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Roma: ventenne stuprato da immigrato omosessuale

Lo stupro avvenuto vicino a un locale gay e a poche centinaia di metri  da una zona di incontri omosessuali e ritrovo di extracomunitari senza casa 

Violentato sulla terrazza Cederna, uno dei luoghi panoramici più suggestivi di Roma, con una vista che domina il Colosseo. La denuncia è di uno studente fuorisede ventenne, che si è presentato ai carabinieri nella notte tra nella notte tra martedì e mercoledì. Sullo stupro, stanno ora indagando gli uomini del maggiore Angelo Pitocco, comandante della compagnia Centro. I militari stanno passando al setaccio tutti i video delle telecamere di sicurezza istallate dalla Soprintendenza a protezione dei monumenti. L’aggressore, secondo il racconto della vittima, era un giovane nordafricano, probabilmente marocchino, che, dopo la violenza, è scappato a piedi.

“Stavo tornando a casa e quell’uomo mi si è avvicinato nel buio” ha raccontato il ventenne agli investigatori “ha cercato di attaccare discorso e poi all’improvviso mi ha aggredito. Non era armato ma era molto forte e violento e mi ha spaventato. Mi ha minacciato, strattonato, preso per il collo e poi mi ha costretto a un rapporto orale. Subito dopo mi ha strappato il portafogli e poi si è allontanato a piedi”. Una denuncia drammatica ma, almeno in questa prima fase delle indagini, senza riscontri. I carabinieri hanno sequestrato i vestiti dello studente universitario che sono stati inviati ai laboratori del Ris per i test su eventuali tracce di Dna. I filmati delle telecamere potrebbero mostrare le fasi della violenza e i carabinieri sperano che nelle immagini sia inquadrato anche il viso dello stupratore. Impossibile, per gli investigatori, raccogliere testimonianze sull’accaduto. Poco distante dalla terrazza Cederna, che si staglia sul primo tratto di via dei Fori Imperiali, c’è un locale gay e il parco del Celio, a poche centinaia di metri di distanza, è una zona di incontri omosessuali ma anche il ritrovo di gruppi di extracomunitari senza casa che, di giorno, frequentano le mense di carità della zona. Un ambiente sospettoso e infido dove i carabinieri sono stati accolti solo da mutismo e ostilità. Gli uomini della compagnia Centro hanno anche ascoltato i titolari e i dipendenti di alcuni locali aperti fino a tardi ma nessuno ha potuto fornire indicazioni utili.

E’ difficile pensare che il ventenne possa essersi inventato tutto. Il ragazzo ha dato una descrizione molto precisa dell’aggressore e ha detto di essere in grado di riconoscerlo. Allo studente sono state mostrate le foto di alcuni stranieri con precedenti per reati sessuali ma il giovane non ha riconosciuto nessuno.

Sgominata la “banda dell’oro”

Dodici persone sono state arrestate nell’ambito di un’operazione della polizia che ha permesso di sgominare una banda che rubava oro nelle abitazioni e lo riciclava. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati alcuni monili che sono stati riconsegnati ai legittimi proprietari. Tra questi anche la medaglia d’oro vinta da Fiona May ai mondiali di atletica leggera del 2001 e rubatale durante un furto nella sua abitazione.

I furti sono stati messi a segno dalla banda nelle province di Firenze, Prato, Pistoia, Lucca e Pisa. Dodici le misure cautelari, di cui otto di custodia in carcere a carico di cittadini albanesi, una di custodia in carcere per un italiano e tre arresti domiciliari per due cittadini italiani e una cittadina estone. L’organizzazione aveva dato vita ad una vera e propria filiera dove ognuno aveva un preciso compito. Alcuni si occupavano dei furti in abitazione, in genere gli albanesi, un rappresentante di preziosi si occupava di recuperare l’oro rubato e di trasportarlo ad Arezzo, dove un artigiano lo fondeva per rimetterlo in commercio. 

Una prima fase dell’inchiesta si era già conclusa nel mese di luglio con il fermo di sette cittadini albanesi responsabili di 17 delitti avvenuti nelle province di Pistoia e Firenze. Nei tre mesi durante i quali sono state attive le intercettazioni telefoniche ed ambientali è stato possibile monitorare la consegna finale ad Arezzo di 3 chilogrammi di oro e recuperarne altri 3 chilogrammi con un sequestro a carico di un artigiano orafo operante nella Valdinievole, per un valore complessivo sul mercato di oltre 200 mila euro.

Il primo livello della banda era rappresentato da un orafo, che insieme alla sua compagna estone aveva fatto del suo laboratorio abusivo in Valdinievole il centro di riferimento per tutta una serie di soggetti, prevalentemente di etnia rom e di origine albanese, legati al mondo della criminalità attiva nelle province di Pistoia e Prato, dai quali acquistava oro e preziosi. In una telefonata intercettata, tra l’altro, l’orafo e un cittadino albanese si rammaricavano perché costretti a rimandare i loro ‘affari’ a settembre, in quanto nei mesi estivi, per l’allungarsi del periodo di luce solare, dovevano ridurre il numero dei furti nelle abitazioni.