Todi, drammatica rapina in villa: il racconto delle vittime massacrate dagli immigrati

22-11-2012

MAI VISTA TANTA CATTIVERIA, NON LO AUGURO A NESSUNO

I ministri Riccardi e Cancellieri soddisfatti dagli effetti della loro Sanatoria

«Mia moglie e io abbiamo trascorso due ore che non augurerei neppure al peggior nemico, ammesso che ne abbia uno»: Luigi Bico, l’imprenditore tuderte di 80 anni, titolare di una azienda che produce laminati per l’edilizia, prova sentimenti di rabbia e amarezza per quanto è successo a lui e a sua moglie martedì sera nella villetta di Todi, a poche centinaia di metri dal centro storico, vicinissima all’abitazione della presidente della Regione, Catiuscia Marini.

Bico si trova ricoverato presso la clinica di Oculistica del Santa Maria della Misericordia, assistito dai familiari, in preda ad un forte shock e a un trauma all’occhio destro, che verrà meglio valutato nelle prossime ore, alla luce degli accertamenti diagnostici che i medici della struttura ed in particolare le dottoresse Anna Caricato e Paola Menduno hanno subito attivato. All’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera Luigi Bico ha raccontato il dramma che ha vissuto lui e la sua famiglia: «Abbiamo visto la morte in faccia, perché ci siamo resi conto della cattiveria dei banditi, della loro spregiudicatezza. Ci hanno puntato le pistole alla tempia mentre eravamo distesi sul pavimento e volevano le chiavi della cassaforte. Poi siamo stati legai ed imbavagliati e naturalmente avevano distrutto tutti i telefoni». I rapinatori sono entrati da una finestra e hanno legato i due. Poi hanno svaligiato la cassaforte e una cassetta blindata.

Bico non si rammarica tanto per il danno subito ma si sfoga così: «Ho lavorato una vita intera, senza mai risparmiarmi, alla mia età penso ancora di poter dare qualcosa sia all’azienda che alla città di Todi. Ho appena 10 dipendenti ma ho sempre pagato lo stipendio a tutti. Non ho mai chiuso la porta in faccia a nessuno. E adesso mi ritrovo davanti al terrore di perdere un occhio e ai ricordi che nessuno potrà cancellare dalla memoria mia e di mia moglie».

«In quelle due ore siamo rimasti isolati – continua il racconto di Bico –  perché magari nostro figlio durante la sera si fa sempre sentire, ma i telefoni non erano raggiungibili. Sicuramente erano banditi di origine straniera per il loro accento. Siamo stati colpiti da oggetti contundenti,  poi pugni e calci. La comunità di Todi è molto provata per l’episodio. Qualcuno ha pensato che adesso viene «contaminata anche quella immagine di qualità della vita nell’area della Media Valle del Tevere che, qualche anno fa, ha permesso di stabilire a delle ricerche universitarie americane che Todi è una delle città più vivibili al mondo».

L’imprenditore è assai conosciuto sia a Todi che a Perugia per la lunga attività dell’azienda, per i tanti amici, per la sua passione per la caccia, per l’impegno a sostegno delle attività sportive e culturali organizzate dal comune di Todi.

La moglie Mirella dopo essere stata trattenuta in osservazione all’ospedale di Pantalla è ritornata a casa assistita dalla nuora e da altri parenti, mentre il marito si trova al Santa Maria della Misericordia. Le prossime ore saranno importanti per conoscere l’esito della tac a cui è stato sottoposto Bico per la valutazione di un eventuale intervento chirurgico all’occhio danneggiato dalla violenza esercitata dai  banditi. Testimonianze di solidarietà sono giunte alla famiglia Bico sia da amici che dal mondo imprenditoriale e  da quello delle istituzioni.

Ancora un colpo  che, dopo la rapina alla gioielleria di Deruta,  e a quella di Cannara e i furti a Magione e Villa Pitignano, nel  giro di qualche giorno, c’è il terrore nel territorio perugino per il timore che si possano rivivere le tragedie dello scorso inverno.

http://www.umbria24.it/rapina-in-villa-a-todi-la-vittima-mai-vista-tanta-cattiveria-non-lo-auguro-a-nessuno/130883.html

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