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Perugia: si estende l’allarme immigrati, altra donna massacrata da immigrato

PERUGIA– Donne nel mirino degli immigrati. In meno di ventiquattro ore due ragazze stuprate e picchiate, una aggredita in casa e finita al pronto soccorso con un braccio rotto. E anche il quel caso il sospetto che il faccia a faccia con il bruto possa nascondere dell’altro.

«Per favore correte. Il mio fidanzato mi ha picchiata e violentata». Un filo di voce rotto dal dolore. L’incubo è iniziato da almeno un’ora quando, domenica all’alba, in via Eugubina, a due passi dal centro di Perugia, si muove l’indagine dei carabinieri per far uscire una studentessa universitaria di vent’anni dal tunnel della paura.
L’allarme scatta alle cinque, la studentessa perugina chiama il 112. Arrivano i carabinieri, arriva il 118. La ragazza viene portata in ospedale. I militari dell’Arma raccolgono il suo racconto. Lei non voleva, l’ha respinto, lui si è scatenato come una furia. Non si è fermato di fronte al fatto che lei, da un anno, è la sua donna. L’ha violentata, l’ha picchiata selvaggiamente in camera da letto. Nella stessa casa dell’orrore l’hanno trovato i carabinieri. Faceva finta di dormire. Nello stesso letto dove la ragazza è stata violentata. «Sono stato in discoteca, siamo tornati a casa insieme. A che ora? Non ricordo». Poche parole e confuse ha messo in fila il fidanzato accusato di essere il bruto. Lui ha 22 anni è congolese, si chiama Christ Koko Kibamba e quella studentessa l’aveva già picchiata in un anno di storia difficile. Lui la picchiava e poi prometteva di cambiare. Per questo lei si era sempre fermata: nessuna denuncia, ma la sofferenza in silenzio in mezzo a qualche giorno spensierato. Stavolta lui ha alzato il tiro, non solo botte di fronte al rifiuto di lei per un rapporto sessuale. Erano stati in discoteca fino a notte fonda, lei magari l’ha seguito in casa per paura delle botte. È entrata in quell’appartamento che conosceva bene e quando ha detto no è scoppiato l’inferno. Prima la violenza sessuale, poi le botte.
Quando il congolese l’hanno svegliato i carabinieri era ubriaco. Ha negato, ha farfugliato parole. Mai forti come quelle della ragazza violentata e picchiata. Non così forti da cancellare il sangue sugli abiti e sul cuscino che i carabinieri hanno trovato qualche minuto dopo che sono entrati nella casa dell’orrore. Da lì la ragazza ha avuto la forza di chiamare il 112 con il telefonino. È scattato l’arresto per il congolese che ha piccoli precedenti per furto e lesioni. Il ragazzo, in carcere con l’accusa di violenza sessuale e lesioni, è difeso dall’avvocato Francesco Areni.
La studentessa è ricoverata in ospedale nella clinica di Otorinolaringoiatra. Ne avrà per trenta giorni e forse dovrà essere operata all’occhio ferito. «Ma non rischia di perderlo», specifica il suo avvocato, Simone Pillon. Il fidanzato violento prima l’ha stuprata poi l’ha picchiata con calci, pugni e morsi come ha raccontato ai carabinieri della Compagnia di Perugia che sono stati coordinati nell’indagine dal pm Gemma Miliani che ha diretto personalmente i militari dell’Arma durante le fasi dell’arresto.

Ma l’incubo delle donne violate e picchiate, non finisce con la drammatica storia di domenica mattina. Perché ieri la paura è stata replicata. Stavolta ad essere violentata in casa una ragazza di origine moldava. Ha ventinove anni. Aveva passato la serata con il fidanzato e con un amico di lui. Una serata come tante. Impossibile pensare a un epilogo drammatico. I due l’hanno salutata, sono usciti e lei si è infilata a letto.
Pochi minuti dopo qualcuno ha suonato alla porta. Pensava fosse il fidanzato. Non ha chiesto chi fosse, ha aperto. E si è trovato davanti l’amico del suo uomo. L’ha presa, ha abusato di lei, l’ha picchiata nella casa non lontana da via Settevalli. Anche lei è andata in ospedale alle cinque del mattino. I medici l’hanno visitata, le hanno riscontrato contusioni al collo e qualche ecchimosi. Ma è potuta tornare a casa. Non prima di aver raccontato tutto ai carabinieri. Gli uomini del maggiore Giovanni Cuccurullo hanno nome, cognome e la descrizione dell’aggressore. Che è fuggito. I carabinieri hanno controllato diversi luoghi frequentati dall’orco (anche lui è di origini dell’Est), hanno ascoltato gli amici per scoprire se avesse chiesto aiuto e copertura a qualcuno. Ma fino a ieri sera di lui non c’era alcuna traccia.

