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Madre a figlia massacrate a coltellate da un immigrato

ROMA – È stato risolto il caso del duplice omicidio di Cisterna di Latina. I carabinieri hanno arrestato un indiano sui 30 anni, che responsabile della morte di Francesca Di Grazia, 56 anni, e di sua figlia Martina Incocciati, 19 anni, sgozzate nella loro abitazione di borgo Flora. Interrogato, l’assassino ha confessato.

LA LITE – L’indiano – così ha raccontato – aveva una relazione con Di Grazia. Sabato sera si sarebbe recato a casa delle vittime, in piazza dei Bonificatori, dove madre e figlia vivevano in affitto da pochi mesi, a causa di una «ennesima» richiesta di denaro da parte della partner. Poco dopo il suo arrivo sarebbe scoppiata una lite. L’indiano avrebbe perso la testa e, afferrato un coltello da cucina, avrebbe ucciso Di Grazia con un unico colpo alla gola. Poi si sarebbe diretto con la stessa furia contro la ragazza, colpevole soltanto di aver assistito al delitto, infierendo più volte sul suo corpo.

Vita spezzata dall'immigrazione

Un delitto particolarmente efferato: le donne sono state uccise con numerose coltellate e l’arma del delitto non è stata trovata. Si cercano tracce e indizi nell’appartamento di Borgo Flora, dove ieri sera intorno alle 21 sono stati scoperti i cadaveri di madre e figlia.

Al lavoro, nella casa di via dei Bonificatori 5, ci sono i Ris che stanno esaminando la scena. Su disposizione del magistrato di turno Giuseppe Miliano, i corpi non sono ancora stati spostati. I cadaveri si trovano in due stanze diverse, una in cucina l’altra in camera da letto, e presentano profonde ferite d’arma da taglio. Ma la dinamica dell’accaduto resta ancora da ricostruire e solo dall’esame dei Ris sarà possibile formulare ipotesi più chiare.

Al momento i carabinieri del comando provinciale di Latina confermano che nell’appartamento non ci sono segni di effrazione, circostanza questa che ha fatto ritenere possibile l’ipotesi dell’omicidio-sucidio. Già nella tarda serata di ieri gli investigatori hanno ascoltato alcuni condomini del palazzo che hanno riferito di aver sentito le due donne litigare durante la giornata di ieri. Ma l’arma che ha ucciso le due donne non è ancora stata ritrovata. Le ipotesi al momento restano ancora aperte, anche quella del duplice omicidio. È escluso però, viste le condizioni umili in cui vivevano madre e figlia, entrambe senza un lavoro stabile, che si sia trattato di una rapina finita nel sangue.

Sul luogo del delitto sarebbe stato rinvenuto un coltello sporco di sangue anche se i carabinieri hanno cercato ulteriori indizi anche nei cassonetti intorno al condominio di borgo Flora (un’area rurale tra Cisterna e Latina).

Secondo alcune indiscrezioni i carabinieri avrebbero stretto il cerchio intorno ad un uomo, uno straniero di origini indiane di 35 anni. L’uomo sarebbe stato colto da un raptus in seguito ad una lite con la 55enne per questioni di denaro.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/latina-madre-e-figlia-trovate-morte-casa-904351.html

Questa ragazza è morto anche a causa della stupidità della madre. Si attende visita della Boldrini.

