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Dipendente romeno piazza autobomba sotto azienda

E’ un lavoratore interinale romeno, Ioan Dafinu Nini, 43 anni, che per un certo periodo ha lavorato per la Clementoni, l’uomo che attorno alle 7 di venerdì 28 giugno ha piazzato un’autobomba, una Matiz Daewoo imbottita di bombole di gpl e forse anche di liquido infiammabile, nel cortile dell’azienda, in contrada Fontenoce a Recanati, dando poi fuoco alla vettura. Il principio di incendio è stato subito spento con degli estintori da alcuni dipendenti della fabbrica.
I carabinieri sulle tracce dell’uomo – L’uomo è ricercato in tutta la provincia di Macerata. I carabinieri di Recanati e del Nucleo Operativo di Civitanova Marche rivolgono un appello ai cittadini perché segnalino ogni elemento utile a rintracciarlo. Gli investigatori temono che l’uomo, armato di un coltello a serramanico, possa commettere ulteriori gesti, anche autolesionistici. (nel secondo caso non ci sarebbero problemi)
Il rumeno ha usato un’auto rubata – Il rumeno è in fuga a bordo di una Fiat Punto rubata ad una maestra della scuola di infanzia che sorge a meno di cento metri dallo stabilimento. La donna, Alessandra Amichetti, era appena arrivata davanti alla scuola (i bambini non c’erano ancora): all’improvviso si è trovata di fronte l’aggressore, che per impossessarsi dell’utilitaria l’ha minacciata con un coltello e le ha gettato dello spray urticante sugli occhi e in bocca. La maestra è stata portata in ospedale ed è ancora al pronto soccorso.
L’operaio eroe racconta il suo gesto – “Sono arrivato al solito orario e ho parcheggiato dove parcheggio sempre. Appena sceso dalla macchina ho visto questa persona che scappava a piedi. Un attimo dopo non l’ho più visto: mi sono girato e dall’altra parte del capannone c’era una macchina, la Matiz, che stava prendendo fuoco”. A parlare è Fabio Meriggi, uno dei due addetti alla squadra antincendio della Clementoni di Recanati (Macerata), che ha insieme al collega Simone Lampa ha sventato l’esplosione dell’auto carica di bombole di gas e benzina condotta fin dentro il magazzino dei materiali di lavorazione da un ex operaio interinale dell’azienda, Ioan Nini, romeno di 44 anni, ancora in fuga.
L’auto piena di bombole di gas – “Sono andato là – racconta Meriggi ai cronisti – e c’erano già Simone Lampa e un altro ragazzo. Simone ha preso l’estintore e abbiamo spento il fuoco all’interno della vettura. Poi non sapevamo cosa fare. Siamo rimasti un po’ così…indecisi. Abbiamo aperto gli sportelli sul retro dell’auto e abbiamo visto che era piena di bombole di gas. A quel punto ci siamo allontanati, abbiamo chiamato i carabinieri, io ho chiamato la signora Patrizia Clementoni. Abbiamo fatto quello che penso chiunque avrebbe fatto. Noi ci viviamo qui, e questa per noi è come una seconda casa”. Meriggi non ha riconosciuto Nini: “No, assolutamente, non l’ho visto, anche perché correva, l’ho visto solo un attimo da dietro. E anche se lo conoscessi, non sarei mai riuscito a riconoscerlo. E’ successo tutto in un attimo”.
“Era una cosa abbastanza pericolosa” – “Appena ci siamo accorti delle bombole siamo andati via alla svelta, abbiamo capito che era una cosa abbastanza pericolosa”. “L’incendio – continua – è divampato dalla parte del guidatore”. Ed è andata bene come è andata anche perché “Nel capannone ci siamo arrivati per caso. Comunque potevamo anche arrivare prima…” conclude Fabio, che non vuole essere definito un ‘eroe’.

