Tunisino sventra marocchino in scuola trasformata dal PD in centro accoglienza

24-02-2016

CASCINA. Non era la prima volta che i due uomini litigavano per questioni di vicinato. La convivenza all’interno dell’immobile, che anni fa era una scuola e che poi il Comune ha adattato prima come centro di accoglienza per extracomunitari e ora come “tetto” per ‘famiglie’ alle prese con uno sfratto, è molto difficile. Ma domenica sera è successo qualcosa di così grave che ha rischiato di finire in tragedia. Uno dei due uomini – Majdi Hannachi, tunisino, 37 anni – era molto agitato. La moglie, dopo un violento litigio, era uscita di casa ed era andata dai parenti. Un litigio diverso dagli altri perché la giovane gli aveva dichiarato la sua intenzione di separarsi ed era uscita per tutto il pomeriggio.

Arrivati a sera, l’uomo continuava a chiamarla sul cellulare parlando a voce alta. Fino a quando la moglie di un vicino di casa, marocchino, che abita al primo piano, è scesa per chiedergli di abbassare il tono della voce. «Ora basta, devi smetterla, vogliamo dormire»: questa, in sintesi, la richiesta della moglie del migrante, Abdelhak Lemzouri, 36 anni, operaio, coniugato. Ma il tunisino non avrebbe gradito. «Mi ha mandato via – ha raccontato la donna – “Faccio come mi pare, stai zitta”». Ne è nata una colluttazione a cui ha cercato di mettere fine il marito che però è stato accoltellato. Cosa sia davvero successo nei momenti della lite è difficile dirlo: i carabinieri di Navacchio, intervenuti con il Norm di Pontedera, lo hanno ricostruito attraverso le testimonianze degli altri condomini che, quando hanno sentito le grida e l’arrivo dei mezzi di soccorso, poco prima di mezzanotte di domenica, sono accorsi per cercare di capire che cosa stava succedendo.

Da quanto è stato ricostruito finora dai carabinieri, il marocchino ha cercato di fermare il tunisino. Quest’ultimo, però, ad un certo punto è entrato in casa, ha raggiunto il mobile della cucina, ha preso un coltellaccio (ora sequestrato dai carabinieri) e ha inferto un colpo all’addome del vicino di casa. La lama ha provocato gravi lesioni all’intestino. Tanto che, per cercare di salvare la vita al migrante, i medici dell’ospedale Cisanello, dopo i primi soccorsi, lo hanno sottoposto ad un intervento chirurgico andato avanti per buona parte della notte. Le condizioni del ferito sono gravissime: è stato ricoverato in chirurgia d’urgenza è la prognosi è riservata.
Nel frattempo, dopo l’intervento del 118, i carabinieri hanno sentito le testimonianze dei vicini e hanno arrestato il tunisino, autore dell’aggressione. Durante la lite sarebbero state pronunciate gravi minacce: «Ora ti ammazzo, così stai zitto». Il sostituto procuratore di turno in procura a Pisa, dottoressa Paola Rizzo, ha indagato l’uomo per il reato di tentato omicidio. Ipotesi, questa, che ha preso il sopravvento rispetto a quella iniziale delle lesioni personali gravissime una volta che sono stati ricostruiti i momenti del litigio tra i due uomini.

«Non ero in casa quando c’è stata l’aggressione – racconta la moglie del tunisino arrestato – Con mio marito avevamo litigato nel pomeriggio e io ero uscita. Credo che abbiano litigato perché mio marito era al telefono, era agitato, mi chiedeva con insistenza di tornare a casa. “Devi tornare a casa, devi tornare a casa subito”, mi diceva con tono minaccioso fino a quando li ho sentiti litigare. Dopo non so che cosa sia successo perché non c’ero. E quando sono tornata non ho trovato nessuno». La giovane, che fa lavori saltuari come domestica o per imprese di pulizie, racconta che le loro difficoltà familiari sono iniziate quando, in seguito allo sfratto, a novembre, hanno perso la casa dove abitavano a Badia, sempre nel Cascinese. L’amministrazione comunale aveva proposto loro una soluzione transitoria, in uno degli alloggi dell’ex dormitorio e centro di prima accoglienza, ma questa sistemazione abitativa era risultata subito poco adatta sia alle esigenze dei minorenni che a quelle della coppia. Tant’è che, poche settimane dopo il loro ingresso nella struttura, la donna aveva segnalato il degrado dell’edificio e chiesto all’amministrazione di attivarsi per accendere almeno il riscaldamento. Un disagio e una protesta che erano finiti anche sulle nostre cronache.

«Mio marito non è riuscito ad adattarsi a questa situazione – spiega la donna – Lui non lavora e da quando siamo arrivati in questa casa il nostro matrimonio, la nostra famiglia hanno cominciato a risentirne. Non avrei mai immaginato che la situazione portasse a questo».

http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2016/02/23/news/non-urlare-e-lui-accoltella-il-vicino-di-casa-1.13009948

EVIDENZA, Pisa

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