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La mafia russa nelle case degli italiani – Corriere della Sera

La mafia russa nelle case degli italiani
Corriere della Sera
Cittadino georgiano. Dagli archivi, spuntano solo un paio di controlli di polizia. Tutto qua. Troppo poco per spiegare un'esecuzione così feroce. Perché la criminalità organizzata dovrebbe ammazzare un georgiano in quel modo? È una vicenda strana. E

Padova: medico massacrato da due immigrati

Il sindaco Zanonato festeggia l'integrazione

Roberto Nistri, 55 anni, medico chirurgo trevigiano, era appena uscito dall’ospedale di Padova come tanti altri giorni. Duecento metri, forse più, poi ha notato due persone che gli camminavano a pochi metri di distanza. Due presenze strane, quasi minacciose. Arrivato davanti alla sua macchina quei due uomini lo hanno spinto a terra e bastonato con inaudita violenza, senza dire una parola tranne «andiamocene» quando le grida del professionista avevano già scosso tutto il rione.
È una incredibile e violentissima aggressione quella patita lunedì pomeriggio in via Calza, quando erano da poco passate le 14.30, dal noto professionista trevigiano da trent’anni ormai tra le fila del personale medico dell’ospedale patavino. Il medico non ha avuto il tempo di capire, solo quello di proteggersi appena dai colpi che gli piovevano addosso ferendolo al torace, alle gambe, alle braccia e al volto.
«Non riesco a spiegarmi perché» ripete oggi ancora choccato e con il volto tumefatto. Nistri aveva appena smesso di lavorare e pensava di tornare subito a casa, come sempre. Aveva notato quella presenza strana alle sue spalle, ma nella mente non gli è mai balenato il dubbio che quei due uomini, stranieri, cercassero proprio lui, e forse ne avessero seguito i movimenti fin dal mattino.
«Quando sono arrivato nel parcheggio ho solo avuto il tempo di vedere che quei due mi erano corsi contro» racconta, «poi ho sentito la spinta violentissima che mi ha scaraventato a terra». I due a quel punto, in pieno giorno, hanno tirato fuori due mazze e hanno iniziato a picchiare. I colpi sono arrivati a ripetizione. Nistri, sul fianco sinistro, si è rannicchiato tirando le gambe a sè e alzando un braccio per parare i colpi che gli piovevano addosso. Ma quando non erano bastonate erano calci, dritti in faccia e nello stomaco.
Il medico ha urlato, gridato per quanto poteva, tentando di superare il rumore sordo delle botte. Ma, costretto a terra, sull’asfalto bagnato, non è riuscito a fuggire.
Sono stati i due aggressori, dopo avere infierito, a gridarsi l’un l’altro «andiamo» e scappare tra le macchine e poi tra le vie del quartiere. Nistri, sconvolto e dolorante, ha tentato di rialzarsi quando è stato soccorso da alcuni ragazzi – studenti forse – che vivevano nel quartiere ed erano stati attirati dalle grida. Sanguinante, si è alzato da terra, ha ripreso fiato e cercato di capire cosa fosse successo.
Non appena trovate le forze ha preso le chiavi della macchina, è salito a bordo ed è andato direttamente in ospedale dove i medici lo hanno visitato riscontrando lesioni e microfratture varie (la prognosi è stata di trenta giorni). Da lì ha chiamato i familiari, moglie e due figlie, e dato l’allarme.
«Sono sconvolto, non capisco», ripete più e più volte, «non ho mai ricevuto minacce, mai subito attacchi o una benché minima azione che potesse mettermi sul chi va là. È stata un’aggressione fulminea, gratuita e violentissima». Oltrettutto in un quartiere tutt’altro che pericoloso, frequentatissimo, centrale.
Chi? Perché? Sono le due domande fondamentali a cui stanno tentando di dare una risposta gli investigatori che hanno preso in carico il caso. «Voglio sapere» dice, «è l’unica cosa che chiedo: sapere perché sono stato picchiato così».
Chiuso nella sua abitazione di Sant’Antonino, nel calore di casa, Nistri rivede distintamente ogni attimo di quella terribile aggressione. «È stato terribile», dice, «sono spaventato, ma non mi piego».

http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/01/23/news/esce-dall-ospedale-medico-bastonato-1.6403667

Forse sono i “profughi” assunti da Zanonato.