Tag: mamma

Deunciato dalla mamma e dalla findanzata: in manette moldavo … – Piacenza24


Piacenza24

Deunciato dalla mamma e dalla findanzata: in manette moldavo
Piacenza24
Piacenza – E' stato arrestato dai carabinieri un moldavo di 28 anni residente a Piacenza con l'accusa di maltrattamenti ai danni della madre e di atti persecutori nei confronti della ex fidanzata. L'operazione, condotta dai militari della stazione di

Zingaro pesta mamma e neonato al parco

Legnano – Una mamma e il suo bimbo di appena un anno sono finiti in ospedale. Lei se l’è cavata con una serie di ematomi in diverse parti del corpo, il piccolo invece pare abbia ricevuto una botta in testa. La dinamica di quanto avvenuto nel primo pomeriggio di sabato 15 giugno nei giardinetti di corso Italia sarà chiarita dagli agenti del Commissariato di polizia di via Gilardelli. Per ora, di certo c’è solo che una donna rom è stata aggredita da un uomo della stessa etnia, e che durante il litigio anche il piccolo che teneva in braccio abbia subito dei traumi.

http://www.prealpina.it/notizie/alto-milanese/2013/6/15/picchia-mamma-e-neonato/2434417/55/

Atroce: sgozza e amputa cuccioli, poi li getta

Alle baby-gang, il Pd vuole svendere la cittadinanza

Roma – Uccide 4 cuccioli di pastore maremmano tagliando collo e zampe e poi li butta in un cassonetto. Un cittadino egiziano residente a Nazzano, provincia di Roma, è stato denunciato dai carabinieri per uccisione di animali.

L’uomo è stato visto da alcune persone mentre si liberava dei corpi dei cani gettandoli nei rifiuti. I testimoni hanno avvisato la Lega anti vivisezione e i carabinieri che, intervenuti sul posto, hanno accertato quanto accaduto. L’egiziano sentito dai militari si è giustificato dicendo che ha ucciso i i cuccioli perché erano senza mamma.

http://qn.quotidiano.net/cronaca/2013/04/02/867631-roma-uccide-4-cuccioli-li-getta-nei-rifiuti.shtml

Brescia: ragazza stuprata al parco da Etiope, xenofilo fa da palo

Riccardi si complimenta con il 'migrante'

L’ennesima vittima della propaganda e della sua stupidità. Si è fidata di un immigrato e del suo complice xenofilo che poco prima aveva conosciuto in un bar di Ospitaletto e l’avevano invitata a seguirli. Inutile il consiglio di un giovane amico – sicuramente un cattivo razzista – che l’aveva inviatata a non seguirli. Invece la ragazza, studentessa ventenne  di Ospitaletto, non in grado di discernere la realtà dalla fantasia propinata dalle tv, la notte del 4 marzo – anche se la notizia è stata resa nota solo ieri – attorno a mezzanotte ha raggiunto un parco pubblico del paese, poco distante dal bar. E lì l’Etiope di 45 anni l’ha stuprata. A poca distanza il bresciano xenofilo di 19 anni che abita nella Bassa, amico dell’etiope, faceva da «palo» in pieno stile “riccardi”, senza partecipare ai fatti poi contestati all’immigrato.  La ragazza è stata percossa e violentata. Seminuda e sola, in piena notte nel buio del parco, è riuscita a telefonare a casa e ha chiesto aiuto alla mamma. Erano le due di notte. Dopo pochi minuti al parco sono giunti la mamma e i carabinieri di Ospitaletto e di Chiari. La ragazzina in lacrime ha raccontato che uno straniero aveva abusato di lei. I carabinieri sono riusciti a rintracciare i due uomini che si stavano allontanando a piedi dal parco. Entrambi sono stati portati in caserma e trattenuti fino al ritorno della ragazzina visitata in ospedale . Un ginecologo ha accertato la violenza sessuale fissando una prognosi di 10 giorni per le lesioni subite. In caserma la giovane ha riconosciuto il bresciano e l’etiope. E anche chi li aveva visti insieme al bar ha testimoniato. Tornati al parco, i carabinieri hanno recuperato gli slip della ragazza e repertato materiale organico durante la visita in ospedale. Il gip ha convalidato gli arresti: l’etiope resta in carcere mentre il bresciano, accusato di concorso in violenza sessuale, attenderà il processo da uomo libero. Il magistrato ha disposto perizie sui reperti e ulteriori interrogatori.