Monza: la diciassettenne aggredita da marocchino racconta

Aprire un quotidiano, ascoltare il telegiornale, e quasi non stupirsi neanche più – cosa tanto pericolosa quanto agghiacciante – di quel che la cronaca riporta.
Potrebbe forse toccarci più da vicino sapere che lo scorso sabato, proprio in centro Monza, c’è stata un’aggressione ai danni di una diciassettenne, che per convenzione chiamerò Nicole. Pur conoscendola, con quanto più tatto possibile, ho chiesto alla ragazza se le andava di raccontare quel che le è accaduto, rispondendo a qualche domanda.

Nicole, mi racconteresti la storia dall’inizio? Che cosa è successo?
«Sabato, nel pomeriggio, mia mamma riceve una chiamata da un ragazzo che dice di essere mio amico e di aver bisogno del mio numero di telefono. Mia madre gliel’ha dato.»
Ma scusa, il numero di tua madre? Come faceva ad averlo?
«Non ne ho idea, sto cercando ancora una risposta.»
Ok, lui ha il tuo numero. Poi che è successo?
«Io questo ragazzo lo conoscevo di vista. Un amico dei miei amici, un ragazzo marocchino che quando incrociamo ci fermiamo a salutare. Niente di che. Ha iniziato a chiamarmi in maniera insistente, io dopo un po’ rispondo e mi dice solo di farmi trovare quella sera in centro a Monza, perchè voleva parlarmi.»
Quindi quella sera eri a Monza?
«Sì, sono andata con i miei amici al cinema. Una serata tranquilla, poi loro sarebbero andati a ballare, ma io no. Dovevo tornare a casa presto. Fuori dal cinema, lo vedo. Era in macchina. Ma io ho fatto finta di niente, e mi sono diretta con tre amiche verso il centro. Siamo entrate in un posto a mangiare qualcosa, lui arriva e mi chiede di uscire. Io non volevo, lui insisteva e diventava sempre più maleducato. Una delle mie amiche voleva venire con noi, ma lui continuava a dire di no, che doveva parlarmi a quattrocchi. Usciamo, e mi dice di salire in macchina. Io chiaramente non volevo, faccio per andarmene, ma lui mi afferra per un braccio e mi sbatte in macchina.»
Scusa, ma in tutto questo nessuno ha visto? Tu non hai urlato?
«No, ero bloccata. Tremavo come una foglia. Appena è partito son saltata giù dalla macchina e sono corsa via, mentre lui mi urlava che sapeva dove e a che ora mio padre sarebbe venuto a prendermi. Non so come, perché io non l’avevo detto a nessuno se non a mio padre.»
Hai chiaramente raccontato ai tuoi genitori quel che è accaduto. Che è successo il giorno dopo?
«La domenica sia io che mia madre abbiamo ricevuto chiamate su chiamate. I miei genitori mi hanno portata dai carabinieri, ho raccontato tutto quanto, ho detto tutto quello che sapevo su di lui, e loro si sono limitati a darmi consigli, del tipo «se tu lo dovessi vedere ancora, parlaci serenamente.» Ma cosa vuol dire?!»
Ah, beh. Un saggio consiglio, sicuramente. Ma sono riusciti a trovarlo?
«Sì. Domenica sera io ero con un mio amico, siamo passati davanti alla caserma dei carabinieri e uno di loro mi è venuto incontro chiedendomi se ero la ragazza che aveva sporto denuncia quella mattina, perché forse l’avevano trovato. Mi portano davanti a lui, e io l’ho riconosciuto chiaramente. Gli fanno svuotare le tasche e trovano dell’erba e un coltellino. Il permesso di soggiorno dice di averlo lasciato a casa. Poi mi hanno lasciata andare dicendo che lo avrebbero portato in caserma. Però non lo so
Tu hai più rivisto questo ragazzo?
«No, né io né i miei amici. So solo che domenica pomeriggio era andato a chiedere in giro dove abitassi, e guarda caso quando l’hanno trovato era proprio vicino a casa mia.»
I tuoi genitori? Come stanno? Cos’è cambiato?
«Dire che sono preoccupati è a dir poco, e hanno ragione. Mi chiamano continuamente, anche la mattina a scuola non vado più col pullman, mi porta mio padre. A mia madre viene la pelle d’oca appena sente squillare il telefono.»
Tu come stai?
«Io ho paura. Faccio fatica persino ad addormentarmi, forse perché è appena successo, ma mi sono spaventata.»
Non ti sei chiesta nulla sull’ambiente che frequenti? Credi che conti qualcosa?
«Io non penso che quello c’entri. Io credo solo che quello che è successo non sia minimamente giustificabile.»

