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Firenze: picchia ragazzina e la trascina in giardino per violentarla

Dopo una serata passata tra amici al chiosco di piazza Puccini, una giovane di 16 anni è stata seguita da un Peruviano di 20 anni e raggiunta tra via Baracca e via Forlanini. Il ragazzo l’ha condotta con forza dietro una siepe per violentarla. Sono iniziati interminabili minuti di terrore per la minore, colpita ripetutamente da pugni alla testa e gettata a terra. Il giovane prova a baciarla, la palpeggia. Lei resistite ulrando con tutto il fiato che ha in gola. Provvidenziale una chiamata al 113 da parte di una residente nella zona che racconta agli agenti di aver udito urla disperate: “Basta, basta, lasciami stare”, gridava la ragazza. La volante interveniete immediatamente –  siamo intorno alle 3.30 – sorprende il balordo completamnete ubriaco addosso alla sua vittima. Viene neutralizzato e arrestato per violenza sessuale. La giovane, in stato di choc, viene asportata per accertamenti all’ospedale di Santa Maria Nuova, ha sul collo diversi graffi ed echimosi all’altezza del torace. L’incubo è finito. Intanto Renzi gioca al “politico internazionale”.

Integrazione a Brescia: nordafricano la sbatte contro muro e cerca di stuprarla

Brescia. Lei piange, ancora sotto choc. Le parole le escono a fatica. «Mi ha sbattuto contro il muro, mi ha afferrata per la gola e ha cercato di violentarmi. Non credo che riuscirò mai a dimenticare lo sguardo di quell’uomo, i suoi occhi pieni di odio». A parlare è una ventiseienne, di Brescia, che ieri mattina è stata vittima di un tentato stupro mentre camminava lungo via Industriale, in città, diretta al lavoro. Mancavano pochi minuti alle 7. Il buio della notte aveva già lasciato il posto alle prime luci del giorno. Il suo aggressore «un nordafricano, di 30-35 anni, alto e di corporatura robusta» l’ha aspettata nascosto dietro a un angolo. «È sbucato all’improvviso. Mi è saltato addosso e mi ha immobilizzata contro un muro. Aveva i pantaloni abbassati», prosegue la ragazza. «Non riuscivo a reagire. Ero paralizzata dalla paura e lui era troppo forte per me. Mi diceva che voleva avere un rapporto, che voleva fare sesso con me».  Per alcuni, interminabili, istanti la giovane ha temuto il peggio. Si è guardata attorno nella speranza di vedere qualcuno che potesse intervenire in suo aiuto, ma in giro in quel momento non c’erano né passanti né automobilisti. «Improvvisamente, non so nemmeno io come, ho trovato la forza per urlare con tutto il fiato che avevo in gola», racconta. Fortunatamente la reazione della ragazza ottiene l’effetto desiderato: l’immigrato, spaventato, molla la presa e decide di darsi alla fuga per paura che le urla della vittima possano attirare l’attenzione di qualcuno. Una volta al sicuro, la ventiseienne telefona subito con il cellulare al 113, che dirotta la chiamata ai carabinieri. Dopo pochi minuti, una pattuglia arriva in via Industriale.
LA VENTISEIENNE descrive ai militari il suo aggressore e riferisce di averlo già incrociato per strada un paio di volte nelle scorse settimane. «In quelle circostanze, però, si era limitato a farmi qualche pesante apprezzamento, forse perché non eravamo soli. Io l’avevo mandato a quel paese e avevo tirato dritto».  In serata, la denuncia ai carabinieri, che sono sulle tracce dell’uomo. Ora la giovane ha un solo desiderio: «Quel mostro deve essere arrestato», dice tra un singhiozzo e l’altro. «Forse solo così riuscirò a superare lo choc. Io sono stata fortunata, ma ci sono tante ragazze che questa fortuna non l’hanno avuta. Quell’uomo è pericoloso».  Altre lacrime. Quindi, lo sfogo: «Queste persone vanno fermate. Servono leggi che tutelino maggiormente le donne perché ognuna ha il diritto di camminare serenamente per la strada senza la paura di poter incontrare uomini così. Purtroppo, però, nessuno fa niente, se non quando è ormai troppo tardi».
Nessuno fa niente. Non è tempo di fare qualcosa?

