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A novant’anni pestata a sangue insieme alla famiglia da banda dell’Est

Belve feroci, senza pietà, senza scrupoli. Per un po’ di soldi e qualche prezioso, hanno picchiato selvaggiamente, legato e imbavagliato un’anziana di novant’anni, la figlia e il genero.
L’uomo, che ha tentato di reagire ai quattro uomini incappucciati, è stato massacrato a colpi di spranga: ha riportato la frattura di due vertebre, un trauma cranico e ha il viso tumefatto. Ieri mattina, dal Carlo Poma dove ha ricevuto le prime cure, è stato portato in elisoccorso a Brescia e ricoverato in Neurochirurgia.
La notte di violenza folle si è consumata a Levata, in una villetta del nuovo quartiere residenziale di via Canneti. Bersaglio, la famiglia Signorelli, il marito Franco Adriano, 69 anni, ex titolare dello storico Bar Adriano di via Chiassi, la moglie Vanna Golfrè Andreasi, 68 anni e la madre di lei, Elsa, 89 anni.
I tre dividono la stessa abitazione: l’anziana al piano di sotto, figlia e genero al primo piano. Sono da poco passate le tre di notte. Il quartiere non è certamente isolato, le villette sono una addossata all’altra, ma a quell’ora chiaramente le strade sono deserte.
I malviventi sono una banda di quattro uomini, incappucciati, dell’Est Europeo. Entrano in casa facilmente, forzando una finestra sul retro. In un attimo sono nella stanza dell’anziana. Non hanno paura di essere scoperti, non hanno niente da perdere. Probabilmente sanno che in casa vivono tre persone di una certa età e l’allarme non c’è. Entrano nella stanza della novantenne senza tante premure, lei si sveglia e loro non stanno a perdere tempo: la trascinano giù dal letto, la scagliano a terra, poi prendono delle calze in un cassetto, la legano e la imbavagliano lì sul pavimento.

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2014/02/08/news/rapina-violenta-in-casa-tre-picchiati-a-sangue-1.8632298

Risorse: arrestato usuraio cinese , prestava soldi a tassi del 45%

Era stato fermato per un normale controllo stradale che, però, si è presto trasformato in una serie di scoperte alquanto sorprendenti. Protagonista della vicenda, un cinese di 38 anni che, su richiesta della Polizia di Roma Capitale, ha presentato una patente ‘sospetta’. Il documento, infatti, è risultato falso, così come il contrassegno e il certificato assicurativo.

 

A quel punto, gli agenti hanno deciso di approfondire le indagini, spostandosi nell’albergo ‘dell’uomo’, nei pressi della stazione Termini. Proprio nella stanza dell’hotel gli agenti hanno rinvenuto altre due patenti e due carte di identità, tutte quante con la foto dell’uomo ma intestate a nominativi differenti. Intuendo che il cinese potesse nascondere altre attività criminose, i vigili sono quindi ricorsi all’ausilio di un interprete.

 

Le traduzioni hanno permesso di sequestrare anche un iPod, utilizzato come agenda, che conteneva nomi e somme riconducibili a un presunto giro di prestiti di denaro a tassi di usura intorno al 45%. Considerati i precedenti specifici di falso materiale e il pericolo di fuga, l’uomo è stato portato nel carcere di Regina Coeli in stato di fermo per il prosieguo delle indagini.

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Spacciavano dalla stanza dell’albergo: arrestati tre clandestini

Gestivano un giro di spaccio di sostanze stupefacenti. Tre tunisini, tra i 24 ed i 40 anni, sono stati arrestati dagli agenti della Volante della Questura di Rimini. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, gli extracomunitari – tutti clandestini – ricevevano i loro clienti nella stanza dell’albergo a due stelle dove alloggiavano, a Bellariva. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati circa 15 grammi di “roba”, tra hashish ed eroina, sistemata in contenitori termosaldati, ed occultata nelle canaline del bagno.

http://www.riminitoday.it/cronaca/spacciavano-dalla-stanza-dell-albergo-arrestati-tre-clandestini.html