Uccise pensionato: sconto di 1/3 della pena

14-02-2014

BOLOGNA – Fabio Orsi stamattina era in aula, anche se gli è costato parecchio. Voleva vedere in faccia il ragazzo rom che, il pomeriggio di quasi un anno fa, ha rubato una vecchia Punto nel garage di famiglia, ha investito il padre Quinto innestando la retromarcia, lo ha schiacciato contro il portone e lo ha ucciso, per poi scappare via a piedi. La sentenza è arrivata poco dopo l’una. Il giudice dell’udienza preliminare ha condannato a 16 anni per omicidio volontario Sonic Halilovic. Il pm Beatrice Ronchi aveva chiesto una condanna a 16 anni, la stessa decisa dal Gup Andra Scarpa. Ora bisognerà attendere le motivazioni. Ma il commento del figlio resta amaro e sconsolato: “Non c’è mai soddisfazione per un padre che non c’è più, potevano anche dargli cinquant’anni, ma nessuno mi restituirà mai mio padre”.

La Procura aveva accusato Sonic Halilovic, il responsabile della morte del pensionato, di rapina impropria e di omicidio volontario con il dolo eventuale, un’ipotesi tecnicamente difficile da sostenere, pena base da 21 a 24 anni. La difesa ha tentato di tutto, forte di una consulenza tecnica di parte, per far passare la tesi del delitto colposo, roba da condanna lieve, da ordinario incidente stradale. Il ladro d’auto, la tesi sostenuta, si abbassò istintivamente sul sedile perché il figlio del pensionato battè un palanchino sulla carrozzeria e da quella posizione non fu grado di vedere dallo specchietto retrovisore, impossibilitato a scorgere Quinto.

“Ho cercato di spiegare a Fabio e alla mamma — racconta il legale di parte civile, Giovanni Porcelli — quali potrebbero essere le possibili decisioni del giudice. Capire la differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente, quando il dolore è forte, irrimediabile, è difficile e ostico. Io spero che l’impostazione dalla procura regga, ma non ho certezze assolute e non ne ho date. Non ho illuso i familiari, non sarebbe stato corretto. Spero di averli preparati a quello che per loro potrebbe essere il peggio”. E la tesi della Procura sembra avere retto, vista l’entità della pena.

Il processo si è tenuto con il rito abbreviato, scelta che comporta il taglio di un terzo della pena. Il figlio e la madre, che in aula non c’era, perché sarebbe stata una prova dolorosa troppo pesante, probabilmente revocheranno la costituzione di parte civile. L’assicurazione della macchina, a ridosso del giudizio, ha accettato di versare un risarcimento ritenuto “congruo”, “anche se non c’è cifra che possa ripagare la perdita e nessuno ne ha mai fatto una questione di soldi”. Il ladro diventato assassino, inquadrato dalle telecamere di sicurezza, apparentemente sconvolto da quello che aveva fatto, si costituì due giorni dopo la morte del pensionato. “Da allora – ricorda il suo difensore, Alessandro Cristofori – è in carcere”.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/02/14/news/omicidio_quinto_orsi_oggi_il_processo-78566762/

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