Integrazione: Latina in balìa delle risse etniche

LATINA – Due risse notturne a distanza di appena una settimana. Dopo qualche mese di relativa tranquillità, la zona dei pub di Latina torna a vivere momenti di tensione per colpa di qualche cliente piuttosto agitato.
L’ultimo episodio nella notte tra sabato e domenica, intorno alle 2,30. In via Cesare Battisti sono volati pugni e calci, ma quando sono arrivati i carabinieri i protagonisti dell’ennesima rissa erano già fuggiti, dileguandosi nel buio. Stando alle poche testimonianze raccolte, si sarebbero affrontati due gruppi di uomini, tutti più o meno sulla trentina. Forse in preda ai fumi dell’alcol, forse per qualche motivo banale, i due gruppi se le sono date di santa ragione, tra urla e schiamazzi in piena notte.

Solo una settimana prima un altro grave episodio di violenza, sempre in via Cesare Battisti nel cuore della zona dei locali notturni. In questo caso la rissa sarebbe scoppiata tra ventenni stranieri. Un giovane tunisino si è fatto medicare in ospedale mentre tutti gli altri sono riusciti a fuggire prima dell’arrivo della polizia.

Il copione è sempre lo stesso e i residenti ormai sono stanchi anche di denunciare quanto accade, sfiduciati dalle tante parole che non hanno portato a nulla di concreto. «E’ inutile – commenta amareggiato un abitante della zona dei pub – il Comune si continua a disinteressare di noi, della sicurezza di un quartiere intero e di una città intera visto che sono migliaia i giovani che vengono qui rischiando di essere coinvolti in episodi di violenza. Dove sono le telecamere di sicurezza promesse dal Comune? Dove sono le pattuglie che dovevano vigilare regolarmente nella zona? Nulla è stato fatto, a parte la Ztl gestita in modo piuttosto discutibile visto che molte auto entrano ed escono senza problemi». Questioni note ormai da anni, ma a quanto pare finite nel dimenticatoio.

Padova, terrore in centro: mega rissa tra immigrati di seconda generazione

PADOVA. Ore 23 di sabato sera, piazza dei Signori e piazza Capitaniato stracolme di persone a passeggio e giovani con il bicchiere in mano. Improvvisamente scoppia una rissa tra un gruppo di giovani nordafricani: tunisini o forse marocchini, stranieri di seconda generazione. Sono meno di una decina, urlano, strepitano, si rincorrono. Attraversano il Volto dell’Orologio e decidono di regolare i conti in piazza Capitaniato. Da rissa tra dieci diventa una disputa a due, con tutti gli altri intorno a guardare. Un ragazzino poco più che ventenne viene preso a pugni in faccia e quando cade a terra l’aggressore continua a infierire su di lui.

Tutti intorno guardano spaventati e allo stesso tempo incuriositi. C’è chi si allontana, chi impugna il telefonino per richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Il regolamento di conti non è concluso. Dopo qualche minuti il gruppo ricomincia a darsele di santa ragione. Si rincorrono in via da Carrara, in via San Nicolò, in via Livello, sbucano in corso Milano e giù botte ancora tra la gente che sul marciapiede schiva i ragazzi con la faccia insanguinata.

Dopo corso Milano proseguono in via San Pietro ma a quel punto si sentono solo le urla da lontano. Tutto questo è accaduto in quello che sembrava un normale sabato sera di primavera, con il centro preso d’assalto da giovani e famiglie. Accadrà ancora ma non può diventare “normale”.

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/04/15/news/rissa-tra-giovani-tunisini-feriti-e-insanguinati-tra-la-folla-1.6887744

Tentano di violentare 17enne in un sottopasso

L'integrazione "funziona"

Civitavecchia – Sabato sera, intorno alle 22, nel sottopasso della stazione ferroviaria una diciassettenne, secondo il racconto della ragazza, sarebbe stata aggredita da due immigrati che hanno tentato anche di abusare di lei.

La ragazza infatti ha raccontato ai medici del Pronto Soccorso dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia di essere stata aggredita da uno dei due che l’ha tenuta ferma mentre il secondo ha cercato di spogliarla. Violenza andata in fumo grazie alle urla della diciassettenne che è riuscita a richiamare alcune persone presenti in stazione, causando la fuga dei due malviventi.

http://voxnews.info/2013/01/30/tentato-stupro-a-civitavecchia/

Violenza sessuale – Catturato il maniaco di Trento: è un Marocchino

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trento hanno arrestato un marocchino di 28 anni, con l’accusa di “violenza sessuale continuata“. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere e’ stata emessa su richiesta dalla Procura della Repubblica di Trento.