Omicidio Orsi, Halilovic resta in cella Il giudice non convalida fermo … – Corriere della Sera


Il Resto del Carlino

Omicidio Orsi, Halilovic resta in cella Il giudice non convalida fermo
Corriere della Sera
BOLOGNA – Resta in carcere Sonic Halilovic, il nomade di 19 anni arrestato per l'omicidio di Quinto Orsi, il meccanico di 72 anni investito e ucciso giovedì pomeriggio mentre tentava di impedire un furto d'auto nella sua officina di via Ferrarese a
Omicidio in officina, il 19enne resta in carcereLa Repubblica

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Ucciso dal ladro, il 19enne rom resta in carcere – Il Resto del Carlino


Il Resto del Carlino

Ucciso dal ladro, il 19enne rom resta in carcere
Il Resto del Carlino
Bologna, 25 febbraio 2013 – Resta in carcere Sonic Halilovic, il nomade di 19 anni arrestato per l'omicidio di Quinto Orsi, il meccanico di 72 anni investito e ucciso giovedi' pomeriggio mentre tentava di impedire un furto d'auto nella sua officina di

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Uccide un italiano: scena muta davanti al giudice

Monfalcone (GO) – Non parla il ventenne straniero sottoposto a fermo di polizia giudiziaria nelle indagini sull’omicidio del 38enne Riccardo Degrassi, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorsi davanti alla sua abitazione di via Marco Polo nel rione di Panzano. Interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica Valentina Bossi, che coordina le indagini, il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per ora, comunque, resta in carcere, in attesa della convalida del provvedimento restrittivo da parte del Gip che dovrebbe avvenire oggi. Gli inquirenti sono convinti di avere tra le mani almeno uno degli aggressori di Degrassi anche se non lasciano trapelare nulla sulle circostanze che hanno portato al suo fermo. Se non la considerazione che tra il giovane fermato e la vittima non ci sarebbe stato alcun rapporto fino al momento del delitto.

Le indagini comunque continuano a 360 gradi in tutti gli ambienti frequentati dal portuale 38enne, tra le persone coinvolte in dissidi e discussioni con lui. Non solo per trovare nuovi riscontri nei confronti del giovane fermato ma anche perchè non si esclude che all’agguato costato la vita a Riccardo Degrassi possano aver preso parte anche altre persone. E molto gli inquirenti si aspettano dall’esito dell’autopsia, effettuata ieri a Monfalcone, che potrebbe fornire elementi utili a capire quante persone ci siano state sul luogo del delitto alle 3 di sabato mattina a Panzano, assieme alla vittima.

Va delineandosi intanto anche il “ritratto” del giovane sottoposto a fermo, sulle cui generalità viene comunque mantenuto strettissimo riserbo: straniero, residente in provincia di Gorizia ma non a Monfalcone, con numerosi precedenti penali a dispetto dalla giovanissima età – vent’anni – coinvolto in ripetuti fatti di violenza, fisicamente assai robusto e quindi teoricamente in grado di sopraffare, anche senza l’aiuto di complici, un uomo atletico e determinato quale Roberto Degrassi.

Dalla Procura non trapela nulla circa le piste che hanno portato al suo fermo, anche se si tende ad escludere vendette per vecchi rancori o questioni legate alla sfera sentimentale. Certo l’efferatezza dell’omicidio di Degrassi, “finito” con una fioriera spaccatagli sulla testa, non fa nemmeno intravvedere l’esito tragico di una banale lite, sfuggita di mano all’aggressore e sfociata in tragedia.

Sicuramente le forze dell’ordine sono in possesso di elementi almeno parzialmente utili a ricostruire movente e circostanze che hanno portato al delitto ma al momento non intendono assolutamente renderle note. L’impressione è che Procura e forze dell’ordine intendano arrivare a una soluzione del caso nel più breve tempo possibile, senza avventurarsi però in accelerazioni eccessive che potrebbero vanificare tutto il lavoro.

http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/01/23/news/il-fermato-resta-muto-davanti-al-pm-1.6402450

Rapina cellulare: preso Ecuadoriano

RAPINA IMMIGRATO DEL CELLULARE, ECUADORIANO RESTA
AGI – Agenzia Giornalistica Italia
convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere del ventenne ecuadoriano arrestato martedì dalla polizia in piazza Leonardo Da Vinci, a Genova, immediatamente dopo avere messo a segno una rapina ai danni di un immigrato bengalese.

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