Una “palizzata” per proteggere i cani dagli Zingari

27-05-2012

Torino – Lavori Enpa via Germagnano: “Un intervento che aspettavamo da cinque mesi”

Una palizzata separerà il canile di via Germagnano dall’accampamento rom  autorizzato. Dopo le numerose denunce delle ultime settimane il Comune  di Torino ha deciso di accelerare i tempi e dare il via alla realizzazione del  cancello richiesto dai volontari del rifugio Enpa. Furti, atti vandalici e lanci  di sassi contro i volontari dei canili avevano infatti trasformato la via nel  set di un film western.
Un clima da guerriglia che ha convinto  l’amministrazione comunale ad accelerare i tempi programmati per l’innalzamento  dell’inferriata. Nei pressi del civico 8 sono finalmente comparsi gli  attesi new jersey e le reti metalliche che avranno il compito di separare il  sentiero che porta al rifugio da quello che porta al campo nomadi regolare.  Completati, infine, gli altri interventi richiesti lo scorso dicembre.  Bonificato l’appezzamento di terreno presente tra il campo regolare e il canile  dalla strada e spariti persino tutti i rifiuti mentre i cassonetti sono stati  spostati e collocati a ridosso della baraccopoli.
“Siamo sulla  strada giusta – spiegano alcuni volontari -. Speriamo non ci siano  intoppi”.Nelle ultime due settimane del resto è successo di tutto.  Prima l’intrusione notturna alla sede dell’Enpa. Ignoti hanno deciso di mettere  a ferro e fuoco la struttura soltanto con l’intento di danneggiare sedie,  cancelli e porte. Una bravata denunciata subito dal presidente Giovanni  Pallotti. Subito dopo il lancio di sassi ai danni di alcuni volontari della Lega  Nazionale per la difesa del cane con successivo intervento di alcune pattuglie  della polizia“

No, non siamo “sulla strada giusta”, cari amici del Canile. La strada giusta non è creare ghetti, è svuotarli e rimandare a casa loro gli occupanti. E’ stupefacente che un Comune costruisca una “palizzata” per proteggere i cani dagli Zingari, ed è giusto, e nulla faccia per proteggere i cittadini torinesi dagli stessi Zingari.

La soluzione non sono le palizzate, le telecamere, i sistemi antifurto e le case “fortino”: la difesa inizia al valico di Trieste, e a sud di Lampedusa. Dobbiamo essere liberi di vivere le nostre città, non divenire “prigionieri” delle nostre stesse case.

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