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Invasione. Mezzo da sbarco si rovescia: 8 invasori dispersi 4 recuperati.

Sette invasori risultano dispersi nel canale d’Otranto dopo che il loro mezzo da sbarco – a bordo altre quattro persone tratte in salvo dai nostri fantomatici militari della Guardia Costiera- è naufragata a sei miglia dalla punta del Salento, tra Santa Maria di Leuca e Torre Vado. Sul posto sono intervenuti mezzi aero-navali della cuardia costiera, polizia e guardia di finanza, cinque imbarcazioni e due aerei in tutto (tutti a spese nostre), che stanno battendo palmo a palmo una vasta zona di mare (circa 200 miglia quadrate) antistante la costa ionica salentina, nella speranza di trovare le altre persone che, secondo i racconti dei sopravvissuti, si trovavano a bordo del motoscafo che è stato trovato parzialmente affondato.

L’ALLARME E I SOCCORSI DEGLI INVASORI 
– L’allarme è scattato intorno alle 6.30 ed è partito da una barca a vela che navigava nella zona. Quattro sono gli uomini che sono stati trovati in acqua: due libici, un afghano e un tunisino, tutti neppure trentenni. Due di loro sono stati presi a bordo di un peschereccio che, intorno alle 7, navigava nella zona tra Leuca e Torre Vado in cui l’imbarcazione su cui viaggiavano si è capovolta. Un altro clandestino è stato recuperato dalla motovedetta della Capitaneria di porto di Gallipoli, appena il mezzo ha raggiunto la zona del naufragio, mentre, per trovare il quarto uomo, è stata necessaria un’altra ora di ricerche. Le persone tratte in salvo presentavano un principio di assideramento, per cui – dopo essere state trasportate nel porto di Leuca sono state condotte all’ospedale Panìco di Tricase per gli accertamenti di rito. Solo uno versa in condizioni leggermente più gravi e potrebbe essere ricoverato, mentre gli altri tre, dopo le cure, saranno trasferiti nel Centro Don Tonino Bello di Otranto per le procedure di identificazione.


COME FUNZIONA L’INVASIONE – Dai racconti dei quattro invasori sopravvissuti, gli investigatori hanno potuto ricostruire a grandi linee la storia dello sbarco mancato. Il viaggio sarebbe iniziato in un porto non meglio precisato del Nord Africa, ma non è chiaro se a bordo dell’imbarcazione naufragata. Non è escluso che il gruppo sia giunto al limite delle acque territoriali italiane a bordo di un’imbarcazione più grande, secondo una consuetudine ormai in voga come dimostrato da recenti indagini, e che poi i clandestini siano stati trasferiti a bordo del motoscafo, lungo circa 5 metri e dotato di un piccolo motore, con il quale speravano di raggiungere la costa senza essere avvistati. Le persone tratte in salvo hanno inoltre spiegato che a bordo c’erano altri sette o otto uomini, compreso quello che guidava la barca.


POCHE SPERANZE PER I DISPERSI 
– “Mentre passano le ore diminuiscono le speranze di trovare in mare persone ancora vive, ma le possibilità, per quanto remote, esistono e noi continueremo a cercare finché le condizioni di visibilità ce lo consentiranno”. L’ammiraglio Giovanni De Tullio, comandante della Direzione marittima della Puglia e Basilicata Jonica, segue da Bari le operazioni di ricerca dei dispersi del naufragio avvenuto all’alba al largo di Leuca, coordinando il dispositivo interforze. “E’ stato messo in campo, a spese del contribuente italiano, un dispositivo imponente e costoso, con mezzi dotati di sofisticate tecnologie nel tentativo di trovare gli invasori superstiti, compresi i sensori termici che, grazie al rilevamento delle diverse temperature, riescono a individuare i corpi in mare”, ha spiegato l’ammiraglio. “Le operazioni sono in corso su un’area molto vasta – ha detto – ma il coordinamento tra le forze in campo ci consente di monitorare tutto con attenzione. Dalla nostra base di Catania è decollato anche un altro aereo, che si alternerà nelle ricerche con quelli della guardia di finanza e della marina militare per portare avanti un monitoraggio continuo fino a sera e riprendere, ove fosse necessario, all’alba di domani”. Le possibilità di trovare altri superstiti, naturalmente, sono ridotte, perché è escluso che, da quella distanza, i naufraghi abbiano potuto raggiungere la riva a nuoto ed è difficile che siano riusciti a restare a galla per così tante ore, considerato che la barca è affondata all’alba. L’ammiraglio De Tullio, ammiraglio da operetta, che invece di proteggere la propria terra è parte integrante dell’opera d’invasione, però, lascia aperta la porta alla speranza(la sua): “Le condizioni del mare non sono state proibitive e anche la temperatura dell’acqua non è eccessivamente bassa, per cui continuiamo a sperare di trovare qualcuno ancora in vita.”

