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Vigile aggredito da cinese: non lo lasciava delinquere in ‘pace’

Vorrei solo sottolineare che lunedi mattina u.s. un M.llo della Polizia Locale di Barletta durante la quotidiana attivita’ di controllo del territorio e’ stato aggredito da un cittadino cinese e sottoposto a ricovero ospedaliero con prognosi di dieci giorni.

Il reo e’ stato arrestato e condotto presso la casa circondariale di Trani. La Vostra redazione non ha neanche sfiorato l’argomento cosi’ come il Sindaco della citta’ che in piu’ di una occasione ha elogoato l’attivita’ dei Carabinieri, aggiungo giustamente, ma ha totalmente ignotato la sua Polizia Locale.

Naturalmente quando si presentano note negative tutti sparano a zero sulla Polizia Locale, spesso dimenticando o ignorando le difficoltà che i Vigili “potrebbero” incontrare durante il servizio, quando al contrario si mettono in campo azioni atte a tutelare il territorio i Vigili non esistono, a partire dal massimo rappresentante dell’ente.

http://www.barlettalife.it/ireport/maresciallo-dei-vigili-aggredito-da-un-cinese-lo-sfogo-di-un-lettore/

Cane soffocato, condannati i romeni che lo aizzarono contro agenti

Si è conclusa con due condanne la vicenda relativa all’aggressione di Gigliola Guerinoni, alias la ”Mantide di Cairo Montenotte”, sbranata dal cane che era stato aizzato dai due cittadini romeni contro le forze dell’ordine intervenute per arrestarli. Ieri il tribunale di Piazzale Clodio ha condannato con rito abbreviato Giurgiu Cosmi. Dovrà scontare due anni e sei mesi di reclusione per lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e per la rapina della pistola di un agente, avvenuta durante l’arresto. Vasile Popov è stato invece condannato a quattro mesi di reclusione per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
Sono trascorsi otto giorni da quando la Guerinoni è stata aggredita. Passando per caso da via Francesco Selmi, zona Casal Dè Pazzi, la femme fatale, condannata nel 1989 a scontare una lunga pena per l’omicidio di Cesare Brin, il farmacista ucciso a martellate e gettato un una discarica, si era ritrovata nel pieno di un’aggressione scatenata da due rumeni ubriachi, Giurgiu Cosmi e Vasile Popov. I due ragazzi, già noti alle forze dell’ordine, in un primo momento avevano dato sfogo alla sbronza spaccando le vetrine di una pizzeria, per protesta contro il commerciante che si era rifiutato di vendere loro altre bevande alcoliche. Successivamente avevano aizzato il cane che tenevano al guinzaglio contro gli agenti intervenuti per arrestarli. Ma Scooby, il molosso di settanta chili, aveva cambiato la sua preda e aveva azzannato Gigliola Guerinoni. Per fermare la furia del cane un poliziotto era riuscito ad afferrarlo con una corda e lo aveva legato ad un albero. Scooby però, innervosito dalla situazione, aveva continuato a dimenarsi stringendo il cappio intorno al suo collo.

Era quindi morto un’ora dopo davanti gli occhi increduli di una folla di curiosi che invano attendeva l’arrivo del veterinario dell’ASL, immediatamente allertato ma giunto solo dopo due ore. Gigliola Guerinoni nel frattempo era stata portata all’ospedale Sandro Pertini dove era stata operata e le sue condizioni erano state giudicate guaribili in trenta giorni. Giurgiu Cosmi e Vasile Popov erano invece stati arrestati e ieri sono stati condannati. Dopo la sentenza, l’avvocato Stefano Caroti, che difende i due imputati, ha commentato: «Sono soddisfatto perché la condanna è stata più mite rispetto a quella prospettata dal pubblico ministero. Ad ogni modo il mio assistito, Giurgiu Cosmi, sostiene che la rapina dell’arma non è mai avvenuta, quindi ricorrerò in appello».

Già scarcerato l’assassino di Beatrice, lo sfogo del papà: “Uccisa per la seconda volta”

Gorgonzola, 19 luglio 2013 – Sono stati disposti gli arresti domiciliari e non il carcere per Gabardi El Habib, il pirata della strada che il 10 luglio ha travolto e ucciso a Gorgonzola (Milano) la 16enne Beatrice Papetti. Lo ha deciso il gip di Milano che non ha accolto le richieste del pm che ieri aveva chiesto che l’uomo, residente a Roncello, in Brianza, venisse tenuto in carcere. Una settimana dopo l’investimento, l’uomo si era costituito ai carabinieri ed era stato portato in carcere.

