Come si comprende, l’integrazione non esiste. Non basta “fingersi” Italiani per esserlo, non basta essere nati qui per esserlo, non basta un documento per esserlo.
Dietro un Islamico “perfettamente integrato”, si nasconde un potenziale terrorista.
Non ci meraviglieremmo se dietro alcune Pagine Facebook e siti internet “antirazzisti”, si nascondessero in realtà, dei gruppi terroristici che sfruttano la debolezza xenofila di alcuni, come cavallo di Troia per distruggere la nostra società.
[/stextbox]

Nella palazzina di Niardo dove Mohamed viveva con il padre, la madre e la sorella Jamila, la Digos ha sequestrato tre computer, di cui due portatili, parecchie memorie esterne, chiavette per il trasferimento di dati e informazioni e altrettanti cd. Si tratta di materiale che dovrà essere visionato, analizzato e decriptato. Nella memoria dei computer potrebbero essere contenute informazioni molto importanti per ricostruire l’identità dei componenti dei gruppi di cui Mohamed era amministratore. Ci sono i nick name e gli Ip, gi investigatori devono risalire alle persone. L’indagine, quindi, non è conclusa. E a coordinare la nuova fase investigativa sarà la procura distrettuale antimafia di Brescia.

Già nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Cagliari Maria Cristina Ornano è dichiarata l’incompetenza territoriale della procur acagliaritana e la trasmissione degli atti alla procura bresciana. Compito degli investigatori sarà quello di cercare di ricostuire la rete che Mohamed aveva creato: sono accertati contatti del 20enne di Niardo con Londra e con gli stati Uniti, ma non è escluso che altre persone contattate e «addestrate» virtualmente dal presunto terrorista al confezionamento di bombe e alla manutenzione del kalashnikov e aggiornata sulle tecniche di tortura.

Uncategorized

RSS Feed Widget

Lascia un commento