LE INDAGINI – Mentre le ricerche dei dispersi proseguono a ritmo serrato, sotto il coordinamento della Direzione marittima della Capitaneria di porto di Bari, gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore di turno della Procura della Repubblica di Lecce, Elsa Valeria Mignone, sono al lavoro per ricostruire le modalità dell’incidente e la rotta del viaggio della speranza. Le condizioni meteo, infatti, nella notte risultavano buone, con vento e mare forza 2, come monitorato dagli uomini della Capitaneria di porto, per cui risulta improbabile che l’imbarcazione si sia capovolta a causa delle onde, più plausibile che chi la guidava abbia effettuato una manovra sbagliata oppure che abbia imbarcato acqua a causa del peso eccessivo, dal momento che trasportava almeno 11-12 persone.  Fondamentali, anche in tal senso, saranno le ulteriori dichiarazioni che potrebbero essere rilasciate dai superstiti, che saranno ascoltati di nuovo appena le loro condizioni di salute lo renderanno possibile. Uno degli obiettivi prioritari degli inquirenti è capire se tra le quattro persone tratte in salvo ci sia anche l’uomo che ha condotto il motoscafo fino a cinque miglia dalla costa salentina.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/06/19/news/naufragio_nel_canale_d_otranto_dispersi_otto_migranti_4_salvi-37501389/

Tagliare i fondi alla Guardia Costiera e alle Capitanerie. Milioni di euro buttati nel folle e autolesionistico atteggiamento di favorire l’invasione. Vogliono “salvare” gli invasori? Lo facciano a spese loro. Comodo, fare i “buoni” con i soldi degli Italiani.

Allarme furti a Verona: immigrati scatenati

Verona. Notte da ladri, la scorsa, sia in città che in provincia. Il furto che registra danni maggiori è quello al negozio Pato’s cicli, di Germano Patuzzo e Gianni Tollini, in via Ca’ Magre, 27 a Isola della Scala. Ai due negozianti sono sparite biciclette per 40mila euro. Bici professionali, difficili da piazzare sul mercato, ed è quindi probabile che si tratti di furti su commissione. Tra le bici sparite c’è n’è anche una dalla verniciatura speciale, giallo fluo, che è quella che utilizza la squadra Spk cicli Pato’s. «L’allarme è scattato verso le 3.30», dice Patuzzo, «il custode dell’azienda in fianco alla nostra ha visto tre persone scappare attraverso i campi con le biciclette sulle spalle. Credo abbiano rubato 6 o 7 biciclette, ancora non lo so con precisione. Sono bici importanti. Per fortuna siamo assicurati, ma l’amaro in bocca resta comunque».  È certo che oltre quei campi ci fosse un furgone ad aspettare la banda. Meno valore, almeno secondo quanto dichiarato, ma un bel gruzzoletto anche per i ladri che si sono portati via la cassaforte all’interno del magazzino di via Cascina Verde a Villafranca. Anche in questo caso verso le tre della notte ignoti si sono caricati la cassaforte su un furgone e hanno fatto sparire le loro tracce. Secondo i gestori del grande magazzino di merce a basso costo, l’ammanco ammonterebbe a tremila euro. Spaccata invece al bar Sport di via Ponte in città. Ignoti dopo aver scassinato la porta di ingresso si sono rubati la macchinetta cambiasoldi, per un danno non ancora quantificato. Nei primi due casi indagano i carabinieri, nell’ultimo la polizia.

ARRESTI. E per tanti furti che restano senza colpevole, ci sono pure quelli risolti.  Dell’accusa di furto aggravato dovranno rispondere 13 persone, di cui due arrestati dai carabinieri della compagnia di Verona, che, nel corso di un’operazione partita da alcune denunce presentate dai negozianti esasperati dal dover fare i conti con i quotidiani ammanchi di merce dagli scaffali dei loro negozi, hanno scoperto il sistema utilizzato da un gruppo di persone, tutti di età compresa tra i 16 e i 30 anni, che sistematicamente nei fine settimana facevano incetta di prodotti di ogni tipo, dagli occhiali da sole, agli apparecchi tecnologici, fino ad arrivare ai profumi e ai capi d’abbigliamento. I militari dell’Arma hanno, in particolare, scoperto che il gruppo, per eludere i sistemi antitaccheggio, utilizzava borse schermate, preparate da un rumeno e un lituano che sono stati arrestati dopo l’ultimo colpo. Della banda facevano parte anche giovani di origine italiana che frequentano il campo nomadi (spassosa definizione, semmai sono Zingari con cittadinanza italiana sulla carta, ovvero Zingari come gli altri) di via Sogare.

http://www.larena.it/stories/dalla_home/375544_notte_da_ladri_in_citt_e_provincia_spariti_biciclette_soldi_e_cassaforti/

