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Gang di immigrati stupra due ragazze: poi inviano vaglia con 500€ per il ‘disturbo’

Rischiavano di tornare liberi i tre aguzzini protagonisti di una notte dell’orrore nel quartiere Stanga nel settembre dell’anno scorso. Una notte purtroppo indimenticabile per due donne, una ventenne di Padova e una trentacinquenne di Cavallino Treporti nel Veneziano. Donne fragili, vulnerabili. Donne che, sulla loro strada, avevano incrociato quelle belve pronte a sfogare i loro impulsi per gioco e senso dell’onnipotenza, senza esitare a rapinarle dei pochi soldi che avevano in tasca, picchiarle e (una delle due) gettarla nel canale Piovego come fosse un sacco di spazzatura. Rischiavano di uscire, così il gup padovano Mariella Fino ha fissato un’udienza straordinaria per celebrare il rito abbreviato reclamato dai tre imputati, tutti di origine tunisina. Ed è arrivata la condanna per Mohamed Chourabi, 20 anni; Acref Rebhi, 22 e Wahid Dibhi, 30, chiamati a rispondere di violenza sessuale di gruppo, violenza privata e lesioni personali nonché di rapina. Accogliendo le richieste della pubblica accusa (anzi, andando oltre), il giudice Fino ha inflitto 10 anni e quattro mesi a Chourabi, 10 anni a Rebhi e 7 anni e quattro mesi a Dibhi: tutti hanno usufruito dello sconto di un terzo come prevede la legge. A difenderli i legali Elisabetta Costa e Lombardi. La vittima ventenne si è costituita parte civile, tutelata dall’avvocato Roberto Boev: il giudice le ha riconosciuto un risarcimento danni di 60 mila euro oltre alle spese legali. Appena arrestati, i tre avevano negato con forza le violenze. Poi, correggendo la versione, avevano sostenuto che le due donne erano state consenzienti. Eppure durante quella drammatica notte all’”Arancia meccanica”, prima di finire in manette, uno dei tre, intercettato al telefono con un amico nell’ambito di un’altra indagine, s’era vantato della bravata. Solo quando si sono resi conto che le cose si mettevano male, dal carcere gli imputati hanno inviato un vaglia alla ventenne, decisa a presentarsi in aula per reclamare giustizia: con 500 euro volevano pagare il conto dello stupro. Il vaglia è stato subito rispedito al mittente: «Una lettera di scuse avrebbe avuto più valore. Ma negare ogni accusa e spedire quella somma per vaglia, significa mancare doppiamente di rispetto alla dignità di un essere umano dopo quello che ha sopportato» commenta l’avvocato Roberto Boev.

Cittadinanza ai figli degli immigrati

Cittadinanza ai figli degli immigrati


È la notte tra il 5 e il 6 settembre 2012. Intorno alle 2.30 in via Confalonieri una ventenne (oggi in comunità) va in giro con tre amici alla ricerca di una dose di stupefacenti. Il gruppo incontra per caso due tunisini, Chourabi e Rebhi, che aggrediscono i ragazzi, agitando tra le mani cocci di bottiglia. Chourabi afferra la ventenne, piccola ed esile, e la trascina per i capelli poco lontano mentre l’amico tiene a bada i tre, rapinati di pochi soldi insieme alla giovane. Lei urla, ma non c’è modo di sottrarsi alla furia del violentatore. Pochi minuti più tardi i due si allontanano, cercando di rapinare un vigile del fuoco alla Stanga che si sta dirigendo in stazione: lui reagisce ed evita il peggio.
Non è finita. Intorno alle 4 in via Corrado i due nordafricani, cui si è unito Dibhi, incontrano la 35enne anche lei alla ricerca di droga. E l’aggrediscono, iniziando a palpeggiarla e a spogliarla. Lei si difende, nonostante sia bastonata; allora i tre la derubano anche del cellulare e la scaraventano in acqua: il reato di tentato omicidio, inizialmente contestato, sarà derubricato in violenza privata e lesioni. In mattinata la Squadra mobile, guidata dal vicequestore Marco Calì, blocca Chourabi e Rebhi. Dibhi viene ammanettato nel pomeriggio: era agli arresti domiciliari.

