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Segregata, picchiata, bruciata e molestata dai genitori albanesi

FAENZA – Botte, bruciature, offese, sputi, pedinamenti, minacce di morte. Questo quello che è stata costretta a sopportare una ragazzina da parte dei genitori albanesi per un periodo di tre anni. A portare alla luce questi abusi, andati avanti fino all’aprile scorso, sono state le indagini degli agenti del commissariato di Faenza, in collaborazione con i colleghi di Imola. Al termine dell’operazione, coordinata dal pm del tribunale di Ravenna Angela Scorza, i genitori della ragazzina sono stati arrestati. Il gip ha infatti emesso un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo, un 51enne albanese, rinchiuso nella casa circondariale di Faenza; la moglie, di 45enne, è stata invece sottoposta agli arresti domiciliari.

Le indagini sono partite ad aprile. La ragazzina, ancora minorenne quando sono cominciate le violenze, è riuscita a sfuggire al controllo ossessivo dei genitori ed è corsa al pronto soccorso, dove le sono state riscontrate lesioni guaribili in 25 giorni. La giovane ha raccontato prima ai sanitari, poi alla polizia nel frattempo allertata, di come si era procurata quelle ferite. Gli agenti hanno così fatto qualche verifica e, una volta accertata l’attendibilità del racconto, sono scattate le indagini più approfondite e contemporaneamente avviate le procedure di protezione.

Terribile il quadro emerso durante le indagini. La ragazza, oggi maggiorenne, veniva infatti ripetutamente maltrattata e sottoposta ad un cruento e crudele sistema di controllo, segregazione e sopraffazione, tanto da venire picchiata (anche con oggetti contundenti), da sopportare bruciature alla cute e ai capelli, da ricevere offese e sputi, da essere controllata a vista negli spostamenti. I genitori erano arrivati anche a sequestrarle i documenti di identità e minacciarla di morte, anche con tentativi di strangolamento. In seguito alle percosse le venivano persino negate le cure negli ambulatori pubblici. La ragazzina era costretta a giustificare i segni visibili o i lividi come conseguenza di cadute accidentali.

http://www.romagnanoi.it/news/cronaca/1188047/Ragazzina-picchiata–segregata-e-minacciata.html

Stuprata, massacrata di botte e presa a morsi da congolese

Ha composto il numero del 112 e con le poche forze che le erano rimaste ha chiesto aiuto. Poche parole, quelle che la ventenne studentessa è riuscita a pronunciare. Appena il fiato per dare l’indirizzo e il numero civico ai medici del pronto soccorso. All’arrivo dei carabinieri e dell’ambulanza la ragazza è stata portata in ospedale e ha raccontato una tremenda notte di violenze subite.

Il racconto dell’incubo. La ragazza originaria dell’hinterland perugino, studentessa universitaria, ha spiegato di aver da poco tempo instaurato una relazione sentimentale con il giovane extracomunitario. La travagliata storia si è conclusa in maniera tragica nella nottata tra sabato e domenica quando, intorno alle 5 del mattino, K. K. C., di anni 22 e originario del Congo, dopo essersi fatto accompagnare a casa dalla stessa vittima, avrebbe preteso dalla giovane un rapporto sessuale. Al rifiuto la ragazza è stata brutalmente violentata e picchiata subendo ferite su più parti del corpo che l’hanno costretta ad essere ricoverata presso l’ospedale del capoluogo con una prognosi medica di trenta giorni.

Futuro ministro?

Futuro ministro?

I carabinieri lo hanno trovato in camera che dormiva. Lui ha negato. I militari, rintracciato il luogo da dove era partita la richiesta d’aiuto, sono intervenuti rapidamente ed entrati nell’appartamento, proteggendo da subito la vittima, hanno identificato il ragazzo che in quel momento era tranquillamente nel letto della sua camera facendo finta di dormire. L’uomo ha negato ogni addebito riferendo che la nottata l’aveva trascorsa in una  discoteca di Ponte San Giovanni per poi rientrare a casa con la  fidanzata non ricordando l’orario e le circostanze successive al ritorno a casa. All’interno della camera da letto i militari  hanno però trovato degli indumenti sporchi di sangue e riscontrato tracce ematiche anche su uno dei due cuscini e sul lenzuolo.