http://www.newstorm-ita.com/articoli/aggressione-a-monza-parla-la-vittima-diciassettenne/148954/

Ancora terrore africano: bottigliate a Padova

Il sindaco Zanonato, paladino dei "migranti"

Il sindaco Zanonato, paladino dei “migranti”

PADOVA. Una rissa in pieno centro, il sabato sera, all’ora dello spritz e delle chiacchiere. Quattro ragazzi africani che si prendono a bottigliate sotto gli occhi esterrefatti di centinaia di persone. La Polizia di Stato, spalleggiata dai militari dell’Esercito e dalla Polizia municipale, che interviene e che accompagna in Questura i quattro. I quali, fino al momento di essere spinti in macchina, continuano a darsele di santa ragione.

La rissa inizia intorno alle 20.15 in largo Europa, più o meno davanti a Baessato, dove in tanti, approfittando di una serata clemente, si godono l’aperitivo e fanno quattro chiacchiere. Chissà cosa spinge i quattro giovani ad affrontarsi con i pezzi di vetro delle bottiglie utilizzati come armi da taglio. I litiganti, in realtà, sarebbero due; gli altri, spinti dalla voglia di sedare la lite tra gli amici, vengono coinvolti pesantemente nel diverbio

La rissa si trascina, senza esclusione di colpi, per l’intera garia, che vanta alcune tra le griffe più prestigiose della città. I quattro si rincorrono e arrivano dall’altra parte dell’attraversamento, in via San Fermo. L’epilogo della sfida a bottigliate avviene nello slargo che si apre tra il Duca d’Aosta e l’Ovs. Le macchine che sbucano da via San Fermo sono costrette a rallentare, si forma la coda di auto. Qualcuno, nel frattempo, ha già avvertito le forze dell’ordine che, non senza difficoltà, riescono finalmente a bloccare i litiganti. La scena finale della rissa ricorda quella di un film a lieto fine. I quattro vengono poi accompagnati in ospedale per i primi accertamenti. Uno ci arriva in ambulanza. Le bottigliate hanno lasciato evidenti segni sui corpi dei contendenti. Ora la Questura cercherà di capire perché i quattro si siano sfidati tra lo shopping e i tavolini dei bar.

A1, sequestrati 65 kg di hashish: arrestato albanese – Cinque Giorni – Cinque Quotidiano


Cinque Quotidiano

A1, sequestrati 65 kg di hashish: arrestato albanese – Cinque Giorni
Cinque Quotidiano
L'operazione ha portato all'arresto di un cittadino di origine albanese K.R., regolarmente residente in Italia, ed al sequestro dei 65 Kg. di hashish, rinvenuti all'interno di un veicolo Nissan nonché di denaro contante e titoli. Il conducente del
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A1, CONTROLLI POLSTRADA: SEQUESTRATI 65 KG HASHISH … – La Repubblica


Castellinews.it

A1, CONTROLLI POLSTRADA: SEQUESTRATI 65 KG HASHISH
La Repubblica
A1, CONTROLLI POLSTRADA: SEQUESTRATI 65 KG HASHISH, ARRESTATO ALBANESE. Erano 65 kg. di hashish, accuratamente confezionati in panetti ed occultati all'interno di 2 scatole di cartone pronti per la distribuzione, quelli sequestrati dagli agenti
Sequestrati 65 kg di hashish, un arrestoCastellinews.it
Roma Sud, controlli al casello: in macchina 65 kg di hashishRomaToday

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Quasi rissa Muntari – tifose: “mi avete offeso”, e poi sgomma via con l’auto di lusso