L’avvocato Giovanni Marchese, legale del marocchino, ha spiegato che l’uomo non è “un pirata della strada”. Ma Nerio Papetti il padre della ragazza, che fino ad ora aveva mantenuto un profilo molto basso e pacato, insorge contro la Giustizia italiana: “Le leggi italiane hanno ucciso mia figlia per la seconda volta. E’ un provvedimento inaccettabile”

Il gip di Milano, Alessandro Santangelo, dopo l’interrogatorio di garanzia di ieri nel quale l’uomo ha risposto alle domande, ha deciso per gli arresti domiciliari, perchè è una misura idonea a garantire le esigenze cautelari: principalmente il pericolo di reiterazione del reato e poi quelli di fuga e di inquinamento probatorio. L’uomo, infatti, è accusato di omicidio ma nella forma colposa e c’è da dire anche che l’altro reato contestato, l’omissione di soccorso, non prevede la misura cautelare.

http://www.ilgiorno.it/martesana/cronaca/2013/07/19/922115-ragazza-investita-gorgonzola-domiciliari.shtml

Lo sfogo di una mamma: “ha pestato mia figlia, libero il giorno dopo”

LATINA – Dopo l’aggressione subita dalla figlia che aveva cercato di fermare un ladro all’interno dello store Benetton di Via Diaz a Latina, Daniela Claretti, nota commerciante del capoluogo, e titolare del negozio, si sfoga in una lettera inviata ai media.  Pubblichiamo qui la sua lettera. 

LA LETTERA – Sono Daniela Claretti, titolare del negozio Benetton di Latina, ma scrivo questa lettera-sfogo non in qualità di imprenditrice, ma di mamma e di cittadina, che ha a cuore famiglia e la città dove lavora, che ama profondamente.

I fatti: venerdì pomeriggio 19 aprile un ragazzo rumeno si aggira per gli scaffali del negozio di via Diaz, prova diversi capi d’abbigliamento fino a quando mia figlia, Simona, gli chiede gentilmente se può essergli utile, questo la tratta a malo modo e le getta addosso il vestiario che stava provando nel camerino, vestiario rovinato e abraso per via  dell’antitaccheggio strappato e fatto sparire. Ne nasce un’animata discussione verbale tra i due, fino a quando il ragazzo afferra alcune magliette e scappa fuori dal negozio, mia figlia lo rincorre e lo raggiunge: lì, il ragazzo colpisce con un violento pugno mia figlia che cade sull’asfalto svenuta, poi arrivano dei ragazzi che lo bloccano fino all’arrivo della Polizia.

Fin qui scene di ordinaria amministrazione, si potrà dire, la gravità maggiore, secondo me, arriva dopo l’arresto del ragazzo.

Il magistrato ne chiede i domiciliari, il gip invece pende per un’altra soluzione e riesce a far ottenere soltanto l’obbligo di firma al ragazzo, fino al giorno dell’eventuale processo in programma a fine maggio. La delusione per questa palese ingiustizia si consolida il giorno dopo, domenica 21 aprile, quando il ragazzo assieme ai suoi amici si ritrova sotto i portici di via Diaz fronte negozio a bighellonare lì per gran parte del tempo con l’intento di sbeffeggiare chi ha aggredito appena due giorni prima. Se questa è la punizione per chi trasgredisce che senso hanno le leggi? Se chi punisce sa perfettamente che la pena non arriverà mai se non attraverso una forma di rimbrotto, non siamo forse davanti a uno stimolo a delinquere?

La domanda che adesso vorrei porgere al gip è la seguente: «Se lui ha una figlia che rincasando sorprende i ladri e questi per fuggire la colpiscono violentemente, lui come si comporterebbe? Darebbe l’obbligo di firma o i domiciliari a  chi non ha rispetto delle persone, delle cose e della morale?».

http://www.radioluna.it/news/2013/04/latina-aggressione-da-benetton-lo-sfogo-di-daniela-claretti-quel-ragazzo-e-gia-libero/