Tag: separata

Brescia: marocchino prende a coltellate moglie e figlioletto

Un gravissimo episodio di cronaca che viene da Bedizzole, in provincia di Brescia. Un 39enne di origini marocchine ha ferito gravemente a colpi di lama la moglie, una connazionale di 36anni, da tre mesi separata dal marito, disoccupato, pregiudicato, e con problemi di alcolismo.
La donna, di professione cameriera, aveva avviato le pratiche per la separazione , una decisione che era ostacolata dall’ex compagno che aveva così avviato una serie di persecuzioni nei confronti della 36enne, con appostamenti sotto casa, telefonate e minacce. La donna si era quindi rivolta ai carabinieri e aveva sporto denuncia. In corso vi era un provvedimento di ammonimento nei confronti del nordafricano.
Martedì sera, però, il tragico epilogo: l’uomo ha atteso che l’ex moglie tornasse dal lavoro, appostandosi sotto casa, quindi l’ha colpita con un fendente al torace, vibrato con un coltello da cucina con lama lunga 28 centimetri.
Alle urla della ragazza sono accorsi in aiuto i vicini e anche il figlio della coppia, di soli 10 anni, che è stato a sua volta aggredito dal padre a calci e pugni. La 36enne è stata trasferita al Civile di Brescia dove è ricoverata in gravi condizioni, mentre il ragazzinoo è stato tenuto sotto osservazione. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno arrestato l’uomo. Deve rispondere di tentato omicidio e di maltrattamenti in famiglia.

http://www.quibrescia.it/cms/2013/09/25/bedizzole-accoltella-l-ex-moglie-e-picchia-il-figlio/

Pestata a sangue da convivente tunisino

Maltratta la convivente e aggredisce i carabinieri che gli notificano il provvedimento di allontanamento: arrestato un tunisino residente a Vallecrosia. 

Sposi un immigrato? E' la fine che farai

Nel pomeriggio di sabato i  carabinieri di Vallecrosia hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale Fridhi Hafedh, 27 enne tunisino, residente a Vallecrosia.
I militari si erano recati presso l’abitazione dove vive con la convivente per notificargli una misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Sanremo  Leopardi, su richiesta della Procura della Repubblica Scarlatti, con la quale veniva allontanato dall’abitazione familiare con il divieto di avvicinarsi alle persone offese in quanto indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia.
Le indagini erano partite nel mese di febbraio di quest’anno dopo che le strutture sanitarie avevano segnalato il caso ai carabinieri di via Angeli Custodi: troppo sospetti e frequenti erano quei lividi che una giovane donna italiana, una 40 enne di Vallecrosia, portava sul volto. Da lì erano iniziati diversi accertamenti, fatti anche di testimonianze di vicini e amici, che avevano confermato come l’intera famiglia, composta dalla convivente, dai due figli minori di quest’ultima, di 10 e 13 anni, nati in un precedente matrimonio, e da minore di un anno nato dalla recente relazione, fosse sottoposta da almeno un anno a violenze fisiche e psicologiche.
Le vessazioni erano iniziate poco dopo che la donna, separata di recente, aveva iniziato una relazione con l’uomo e con lui era andata a vivere. Sembrerebbe che dopo la perdita del lavoro e a causa del vizio del gioco il convivente fosse diventato violento e prepotente, insistente nella richiesta di denaro nei confronti della donna al cui rifiuto seguivano continui soprusi fatti di percosse, minacce ed insulti. Fatti che si ripetevano tutte le volte che i suoi ordini non venivano eseguiti e che venivano perpetrati  anche nei confronti dei figli minori di lei che venivano costretti ad eseguire lavori domestici di tutti i generi come stirare e lavare i piatti. Il clima di terrore che era stato creato aveva impedito alla vittima di denunciare per paura della reazione di un uomo così violento ed aggressivo. Ma la caparbietà del maresciallo Carcangiu e dei suoi uomini, che immediatamente hanno compreso lo stato di sudditanza psicologica della donna, che ancora oggi non ha sporto denuncia e nega ogni circostanza, ha permesso di acquisire elementi gravi e circostanziati che hanno fatto luce sull’intera vicenda e di inviare una dettagliata relazione alla Procura di Sanremo.

Sabato l’emissione dell’ordinanza e la notifica del provvedimento da parte dei militari i quali, presentatisi a casa della coppia, sono stati aggrediti dal tunisino che, venuto a conoscenza del motivo della “visita” ha dato in escandescenza per impedire l’esecuzione della misura. Immediate sono scattate le manette e l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Condotto nel carcere di Sanremo, questa mattina sarà giudicato davanti al Tribunale di Sanremo.

Inoltre l’uomo, una volta giudicato per il reato di resistenza e se scarcerato, non potrà più avvicinarsi alla casa familiare né ai luoghi frequentati dalle persone offese, pena l’adozione di una misura cautelare restrittiva.

http://edizioni.lastampa.it/imperia-sanremo/articolo/lstp/38007/

Rimandarlo in Africa no?