Sulley Muntari perde le staffe all’uscita di Milanello. L’episodio, risalente a giovedi, ma uscito fuori solo dopo 24 ore parla di un alterco tra il centrocampista rossonero ed alcuni tifosi cui avrebbe negato un autografo ed alcune foto, cosa che già il giocatore stava facendo fuori al centro sportivo a bordo della sua auto. Muntari non ha gradito il “vaffa” di alcuni sostenitori e anziché far finta di nulla, è sceso dalla proprio mezzo per affrontarli. Dopo qualche scambio di battute abbastanza concitato, il giocatore ha lasciato il posto abbastanza adirato.

http://www.sportlive.it/calcio/video-muntari-litigio-con-tifosi-milanello.html

Il centrocampista del Milan perde letteralmente la pazienza. Al termine dell’amichevole vinta con la Folgore Caratese di giovedì scorso, il giocatore ghanese si è reso protagonista di uno spiacevole siparietto all’esterno di Milanello.
Muntari, dopo essersi fermato a lungo con alcuni tifosi per il consueto rito di autografi e foto, è ripartito in macchina provocando la rabbia di alcuni presenti che, non essendo riusciti ad ottenere il personalissimo ‘trofeo’, hanno inveito contro il numero 4 rossonero. Un ‘vaffa’ di troppo che ha provocato la rabbiosa reazione dell’ex interista. Muntari ha così fermato immediatamente l’auto e, tra lo stupore di tutti, è sceso per confrontarsi animosamente con alcuni tifosi.
“Venite qua e rompete il c… Voi siete qui per noi, ma noi siamo qui per voi. Mi sono fermato qua per voi, mi fermo sempre. Vado via e mi dici vaff…?”,questo lo sfogo di Muntari. Pronta però la replica di alcuni tifosi (“Ma non diceva a te”), mentre altri sostenitori cercano di trattenere la rabbia del calciatore.
“Dai Sulley fai il bravo”, ha aggiunto un altro mentre Muntari risaliva sul suo bolide nero e lasciava il centro d’allenamento rossonero. “Ti vogliamo bene”, l’ultimo saluto di molti tifosi a sancire la pace tra il calciatore e il pubblico rossonero.

http://it.eurosport.yahoo.com/blog/sport-in-rete/muntari-s-infuria-litiga-coi-tifosi-milanello-211922117.html

Interessante come queste braccia rubate all’agricoltura, questi privilegiati, siano sempre più arroganti e sempre più pronti alla reazione violenta rispetto alla minima critica, sfottò o insulto. Pensiamo al povero Boateng traumatizzato da qualche buu e che per qualche buu ha fatto una sceneggiata ridicola. Tale è il loro senso di privilegio.
Un velo pietoso su quei poveri dementi adoranti individui simili. Loro lì, come idioti, e questi che sgommano via in auto di lusso.

Cremona, motociclista italiano travolto e ucciso da una romena ubriaca

CREMONA, 14 APR – Un motociclista e’ morto nelle prime ore di stamani dopo essere stato tamponato da un’auto sulla strada che collega Cremona con Mantova, all’altezza di Gadesco (Cremona). La vittima e’ un 39enne di Trento, Fabrizio Sontacchi. Al volante della macchina c’era una 19enne romena che guidava in stato di ebbrezza. Con lei in auto altre due ragazze di 22 e 24 anni. Le giovani sono ballerine di lap dance di un locale della zona che avevano finito di lavorare e stavano rincasando.

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/lombardia/2013/04/14/Ubriaca-volante-uccide-motociclista_8550332.html

Nocera Umbra: presa la banda di “migranti” che rapinava le ville

Perugia, 09/04/2012 – Sono tutti giovanissimi, tra i 27 e i 25 anni, i cinque migranti albanesi che secondo i Carabinieri avrebbero partecipato alla rapina avvenuta a Nocera Umbra lo scorso 5 aprile ai danni di una povera anziana di 83 anni.La signora  era stata legata ad una sedia e minacciata con un coltello da cucina.