L’arresto in flagranza. Vagliate le sommarie e confuse risposte su come fossero andati i fatti e dopo aver ascoltato la ragazza e verbalizzato la sua denuncia, i militari hanno tratto in arresto in flagranza di reato il giovane congolese per violenza sessuale e lesioni personali. Lo stesso, con piccoli precedenti per furto e lesioni e senza una occupazione stabile, è stato portato nel carcere di Capanne a disposizione del magistrato di turno che ha diretto personalmente i militari durante tutte le fasi dell’arresto.

http://tuttoggi.info/articolo/54966/

Ecchimosi in ogni parte del corpo, una grave lesione alla orbita dell ‘occhio destro, ferite profonde al cuoio capelluto, morsi ad un polpaccio: un bollettino medico molo lungo quello stilato dai medici del  Pronto Soccorso del S.Maria della Misericordia  attorno alle ore 5 di domenica mattina che riguarda una ragazza residente a Perugia, di appena 20 anni di eta’ , trasportata in ospedale da una autoambulanza del  118. Oltre  a queste gravi lesioni i medici sono  stati impegnati ad accertare  una violenza sessuale, anche con prelievi ematologici effettuati dai medici della Struttura di ostetricia e ginecologia. La ragazza, che si trova ricoverata nella Clinica i Otorinolaringoiatra, dovrà essere sottoposta, quando le sue condizioni fisiche glielo permetteranno ad un intervento chirurgico per  il trauma  all’orbita   dell’occhio. La prognosi e’ di 30 giorni. L’ intervento degli operatori del 118 e’ avvenuta su chiamata di alcuni vicini  di casa del palazzo in cui e’ avvenuto il fatto, lungo la strada che da Perugia conduce a Ponte Felcino. Contemporaneamente  sul posto e’ intervenuta una pattuglia dei Carabinieri che ha  seguito l’ autoambulanza. La ragazza ai medici avrebbe riferito di conoscere la persona  che si e’ resa responsabile della grave violenza. Sul fatto stanno effettuando le indagini i Carabinieri che hanno già stilato un primo rapporto per la Procura della Repubblica.

http://tuttoggi.info/articolo/54952/

Ai “razzisti” questo non accade.

Bimba stuprata per due anni dal padre romeno

Cornate d’Adda, 13 maggio 2013 – Violentava la figlioletta di 11 anni. Lo faceva ripetutamente da almeno 2 anni. Fino a sabato scorso, quando la piccola è riuscita a sfuggire alle grinfie del padre-orco scappando di casa nel cuore della notte.

L’ha trovata e soccorsa una pattuglia dei carabinieri mentre vagava disperata nella zona industriale di Cornate d’Adda. Dal racconto della bimba, ascoltata in “audizione protetta” con l’aiuto di psicologi e personale specializzato, è emerso l’orrore che si consumava in un appartamento di Cornate dove il padreromeno 37enne nullafacente, in Italia dal 2008, viveva con la moglie e un’altra figlia più piccola, ora affidata temporaneamente ad alcuni parenti, mentre la sorella 11enne si trova in una comunità protetta.

L’uomo è rinchiuso nel carcere monzese del Pm Manuela Massenz che ha coordinato le indagini.

http://www.ilgiorno.it/monza/cronaca/2013/05/13/887720-cornatedadda-bambina-vuiolentata-padre-arrestato.shtml

Piacenza, vietato andare in stazione: immigrati rapiscono persone

Piacenza 03 mag 2013 – Un sequestro durato più di due ore e poi la rapina. E’ la disavventura accaduta l’altro ieri a un medico cremonese di 38 anni che in stazione a Piacenza è stato avvincano da un individuo che, puntandogli un coltello, lo ha obbligato ad andare in casa per farsi consegnare oggetti di valore e successivamente, sempre sotto la minaccia del coltello, ha costretto il 38enne ad andare in banca a ritirare 1600 euro in contanti. I carabinieri della Compagnia di Cremona, che hanno condotto l’indagine lampo, grazie ai filanti ripresi dal sistema della banca e in stazione a Piacenza, hanno bloccato stamattina un tunisino pregiudicato di 20 anni senza fissa dimora.

Boldrini: "gli immigrati sono risorse"

Lo hanno raggiunto in un bar di piazzale Marconi e portato in carcere alle Novate, su fermo di polizia giudiziaria: è accusato di rapina e sequestro di persona. L’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore di Piacenza Antonio Colonna. Stando al racconto che l’uomo ha reso davanti ai carabinieri, tutto è accaduto nel pomeriggio del 29 aprile, quando il medico cremonese è arrivato in auto a Piacenza per accompagnare i parenti a prendere il treno Frecciarossa in stazione. Nel ritornare verso l’auto, posteggiata nel parcheggio di viale Sant’Ambrogio, è stato avvicinato da uno straniero – che ha poi riconosciuto senza dubbio nel nordafricano arrestato – che puntandogli un coltello lo ha obbligato a salire in auto per tornare a Cremona. Qui ha costretto il medico a entrare in casa e a consegnargli oggetti di valore: due telefoni cellulari e un iPad.