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/08/30/news/stuprate-alla-stanga-condanna-a-10-anni-per-i-violentatori-1.7659445

Case ai rom e ronde L’ipocrisia di sinistra nel nome del «sociale» – il Giornale


il Giornale

Case ai rom e ronde L'ipocrisia di sinistra nel nome del «sociale»
il Giornale
Per carità non chiamatele «ronde», anche se così le chiamano perfino i giornaloni amici, anzi amicissimi di Pisapia. E non parlate di «marcia indietro» o «ripensamento» – con conseguente figuraccia – rispetto a quelle della giunta di centro-destra.

altro »

Invasori chiamano, Guardia Costiera arriva: altri 58 invasori ‘soccorsi’

Canale Sicilia, soccorsi 58 invasori

Soccorsi durante la notte nel canale di
Sicilia, con due interventi distinti
della Guardia Costiera, 58 migranti.

Una barca in difficoltà, con a bordo 41
eritrei fra cui una donna, è stata soc-
corsa al limite fra le acque italiane e
quelle maltesi da una motovedetta che
ha trasferito i migranti a Pozzallo(RG)

Il secondo intervento si è reso neces-
sario a 4 miglia da Lampedusa, dove so-
no stati soccorsi 17 pseudo-siriani, fra cui
che si trovavano a bordo di un gommone in avaria.

La Guardia Costiera collabora in sostanza con i trafficanti.

Il racket zingaro della prostituzione minorile

NAPOLI – Hanno dai 13 ai 15 anni. In alcuni casi anche di meno. Sono i nuovi schiavi del sesso a pagamento a Napoli. Li mostra, in una video inchiesta esclusiva, il Corriere della Sera. Amalia de Simone si muove in macchina per Napoli, passando dalla zona della stazione ferroviaria e da quella del Centro direzionale. Ragazzini e ragazzine si prostituiscono già dal mattino, nell’indifferenza generale. “Sono quasi sempre ragazze dell’est o nigeriane, quasi sempre vittima di tratta, entrate in Italia con dei sogni e buttate per strada con violenze e ricatti – spiega intervistata sul Corriere Deborah Divertito, operatrice sociale -. I ragazzi sono per lo più rom o bulgari e partono dai 13 anni. Molto spesso si prostituiscono nei cinema a luci rosse dove per entrare esibiscono documenti falsi”.
 
Amalia de Simone chiede a degli uomini che sono sulla strada a prostituirsi il perché della presenza, notata la sera prima, di un bambino di 6 anni, che è rimasto in strada tutta la notte. “Minorenni? Si, ce ne sono. Non sempre però. Dipende dalle famiglie, sono loro che li mettono sulla strada. Io ne conosco qualcuno, sono rom. Ci sarà anche qualcuno che lo fa di nascosto ma in generale sono le famiglie a mandarli”. A quanto pare Napoli sembra essere una piazza particolarmente “facile” per questo tipo di commerci. “Napoli è diventata una meta allettante per questi traffici – dice ancora Deborah Divertito – perché è facile ottenere documenti falsi tramite le organizzazioni criminali o anche attraverso laboratori clandestini del centro città o della zona flegrea. Inoltre i controlli sono pochissimi e c’è molta tolleranza”. Una di quelle storie che, veramente, si vorrebbe non dover raccontare.

http://www.net1news.org/cronaca/bambini/napoli-bambini-di-13-anni-si-prostituiscono-in-strada-video-inchiesta.html

Porte rotte al campo nomadi di via Longhin: il Comune le aggiusta – Mattino Padova

Porte rotte al campo nomadi di via Longhin: il Comune le aggiusta
Mattino Padova
CAMIN. Quindici nuove porte per sostituire quelle rovinate nel campo nomadi di via Longhin. A coordinare i lavori il Comune, che spenderà 4mila 719 euro per sistemare porte e davanzali. L'amministrazione userà un avanzo dei soldi arrivati in più

Perugia: 90enne scippata e gettata per terra da maghrebino

Perugia 04 luglio 2013 – Era stato buon profeta purtroppo il Capo della Mobile di Perugia, Marco Chiacchiera, che 24 ore fa aveva fortemente voluto parlare con i giornalisti non solo per annunciare l’arresto di uno della banda degli scippi, ma per lanciare un appello ai perugini a stare attenti alle proprie mamme e nonne, bersagli di questi balordi che ha definito i “cassa integrati dello spaccio “. Oggi pomeriggio – 4 luglio – ancora una volta i criminali stranieri hanno colpito. La vittima è stata una donna di quasi 90 anni che stava tornando a casa in  Corso Cavour. A lei si avvicinato da dietro uno straniero – probabilmente magrebino – che in pochi secondi le ha strappato la collana con il ciondolo.