L’ultima storia di donne violate arriva da Castelnuovo di Assisi. Un’altra ragazza dell’Est ha raccontato di essere stata picchiata in casa. È finita all’ospedale di Perugia con un braccio rotto. Sull’episodio indagata il commissariato di Assisi. Con il sospetto che sotto a quelle botte possa esserci il racket della prostituzione.

http://www.ilmessaggero.it/umbria/violenza_sessuale_stupro_perugia_carabinieri/notizie/282060.shtml

Tunisino violenta una 16enne, la fa drogare e la costringe a spacciare

Perugia, 10 mar. – L’ha avviata al consumo di cocaina e crack e poi ha iniziato a farle fare solo quello che voleva lui. Lui le diceva come vestire. Lui le diceva con chi parlare, pena punizioni fisiche che non sono tardate ad arrivare. La feriva con un coltello o le spegneva le sigarette sulle braccia, la costringeva a trasportare dosi di droga per la vendita al minuto, gliele faceva trasportare in bocca e la costringeva a subire violenze sessuali.

A gente come questa il Pd vuole svendere la cittadinanza

Un autentico inferno a cui una minorenne perugina di 16 anni è stata costretta per mesi da un giovane tunisino che finalmente, venerdì scorso, è stato arrestato dagli uomini della Sezione criminalità diffusa della squadra mobile di Perugia. Si tratta di K. W. del ’92, senza fissa dimora, clandestino, privo di reddito e stabilmente inserito nell’ambiente dello spaccio cittadino. A lui, abituale frequentatore della zona della stazione, sono contestati sei gravissimi reati per avere ripetutamente e senza alcuno scrupolo indotto alla tossicodipendenza, violentato, minacciato e picchiato una minorenne perugina.
I fatti risalgono agli ultimi mesi dello scorso anno e sono stati denunciati quando i genitori della ragazza, raccogliendo le sue confidenze, hanno convinto la minore, dopo alcuni tentativi infruttuosi, ad essere assistita dai servizi sociali, a denunciare alla Questura quello che le era accaduto e ad essere trasferita in una struttura protetta per curarsi.
E’ dai suoi terribili racconti che è emerso come il giovane tunisino, con cui la ragazza aveva iniziato una relazione sentimentale, dopo averla avviata alla tossicodipendenza fino a condurla al consumo abituale di cocaina e crack, l’aveva indotta a un rapporto di sottomissione, arrivando a proibirle di vestirsi secondo i suoi gradimenti e di parlare in pubblico se non autorizzata, sotto pena di minacce di morte.
Le denunce presentate e la collaborazione della minore nel riconoscere l’indagato, avvenuta solo dopo alcuni mesi, proprio per lo stato di paura provato dalla minorenne, sono state scrupolosamente riscontrate dagli accertamenti compiuti dagli investigatori della squadra mobile che hanno consentito al pubblico ministero di richiedere e ottenere dal gip un’ordinanza di custodia in carcere nei confronti dello straniero.
Le ricerche del giovane, infruttuose per qualche giorno, si sono concluse venerdì pomeriggio, quando è stato notato dagli agenti della sezione Criminalità Diffusa in via Martiri dei Lager; ai suoi polsi sono quindi scattate le manette per il suo arresto, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere e il suo trasferimento a Capanne.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Sedicenne-picchiata-violentata-e-costretta-a-vendere-droga-arrestato-laguzzino_314265778737.html

Sono i “profughi” delle “primavere arabe”, quelli che paghiamo per stuprare e spacciare a casa nostra. Ovviamente chiunque avesse avvisato la ragazzina sarebbe stato tacciato di razzismo. Se i genitori le avessero – come avrebbero dovuto fare – impedito di frequentare il Tunisino, alte grida di discriminazione si sarebbero levate dai sacerdoti della società multietnica.

Spaccio al Pincetto,arrestati 2 tunisini – ANSA.it


ANSA.it

Spaccio al Pincetto,arrestati 2 tunisini
ANSA.it
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