Non contento, il rapinatore ha fatto in modo che la vittima si recasse in banca per prelevare 1600 euro in contanti. Alla fine si è fatto riaccompagnare a Piacenza e si è fatto lasciare nella zona della stazione. Rientrato a Cremona, l’uomo si è rivolto ai carabinieri che in 48 ore – grazie alle immagini riprese sia in banca a Cremona che in stazione a Piacenza – hanno individuato lo straniero e questa mattina sono andati ad arrestarlo in un bar di piazzale Marconi: deve rispondere di rapina aggravata e sequestro di persona.

http://www.ilpiacenza.it/cronaca/sequestrato-rapinato-medico-stazione.html

 

Giovane coppia accerchiata da branco di maghrebini: ragazza presa a pugni

MODENA – Questa volta le vittime non sono minorenni e non siamo in piazza Roma. Ma le similitudini sono evidenti: una giovane coppia che viene accerchiata dal branco, una scusa, in questo caso la richiesta di avere una sigaretta, per avvicinarsi il più possibile, gli spintoni e poi un forte pugno in faccia alla ragazza con relativa rapina del suo cellulare. È successo domenica sera, verso le 21.30, nella zona del parco che si trova dietro al teatro Storchi. Un ragazzo di venticinque anni era con la sua fidanzata di ventitrè: sono due giovani e stavano tranquillamente passeggiando nel lato di viale Fabrizi per finire la loro giornata insieme. Siamo in centro ma in una delle zone più a rischio: è in quest’area che si portano a termine, che si gestiscono gli affari di droga perché è praticamente la sede della banda dei viali gestita da tunisini spacciatori di piccolo e medio calibro. E, di sera, ad illuminare la zona non ci sono certo degli abbaglianti. Ma siamo in centro, a pochi metri dal via vai di via Gallucci, dal passeggio anche serale lungo i portici dell’Emilia centro e nelle piazze. Il branco è entrato in azione puntando a due vittime classiche, due giovani indifesi. La coppia è stata accerchiata da tre magrebini, tutti sui vent’anni: uno ha chiesto di avere una sigaretta, un’altro ha iniziato a spintonare il ragazzo. In breve è stato immobilizzato e alla ragazza è arrivato un forte pugno in faccia. Un colpo violento che le ha spaccato il labbro. I tre strappano il cellulare alla 23enne. Solo il telefonino, non prendono borsa, portafogli o soldi. Solo il cellulare e e scappano di corsi diretti verso via Gallucci. In breve fanno perdere le loro tracce, confondendosi tra i giovani avventori della zona. I due lituani rapinati intanto chiamano i soccorsi e sul posto arriva una Volante della polizia che raccoglie il loro racconto.
Un aiuto alle indagini, forse, potrà venire dalle telecamere in centro, in particolare quelle che hanno installato i negozi della “movida”. Ma sarà molto difficile trovare i responsabili di questa rapina violenta.

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/04/30/news/pugno-in-faccia-per-rapinarle-il-cellulare-1.6979113

Roma: palpeggiata e molestata da Romeno sulla giostra

Stupro su giostra Tagadà a Ponte Milvio: ragazza di 18 anni denuncia tutto alla Polizia, arrestato 40enne

Il divertimento sta nel tentare di resistere ai sobbalzi restando attaccati alle apposite maniglie. E’ una giostra, spesso presente al luna park o in semplici parchi cittadini, si chiama Tagadà. Tutt’altro che divertente per la giovane vittima che ha denunciato alla polizia una violenza sessuale avvenuta proprio durante un giro sulla pazza giostra.

Siamo in zona Ponte Milvio, la ragazza di 18 anni appena compiuti era in compagnia di una sua amica quando si è avvicinata a un equipaggio del Reparto Volanti, che stava effettuando dei controlli in viale Antonio di San Giuliano. Con poche parole e in stato di choc è è riuscita a raccontare ai poliziotti degli abusi subiti sulla giostra.