L’anziana è stata sbattuta con violenza a terra riportando ematomi e graffi al volto. E’ stata immediatamente soccorsa da alcuni passanti (tra cui la badante) mentre il vigliacco, forse con un complice, se l’è data a gambe cercando magari un compro oro oppure un acquirente senza scrupoli. La donna è stata portata al Pronto Soccorso dove è stata visitata dal dottor Ugo Gariazzo: il bollettino medico parla di ferite guaribili in 15 giorni. “Come abbiamo dimostrato siamo in grado di prenderli” ha spiegato a Perugiatoday.it Marco Chiacchiera “Chiediamo che ogni attacco sia denunciato e che i testimoni ci diano una mano per cercare di identificare gli scippatori. Purtroppo sappiamo che questo fenomeno sta crescendo: in questi giorni ci sono stati altri episodi. Non ci arrendiamo ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti”. Forse è giunta l’ora di non indossare più collanone e collanine. Un po’ come è successo quando dalle nostre porte sono sparite un bel giorno quelle chiavi che erano un simbolo di civiltà di una comunità perbene.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/corso-cavour-scippata-anziana-ferita.html

O forse è giunta l’ora di espellere gli immigrati e ripristinare quella comunità perbene di un tempo.

 

 

Sudamericani litigano con italiani e distruggono locale, per sfogarsi

27 giugno 2013 – Tre sudamericani, dai 18 ai 21 anni, hanno passato una notte tra amici. Una come tante, di quelle dove si beve qualche birra di troppo e si raccontano le proprie esperienze. Qualcosa però deve essere andato storto. Il terzetto di amici infatti ha prima litigato con alcuni italiani, abituali avventori del bar di Spazio Arte in via Maestri del Lavoro, e poi si è diretta verso il pub Travel di via Cavallotti.

Qua, probabilmente per sfogare la rabbia del precedente litigio, i giovani hanno iniziato a tirare bottiglie sulle vetrine della birreria. Il proprietario allertato dal fracasso uscendo fuori ha subito anche un’aggressione. Immediatamente dopo i sudamericani si sono allontanati e, quando sembrava tutto finito, sono poi tornati con delle pietre che sono state tirate nuovamente sulla struttura del pub causandogli diverse migliaia di euro di danni. Qualche istante dopo è intervenuta una voltante della polizia di Sesto San Giovanni che ha prima calmato e poi denunciato i tre.

http://sesto-san-giovanni.milanotoday.it/ubriachi-distruggono-pub-travel.html

 

Picchiata e accoltellata da nordafricani: rischia di morire dissanguata, trasfusione

FIRENZE – Aggredita, picchiata al volto e ferita con un taglierino da due uomini che hanno tentato di portarle via scooter e borsa, ora è costretta a ricorrere ad una trasfusione del sangue a causa di copiose emorragie ematiche: la donna, 44 anni, fiorentina, ha infatti una rara patologia di origine genetica che le tiene bassi i livelli dell’emoglobina. Dopo l’aggressione violenta, infatti, ha perso molto sangue e, anche se non è in pericolo di vita, ha avuto uno choc ematico importante.
Il tentativo di rapina, denunciato ai carabinieri, si è verificato a Tavarnuzze, nel comune di Impruneta (Firenze), dove due malviventi l’hanno accoltellata alle braccia e picchiata al volto: dalle lesioni, anche da quelle al viso, è fuoriuscito molto sangue, al punto da renderla molto debole, tanto che solo stamani ha presentato denuncia, mentre la rapina è avvenuta due giorni fa. I carabinieri stanno cercando gli aggressori.

Lei comprende la rabbia degli immigrati.

Lei comprende la rabbia degli immigrati.

Sarebbero, in base al racconto della donna, due nordafricani che le si sono parati davanti costringendola ad una frenata brusca.
Un agguato vero e proprio, vicino a casa. Lei è caduta a terra ed è rimasta bloccata con una gamba sotto lo scooter. Uno dei due aggressori, nel tentativo di portarle via il mezzo, l’ha colpita con un ceffone e un pugno al volto che le hanno provocato immediatamente una forte emorragia; l’altro l’ha ferita a un braccio con un taglierino tentando di tagliare la tracolla della sua borsa. La donna ha gridato e i due sono fuggiti quando si sono accese le luci delle finestre di alcune abitazioni.

“Il mio primo pensiero era il sangue – racconta la stessa vittima -. Abito vicino, sono tornata subito a casa e ho preso i farmaci salvavita per bloccare l’emorragia. Il giorno dopo sono andata all’ospedale per farmi applicare dei punti di sutura. Ma non basta per guarire, ora mi serve una trasfusione di sangue”.

