TAGLIERINI PORTATI DA CASA – Il 44enne , inoltre, si era portato da casa delle lame di taglierino che gli sono state trovate in tasca, mentre sotto ai corpi dei due bambini sono state trovate altre due lame, e lì accanto un coltello sporco di sangue. Ma le lame in più contribuiscono a costruire l’ipotesi della premeditazione.
LA FUGA DA CASA – Questo è quanto emerge dalle indagini condotte dal pubblico ministero Mario Formisano che quindi ha chiesto al gip la convalida del provvedimento restrittivo nei confronti di Hajjaji e l’emissione a suo carico di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. A inizio novembre la donna, con i bambini, aveva lasciato la casa coniugale a Città di Castello e si era trasferito nella vicina Umbertide. In passato la donna aveva già denunciato il marito per una lite, e per questo Formisano è stato affiancato dal sostituto procuratore Massimo Casucci, titolare di quel fascicolo.
«COME UNA SCHIAVA» – Hajjaji, che dopo il duplice infanticidio aveva tentato il suicidio, si trova ricoverato all’ospedale di Città di Castello e venerdì dovrebbe essere trasferito in quello di Perugia. Non ha ancora parlato con gli inquirenti. La signora Belgotte, invece, avrebbe ammessi di essere «trattata come una schiava» e di essere stata «terrorizzata» dal marito.
http://www.corriere.it/cronache/12_novembre_08/bambini-uccisi-umbertide-padre-lettera-fatto-cosa-giusta_8a7e20c6-29d5-11e2-b082-5e60eba3a55f.shtml
Segui @CriminImmigrati
ammazzatelo