Gli agenti, subito dopo il racconto della giovane, sono entrati nel parco in questione, hanno individuato il sospetto, un cittadino romeno di 40 anni, e lo hanno bloccato. Poi, con l’aiuto di un’altra volante, lo straniero è stato accompagnato in Commissariato mentre la ragazza, ancora sconvolta e dolorante in varie parti del corpo, è state accompagnata in ospedale da un’ambulanza. Solo dopo le cure dei sanitari, la giovane è riuscita a tranquillizzarsi e a spiegare agli investigatori i particolari dell’accaduto. Ecco i dettagli.

IL RACCONTO DELLA VITTIMA – Dopo aver fatto il biglietto era entrata nella giostra e si era seduta vicino alla sua amica. Il Tagadà, lo abbiamo detto, è una pedana circolare con posti a sedere tutti intorno dove le persone prendono posto e si tengono forte a delle maniglie di sostegno. Il gioco infatti, una volta partito, consiste in movimenti ondulatori e sussultori molto veloci che fanno sbalzare i partecipanti da una parte all’altra.

Partita la giostra, l’uomo alla sua destra, consapevole della situazione cui sono costrette le persone, ne ha approfittato per palpeggiarla insistentemente nelle parti intime. La giovane, a un certo punto, pur di allontanarsi dall’individuo, ha lasciato le maniglie e ha preferito cadere sulla pedana ancora in movimento. Ma lo straniero, per niente rassegnato, si è lasciato andare anche lui, l’ha raggiunta e ha continuato a palpeggiarla.

Solo quando la giostra ha terminato di funzionare, la vittima è riuscita a liberarsi dalla presa dell’uomo che poi si è allontanato. Molto scossa, una volta uscita dal piazzale ove era situata la giostra, ha notato la macchina della Polizia, si è avvicinata e ha chiesto aiuto.

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Albanese violento picchiava moglie e bambini

Padre-padrone arrestato dagli agenti della squadra Anticrimine del Commissariato di Polizia di Faenza. Si trova di un albanese di 42 anni, fermato in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Giudomei per maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti della moglie e dei figli minori. La donna ha deciso di denunciare i fatti Al culmine di ripetuti episodi di molestie (fisiche e verbali) commesse ai suoi danni e verso i propri figli dal 42enne.

Il racconto della donna inizia poco dopo che i due si sposano, nel lontano 1995. Nel tempo per sfuggire alle violenze del marito si è allontanata di casa con i figli in più occasioni ed in un caso ha denunciato il coniuge, poi ritirata a seguito delle promesse del marito di cambiare atteggiamento. Questa volta però la “rete” predisposta per contrastare la violenza di genere ha funzionato nel migliore dei modi, riuscendo così ad infondere alla vittima una relativa serenità tale da convincersi a denunciare il proprio marito.

La sinergia delle Istituzioni intervenute in questo caso: la Procura, che ha coordinato l’attività d’indagine, il Commissariato di Polizia, Servizi
Sociali del Comune di Faenza e Associazione S.O.S. Donna, hanno permesso di tutelare madre e figli che nel frattempo hanno soggiornato in un domicilio protetto, e di raccogliere gli elementi di prova necessari per emettere una custodia cautelare nei confronti dell’indagato.

http://www.ravennatoday.it/cronaca/picchiava-moglie-e-figlioletti-padre-padrone-e-ora-in-carcere.html

“Nuovo italiano” ubriaco aggredisce agenti

Se fosse in vigore la legge targata Pd, questo crimine sarebbe stato commesso da "italiano"

Il padre lo picchia per la sbronza: va in caserma per denunciarlo e

Alle 4.30 circa di stamattina i carabinieri hanno arrestato il pregiudicato tunisino R.Z., nato ad Agrigento nel 1992 ma residente a Osimo. Il giovane disoccupato è accusato di resistenza, violenza, oltraggio e lesioni aggravate.

Si è presentato in evidente stato di alterazione psicofisica e ubriachezza al Comando dell’Arma per formalizzare una denuncia di lesioni contro il padre, che, poco prima, lo aveva ripetutamente percosso al volto.

Stando al suo racconto, il ragazzo sarebbe rientrato a casa alle 3, dopo aver trascorso una serata in una nota discoteca in Porto Recanati (Mc); lì aveva bevuto molti alcolici, ed è stato per questo rimproverato dal genitore. La discussione è degenerata in uno scontro fisico ed il giovane è stato cacciato da casa.

Il militare di servizio in caserma, viste condizioni psicofisiche del 21enne e le ferite al volto, lo ha invitato a farsi refertare al pronto soccorso del locale ospedale civile per poi formalizzare successivamente la denuncia. Invece, R.Z., anziché seguire i consigli del carabiniere, è andato in escandescenza urlando ed inveendo contro il militare con calci e pugni contro il portone della caserma.