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/06/22/news/aggredita_e_ferita_costretta_a_trasfusione-61663857/

Kabobo a Parma: pesta studentessa, aggredisce chi la soccorre a colpi di catena

Erano circa le 12,15 di ieri quando in piazzale Dalla Chiesa, all’altezza della fermata dell’autobus, una studentessa modenese stava prendendo dal proprio portamonete il biglietto quando è stata rapinata da un giovane extracomunitario che, dopo averle strappato dalle mani il portamonete, l’ha colpita violentemente allo sterno. Lei ha gridato chiedendo aiuto, attirando l’attenzione di due giovani, che l’hanno aiutata a cercare il malvivente nella temporary station. L’uomo si trovava all’ingresso. Non è fuggito ma ha rincorso i due giovani che stavano aiutando la studentessa, cercando di colpirli con una grossa catena, di quelle che si usano per la sicurezza di bici e scooter.
Lo straniero, in preda a un evidente stato delirante, si è anche avventato su un’auto di servizio della polizia ferroviaria, rompendo il parabrezza con la catena.
Nel frattempo le urla della giovane avevano attirato anche l’attenzione degli agenti della Polfer, che con fatica sono riusciti a isolare l’energumeno vicino all’ingresso posteriore dell’ufficio di polizia.  Una volta circondato, approfittando di una sua momentanea distrazione, gli agenti lo hanno preso per le spalle, disarmato e ammanettato.

Lei comprende la rabbia degli immigrati.

Lei comprende la rabbia degli immigrati.


E’ stato allertato anche il 118: in un primo momento sembrava necessario sedare l’uomo per via farmacologica, anche se poi non è stato necessario.
Il portamonete è stato restituito alla ragazza, che nel primo pomeriggio doveva sostenere un esame. Era molto scossa ma ha rifiutato il trasporto al pronto soccorso e, rassicurata dal docente riguardo all’esame, ha fatto denuncia ed è andata in pronto soccorso. Il medico di guardia le ha diagnosticato lesioni allo sterno giudicate guaribili in cinque giorni.
Nonostante la disavventura, la ragazza è andata comunque a fare l’esame, superato brillantemente.
Il rapinatore, un trentenne nigeriano con foglio di soggiorno per motivi umanitari scaduto, residente a Padova, domiciliato nel Casertano ma apparentemente senza fissa dimora, è stato arrestato per rapina, lesioni personali aggravate, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato quindi, associato alla casa circondariale di via Burla.

http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/1/192794/Rapina_una_studentessa_in_stazione_picchia_due_giovani_e_gli_agenti_Polfer%3A_arrestato_30enne_nigeriano.html

Segregata, picchiata, bruciata e molestata dai genitori albanesi

FAENZA – Botte, bruciature, offese, sputi, pedinamenti, minacce di morte. Questo quello che è stata costretta a sopportare una ragazzina da parte dei genitori albanesi per un periodo di tre anni. A portare alla luce questi abusi, andati avanti fino all’aprile scorso, sono state le indagini degli agenti del commissariato di Faenza, in collaborazione con i colleghi di Imola. Al termine dell’operazione, coordinata dal pm del tribunale di Ravenna Angela Scorza, i genitori della ragazzina sono stati arrestati. Il gip ha infatti emesso un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo, un 51enne albanese, rinchiuso nella casa circondariale di Faenza; la moglie, di 45enne, è stata invece sottoposta agli arresti domiciliari.

Le indagini sono partite ad aprile. La ragazzina, ancora minorenne quando sono cominciate le violenze, è riuscita a sfuggire al controllo ossessivo dei genitori ed è corsa al pronto soccorso, dove le sono state riscontrate lesioni guaribili in 25 giorni. La giovane ha raccontato prima ai sanitari, poi alla polizia nel frattempo allertata, di come si era procurata quelle ferite. Gli agenti hanno così fatto qualche verifica e, una volta accertata l’attendibilità del racconto, sono scattate le indagini più approfondite e contemporaneamente avviate le procedure di protezione.

Terribile il quadro emerso durante le indagini. La ragazza, oggi maggiorenne, veniva infatti ripetutamente maltrattata e sottoposta ad un cruento e crudele sistema di controllo, segregazione e sopraffazione, tanto da venire picchiata (anche con oggetti contundenti), da sopportare bruciature alla cute e ai capelli, da ricevere offese e sputi, da essere controllata a vista negli spostamenti. I genitori erano arrivati anche a sequestrarle i documenti di identità e minacciarla di morte, anche con tentativi di strangolamento. In seguito alle percosse le venivano persino negate le cure negli ambulatori pubblici. La ragazzina era costretta a giustificare i segni visibili o i lividi come conseguenza di cadute accidentali.

http://www.romagnanoi.it/news/cronaca/1188047/Ragazzina-picchiata–segregata-e-minacciata.html