Le indagini hanno avuto inizio nei giorni scorsi dopo la denuncia di una ragazza di 27 anni, che aveva riferito di essere stata avvicinata da un uomo, nella serata del 3 dicembre in corrispondenza del portone dell’abitazione a Trento (un palazzo in zona via Bolzano) il quale, con un pretesto, era entrato nell’atrio dell’edificio stesso e li’ l’aveva ripetutamente palpeggiata, fuggendo solo dopo la reazione della ragazza, che subito aveva iniziato ad urlare.
Un secondo episodio, denunciato presso la Questura di Trento, ha in seguito riguardato una situazione analoga; una donna di 35 anni, a piedi sempre nella zona di via Bolzano, nella mattinata del 27 dicembre veniva avvicinata da dietro da uno sconosciuto il quale, con il pretesto di un’informazione stradale, l’aggrediva in corrispondenza del portone di un’abitazione, palpeggiandola ripetutamente e desistendo, anche in questo caso, a seguito delle urla della donna.
Le descrizioni fornite dalle giovani ed in particolare il fatto che l’aggressore vestisse una tuta da lavoro di una nota ditta di corrieri, ha permesso in breve tempo di individuare il responsabile dell’aggressione e di informare tempestivamente la Procura, che ha firmato il provvedimento restrittivo eseguito nella serata di ieri dai militari dell’Arma. I Carabinieri hanno atteso il marocchino sul luogo di lavoro, arrestandolo alla fine del suo turno di servizio e portandolo alla Casa circondariale di Spini di Gardolo (Tn)

Effetto “domiciliari”: nuovo tentato stupro nella Bergamasca

Il Pubblico Ministero F.Dettori

È stata aggredita da un immigrato, che le ha messo le mani addosso. Ma la vittima, una giovane trevigliese, ha avuto la prontezza di riflessi di mettersi a urlare: le sue grida hanno richiamato l’attenzione di alcuni residenti e l’aggressore è così scappato. Il fatto, che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi e che si è invece e fortunatamente risolto soltanto con un grosso spavento per la vittima, si è verificato domenica pomeriggio in via Locatelli a Treviglio, una strada a senso unico che collega la cosiddetta circonvallazione interna (quella che racchiude al suo interno tutto il centro storico) con quella esterna, all’altezza di viale Piave. La ragazza, che vive a Treviglio, stava camminando a piedi quando si è accorta di essere seguita da un uomo – a suo dire extracomunitario – che, poco più avanti, le ha messo le mani addosso: la giovane non ha trattenuto le urla e dai palazzi che si affacciano sulla strada si sono subito affacciati alcuni residenti, poi scesi anche nella via per capire l’accaduto. Così il malvivente si è dato alla fuga e ha fatto perdere le proprie tracce, dirigendosi verso la periferia.

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/774690/

 

Romeno si barrica in casa poi picchia due infermieri

Europa senza frontiere

 

MONTESILVANO. Ha svegliato un intero condominio con le sue urla, ha fatto entrare i vigili del fuoco dal balcone perché sembrava avesse bisogno di aiuto. E alla fine ha anche malmenato due infermieri. È finito ricoverato in psichiatria con un trattamento sanitario obbligatorio il giovane romeno di 26 anni che ieri mattina ha spaventato l’intero complesso dei palazzi gemelli a Montesilvano.

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Muore di overdose: immigrata abbandona cadavere coi bimbi piccoli

Mamma muore di overdose davanti ai figli,
La più grande, di 10 anni, chiama la polizia
Nell’appartamento al Tuscolano c’era anche il fratellino di otto anni. La madre si stava drogando con un’amica

ROMA – «Mamma non respira più, correte!». Si è accorta che la madre era ormai immobile, stroncata da un’overdose sotto gli occhi dei figli, e ha chiamato il 113. La tragedia è avvenuta in un appartamento di via Calpurnio Fiamma, nel popoloso quartiere romano Don Bosco, al Tuscolano.

LE URLA – Alcuni vicini hanno raccontato di aver sentito delle urla provenire dall’appartamento. La polizia sta indagando per ricostruire con esattezza l’accaduto. La bimba di dieci anni, figlia di un pregiudicato, potrebbe essere affidata ai nonni o ad altri parenti.

TRACCE DI DROGA – La polizia è arrivata poco dopo le 16 e ha trovato la bimba e il fratellino di otto anni. Il corpo della madre era a terra e nell’abitazione c’erano tracce di droga. M., 36 anni, stava sniffando un mix di cocaina e altre sostanze insieme a un’amica  di circa 30 anni che, quando si è accorta che era morta, è andata via in preda al panico. L’immigrata è poi tornata con un amico e ha spiegato agli agenti del commissariato Tuscolano che voleva soccorrere la 33enne.

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_luglio_6/morto-overdose-201903475789.shtml