La nostra soluzione: impiccagione per l’Etiope stupratore. Ma il fatto più sconvolgente di questa vicenda è il comportamento dello xenofilo, probabilmente il solito frequentatore di centri sociali dalla mente obnubilata dal consumo di varie droghe, che quasi come metafora della complicità tra xenofili e immigrati, ha lasciato stuprare una sua connazionale da un immigrato depravato, anzi, lo ha aiutato nello scempio. Non so voi, ma io vedo in questo la metafora dei Riccardie delle Boldrini che fanno da palo agli immigrati, mentre questi stuprano la nostra Patria.
E la ragazza. Probabilmente non in possesso di tutte le facoltà mentali, o forse talmente rincoglionita dalla propaganda mediatica, da non riconoscere il pericolo quando si presenta: perché l’immigrato è buono. Lo dice la tv.

Picchia madre, moldavo arrestato da Cc – ANSA.it


ANSA.it

Picchia madre, moldavo arrestato da Cc
ANSA.it
Picchia madre, moldavo arrestato da Cc (ANSA) – SCHIO (VICENZA), 28 FEB – Accusato di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e maltrattamenti in famiglia un ventenne moldavo, e' stato arrestato dai carabinieri di Schio. Il giovane, Adrian Surdu, e
Schio, giovane tenta di strangolare la mamma: arrestato dai Il Giornale di Vicenza
Tenta di strangolare la mamma: 20enneIl Gazzettino
Tenta di soffocare la madre, salvata per caso da un carabiniereVicenzaToday

tutte le notizie (4) »

Un Cinese vale l’altro: “sostituzione di persona per l’esame”

PRATO – Una ragazza cinese minorenne ha tentato di fare l’esame d’italiano al posto della propria madre. Stesso tentativo da parte di un ragazzo poco piu’ grande, che voleva farlo al posto di un amico. Sono stati tutti denunciati per ”sostituzione di persona e truffa”. E’ successo a Prato. L’esame e’ necessario alla certificazione di conoscenza delle basi della lingua che permette di ottenere la carta di soggiorno. Lo scambio e’ stato appurato dagli esaminatori che hanno chiamato la polizia.

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Cronache_e_politica/esame-italiano-posto-della-mamma/12-02-2013/1-A_004894341.shtml

Zingara faceva prostituire le figlie di 10 e 13 anni: e le “dava” al compagno 60enne

Una mamma rom di 43 anni, domiciliata nel pesarese, è stata condannata dal Tribunale di Pesaro a 7 anni e 8 mesi di reclusione con l’accusa di induzione alla prostituzione minorile perché avrebbe fatto prostituire le figlie di 10 e 13 anni.

La donna è accusata di aver mandato le figlie di 10 e 13 anni da alcune persone anziane in cambio di soldi. Il giudice ha condannato la rom a 7 anni e 8 mesi di reclusione per induzione alla prostituzione minorile, e il suo compagno, un uomo di 60 anni, a 6 anni e 6 mesi per violenza sessuale proprio sulle figlie della donna. 

Le bambine avrebbero raccontato gli episodi alle famiglie a cui sono state affidate.

 

http://www.viverepesaro.it/index.php?page=articolo&articolo_id=392361

Famiglie “migranti”: aiuto, papà picchia la mamma" , bimba di 11 anni


La Nazione

"Aiuto, papà picchia la mamma" , bimba di 11 anni chiama il
La Nazione
Il peruviano, colto sul fatto dai carabinieri, è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. La donna è stata portata in ospedale, qui i medici le hanno riscontrato un trauma cranico: ne avrà per cinque giorni. Anche la bambina in stato

Picchia lei e minaccia di sgozzare la figlia: arrestato Tunisino

Picchia lei e minaccia la figlia: arrestato
LIVORNO – La perseguita inseguendola e picchiandola, e arriva a minacciare di morte la figlioletta di lei di appena un anno. Tutto per un rifiuto. Un tunisino di 36 anni è stato arrestato mercoledì dai carabinieri per stalking. Vittima una livornese di 29 anni che aveva avuto con lui una relazione di qualche mese, poi finita per volere di lei. Lui non ha accettato la separazione e ha perso la testa, dimostrando tutta la sua aggressività. La situazione è precipitata a fine anno quando lui per tre giorni di seguito l’ha fermata per strada picchiandola. Prima l’ha sbattuta contro un muro, intimandole di tornare con lui. Poi l’indomani, il 29 dicembre, l’ha sbattuta contro una saracinesca, l’ha trascinata per qualche metro in mezzo alla strada per poi puntarle un coltello alla schiena. Poi l’ha picchiata procurandole anche dei tagli alla gola.