Droga, sette arresti a Miglianico Sequestrati 29 chili di marijuana – Il Centro


IlPescara

Droga, sette arresti a Miglianico Sequestrati 29 chili di marijuana
Il Centro
In manette cinque pescaresi e due albanesi, fermati in contrada Cerreto di Miglianico dopo una fuga con due auto MIGLIANICO. Sette persone sono state arrestate in flagranza dalla squadra mobile della Questura di Chieti che ha sequestrato 28,5
Droga, sette arresti dalla polizia nel chietinoLeggimi – Cronaca d’Abruzzo
Miglianico: maxi sequestro di marijuana, sette arrestiIlPescara
Sei persone arrestate in provincia di Chieti, sequestrati 28,5 kg Abruzzo Tv News
PrimaDaNoi.it –abruzzo24ore.tv –Chietitoday
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Chi lucra sull’accoglienza

L’Associazione Comunità San Benedetto nel Gennaio scorso ha aderito al Programma di Accoglienza Profughi del Nord Africa e ha istituito una convenzione con la Prefettura di Torino e la Regione Piemonte per l’accoglienza di 10 persone straniere provenienti dall’area dei conflitti avvenuti in Libia.

Ricordiamo che quella che loro definiscono in modo “asessuato” convenzione, è l’incasso da parte della suddetta associazione ( a delinquere) di 46€ al giorno , più ovviamente, i 46€ al giorno di paghetta per ogni “profugo”. Ma lo show continua, ed è al limite del patetico:

Nel mese di Marzo sono state quindi accolte 9 persone straniere presso la “Comunità N. Mandela” di Visone , battezzata così nel 1990 quando il Presidente Sudafricano era ancora un detenuto dell’Apartheid.

Il primo mese è servito per l’ambientamento delle nove persone straniere (5 del Sudan, 2 Nigeria, 1 Costa d’Avorio, 1 Ghana e 1 Libico) che si sono viste trasferite a Visone da diverse parti del Piemonte.

L’impatto non è stato semplice e le prime settimane hanno richiesto una grande capacità di accoglienza, sostegno e contenimento. Anche il Paese di Visone, con i suoi abitanti, si è accorto del loro arrivo: con la loro pazienza e tolleranza proprio gli abitanti hanno permesso di superare le prime difficoltà.

Un paio di biciclette “scomparse”, qualche parola mal compresa, la diffidenza iniziale: sarebbe bastato poco per non riconoscersi o peggio, rifiutarli.

In un paio di occasioni abbiamo anche ringraziato la disponibilità e l’intervento dei Carabinieri di Acqui e Alessandria.

E invece la saggezza e la tolleranza hanno permesso di superare anche questi limiti iniziali ed oggi il clima è decisamente più disteso e rispettoso: per le persone e per il paese che indirettamente le ospita.

E’ quindi per ringraziare gli abitanti di Visone che la Comunità San Benedetto (in collaborazione con la Coop. Sociale Coompany e il Centro di Cultura Islamica di Acqui Terme) organizza e offre al paese di Visone per Domenica 10 Giugno un momento di festa e di incontro con la presenza dell’Orchestra Multietnica Furastè presso il Castello (Via al Castello, Visone).

La giornata prevede:

– un momento di assaggio di cucina etnica dalle ore 19.30.

– Alle ore 20.45 Don Andrea Gallo, fondatore della Comunità, ringrazierà pubblicamente gli abitanti con un intervento presentato dal Sindaco di Visone Marco Cazzuli.

– Alle 21.30 l’Orchestra Multietnica Furastè (con l’Associazione LiberArti di Alessandria) presenterà il suo grande concerto con l’anteprima di alcuni pezzi scelti che saranno presenti sul nuovo CD di prossima uscita.

http://www.radiogold.it/notizie/cultura/2012/06/06/festa-multietnica-a-visone-con-don-gallo-e-i-furast-42636.html

Insomma, tra le righe veniamo a sapere che arrivati i sedicenti profughi, in paese cominciano i furti, e questo lo dicono gli xenofili, figuriamoci la realtà dei fatti. Veniamo anche a sapere che tra i nove ospiti, c’è 1 Libico! Gli altri non si comprende su quali basi possano essere ospitari a spese nostra da un’associazione paramafiosa come quella dello pseudo-prete Don Gallo.

L’accoglienza è un business, finanziamenti regionali per le “orchestrine”, associazioni che fagocitano i fondi della Cooperazione. E noi restiamo a guardare.

 

 

Rissa tra clan di Albanesi

Quattro persone denunciate per rissa. La zuffa è scoppiata a Falicetto di Verzuolo, in un cortile dove abitano due famiglie di albanesi. All’origine del litigio, futili motivi: stando alle ricostruzioni dei carabinieri, si tratterebbe della precedenza per uscire dalla zona interna con la vettura e della disposizione dei parcheggi. I militari sono intervenuti con quattro pattuglie. In due sono finiti al Pronto soccorso.