Vista la reazione, è stato richiesto l’aiuto della pattuglia del radiomobile, che, immediatamente sopraggiunta, ha cercato di calmare, assistendo e facendo accomodare in sala di attesa il giovane;  poi ha proceduto agli accertamenti di rito.

Improvvisamente, però, il tunisino ha aggredito violentemente i militari operanti, che a fatica sono riusciti a bloccarlo, a immobilizzarlo e ad arrestarlo. Dopodiché è stato richiesto l’intervento dei sanitari del ‘118’, per l’assistenza all’arrestato e ad un militare in turno dell’aliquota radiomobile che nello scontro ha riportato lesioni alla mano destra. Il militare ferito ha fatto ricorso alle cure ospedaliere con una prognosi di  60 giorni.

Il giovane lo scorso 28 gennaio per analoghi reati era stato tratto in arresto dagli agenti del Commissariato di polizia di Osimo, avendo assunto lo stesso comportamento aggressivo.
Di quanto accaduto è stato informato il pm di turno Irene Bilotta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona,  che ha disposto la custodia dell’arrestato nelle camere di sicurezza della Stazione di Osimo, in attesa del rito direttissimo fissato per la tarda mattinata odierna.

Nell’udienza tenutasi alle 14 è stato convalidato l’arresto e su richiesta della difesa è stato ammesso il patteggiamento, che si è concluso con la condanna alla pena di 3 mesi di reclusione (pena sospesa con remissione in libertà). Il tunisino arrestato è dunque ritornato in libertà.
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Altra donna pestata dall’ex nordafricano

La giovane riporta traumi al cranio e alla faccia con una prognosi di sette giorni. Per fuggire all’ira dell’uomo, in preda all’alcol, si è rifugiata in un’area di manovra dei treni

Aggredita dall’ex fidanzato mentre si trovava alla stazione di Livorno. A essere vittima della violenza dell’uomo è una ragazza di Empoli, 26enne, che per fuggire all’ira dell’ex è scappata in un’area di manovra dello scalo labronico prima di essere aiutata dalla polizia ferroviaria.

Un trentenne marocchino, in preda ai fumi dell’alcol, è stato fermato e denunciato per l’accaduto oltre che invitato a lasciare l’Italia. La ragazza, secondo il proprio racconto, sarebbe stata aggredita in piazza Dante: all’origini motivi sentimentali. La giovane, medicata al pronto soccorso di Livorno, ha riportato ferite al volto guaribili in sette giorni, oltre a traumi cranico e facciale.

http://www.gonews.it/articolo_178403_Una-26enne-di-Empoli-aggredita-alla-stazione-dallex-fidanzato-Per-lui-scatta-la-denuncia.html

Baldoria e danneggiamenti: “Voglio essere come il mio eroe, Corona”

PADOVA. «Picchiatemi pure, è quello che voglio: così divento famoso come Corona». È finita così, con i suoi sogni di gloria davanti a una cella del carcere Due Palazzi di Padova, la giornata di baldoria di un giovane camerunense di 19 anni. Arrestato, scarcerato e poi nuovamente arrestato dopo poche ore. Tutto per inseguire la celebrità.

Il giovane infatti, secondo il racconto delle forze dell’ordine, è uno che cura molto il proprio look, con scarsi risultati a dire il vero. Tra i capelli ha una striscia bionda ed è vestito in modo inappuntabile. Ma ieri attorno alle 13 comincia il suo show in un bar di Limena: ubriaco, disturba i clienti e aggredisce i carabinieri intervenuti per calmarlo. I militari decidono di arrestarlo e portarlo in caserma. Il giudice però dopo aver letto gli atti ne decide la scarcerazione.

E così la giornata di baldoria del giovane «Corona» continua. Dalla caserma dei carabinieri prende un taxi fino al centro di Padova: scende senza pagare. Si «esibisce» poi in via San Fermo. Prende un cassonetto dell’immondizia e lo svuota davanti al negozio di «Luis Vuitton». Poi raggiunge il bar «Baessato»: anche qui infastidisce i clienti e si stende per terra biascicando frasi senza senso. Fino all’arrivo dei carabinieri, a cui confessa il suo obiettivo: «Essere come Fabrizio».

Link e Articolo: http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/01/28/news/ubriaco-insulta-i-carabinieri-picchiatemi-cosi-divento-come-corona-1.6430174