Infine, il 30 dicembre l’ha bloccata per strada mentre lei era col passeggino con la figlia di 1 anno: come accertato dai carabinieri e denunciato dalla vittima, il tunisino ha accarezzato la testa della piccola, dicendo alla mamma: «Se non torni con me l’ammazzo». La donna s’è sentita male ed è stata costretta ad andare in ospedale dove le hanno dato 21 giorni di prognosi per le ferite e lo stress. A quel punto la vittima s’è convinta a fare denuncia. I carabinieri della stazione Livorno centro, dopo intense indagini, hanno rintracciato il 36enne e, ottenuto dal pm il provvedimento di custodia cautelare il carcere, l’hanno arrestato.

Ai domiciliari spacciava: faceva figli per evitare il carcere

Fermiamo la violenza degli Zingari

La maternità non le evita il carcere Arrestata mamma-spacciatrice a
VASTO. La recente maternità non è bastata questa volta ad evitarle il carcere. La magistratura vastese ha ordinato l’arresto di L.G., 40 anni, Rom di Pescara, la donna accusata con altri 4 indagati di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti aggravato dall’impiego di minori.

«La donna è stata trasferita nel carcere di Teramo per darle l’opportunità di portare con sé e accudire la figlioletta di neppure un anno», fa sapere il dirigente del commissariato, Cesare Ciammaichella. Il vicequestore rivela quindi nuovi particolari sull’operazione denominata “Pincher”, come la razza del cagnolino che faceva la guardia alla donna e ai suoi presunti complici. «Sabato mattina, quando il blitz è scattato, la polizia ha fatto irruzione in diversi appartamenti abitati da famiglie di etnia rom. Alcuni uomini dell’anticrimine sono rimasti fuori dal condominio. Sono stati questi ultimi a vederla che si affacciava a una finestra e lanciava nel cortile del palazzo un bicchiere di plastica. Il bicchierino, finito in una fioriera è stato recuperato grazie a Tar, uno dei cani delle unità cinofile di Ancona. Nel bicchiere c’erano 18 grammi di cocaina purissima e di prima qualità che una volta tagliata avrebbe permesso il confezionamento di numerose dosi», racconta il vicequestore.

«L’arresto è stato inevitabile: la donna stava scontando nell’abitazione utilizzata per lo spaccio la condanna a un anno e cinque mesi di reclusione e in passato ha dato filo da torcere alla polizia anche per altri reati: furto, evasione, guida senza patente, danneggiamento, inosservanza delle misure di prevenzione», sottolinea il dirigente del commissariato.

E mentre l’anticrimine prosegue le indagini visionando diversi filmati e ascoltando decine di testimoni, la magistratura ha deciso di usare il pugno duro per riportare le regole al quartiere San Paolo e ridare serenità ai tanti residenti che hanno chiesto aiuto. «Si comincia chiedendo alle autorità preposte di sfrattare tutti coloro che usano un alloggio popolare per scopi illeciti. Abbiamo già chiesto la revoca dell’uso dell’alloggio in cui abitava la donna», conferma Ciammaichella. Un capitolo a parte riguarderà i minori che, secondo la polizia, venivano talvolta utilizzati per consegnare o andare a prendere la droga. «Più di un testimone ha confermato questo particolare. La questione è tuttavia delicata e va affrontata tutelando i minori», dice la polizia.

E intanto è caccia ai grossisti della droga che riforniscono il Vastese. Su questo punto le bocche sono cucite. «Posso solo ribadire che l’operazione Pincher è solo l’inizio di un filone che potrebbe avere nuovi sviluppi», conclude il vicequestore.