Boldrini: "gli immigrati sono risorse"

Come spiegato dai carabinieri dalla stazione provinciale di Perugia, l’indagine è partita grazie all’intuito e ad un po’ di fortuna di un carabiniere di Nocera che, notati spostamenti sospetti di una macchina non conosciuta, ha segnalato prontamente alla centrale, cercando poi di seguire gli spostamenti dei sospettati. A quel punto il militare ha notato che l’auto attendeva e caricava altri tre uomini provenienti dalla villa appena rapinata. Il carabiniere ha poi perso le traccie della Lancia Y ma dopo poche ore i carabinieri, grazie al numero di targa recuperato, sono riusciti a risalire ai primi sospettati, domiciliati a città della Pieve, i due 24enni H.F. e A.E. che il carabiniere ha riconosciuto essere i due pali nella macchina. Messi alle strette, i due giovani albanesi hanno fornito ai militari elementi importanti per arrivare ai complici e hanno ammesso la partecipazione parziale alla rapina. Grazie all’incrocio d’informazioni tra i vari comandi, i militari sono arrivati ai tre presunti rapinatori e predisposti i posti di blocco, i tre venivano fermati la sera stessa del 5 aprile in possesso di circa 3500 in contanti, numerosi grammi di oro e orologi preziosi, frutto di alcune rapine.

Tutti gli elementi poi raccolti dai carabinieri, inerenti ai cellulari e ad alcune ricevute ritrovate, hanno confermato il quadro accusatorio che si era subito manifestato a carico dei “migranti”. Per i tre albanesi  K.B. 24 anni, K.S. 28 anni e T.M. 26 anni sono scattate le manette e non si esclude che possano essere coinvolti e accusati di tante altre rapine in tutte le regioni d’Italia. 

Fonte: http://www.perugiatoday.it/cronaca/nocera-umbra-arrestata-banda-rapine-in-villa.html

 

Rapita e portata a casa sua per rapinarla: è caccia a banda di albanesi

Avezzano, 07/04/2013. Forse credevano di trovare oro e gioielli prendendo di mira la titolare di una oreficeria del centro di Avezzano. Invece gli immigrati che l’hanno presa alle spalle mentre rincasava, costringendola a entrare nell’abitazione si sono dovuti accontentare di pochi euro, di un cellulare e di una macchina, che poi sono stati costretti ad abbandonare alla periferia di Avezzano. E’ andato così il colpo alla villa di Antrosano messo a segno dalla banda degli incappucciati. Stavolta è toccato a una commerciante di 52 anni costretta a entrare in casa e poi a consegnare la borsa e le chiavi della macchina. Nel portafoglio, però, c’erano solo 20 euro. Una volta entrati in casa hanno costretto la donna a consegnare la borsa dove c’era il cellulare. L’inquilina è stata minacciata affinché consegnasse altro denaro, ma in casa non c’era niente altro. A quel punto hanno preso le chiavi della macchina di proprietà della donna, una Smart ForFor, e sono fuggiti. L’auto è stata ritrovata, mentre la banda è ancora in fuga. Gli agenti dell’anticrimine, però, sarebbero sulle tracce dei malviventi che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbero di nazionalità albanese.

http://www.marsicalive.it/?p=47696

Prato: clandestino alla guida senza patente e carico di droga

Nella notte fra sabato e domenica la pattuglia dei motociclisti di Prato ha fermato per controlli un’autovettura condotta da un cittadino marocchino di 29 anni: alla richiesta dei documenti di guida l’uomo ha subito confessato di non esserne in possesso, così come non era in possesso di permesso di soggiorno.

Al momento di salire in macchina l’uomo ha cercato di disfarsi di due ovuli, mossa che non è sfuggita agli agenti. Portato presso il Comando Provinciale dei Carabinieri per il fotosegnalamento, la sostanza contenuta negli ovuli è risultata essere cocaina, entro i limiti della modica quantità, e quindi sottoposta a sequestro.

 

Sull’auto è stato posto il fermo amministrativo per un mese ed il proprietario è stato sanzionato per incauto affidamento.

http://www.gonews.it/articolo_190944_Guida-senza-patente-con-la-droga-in-tasca-La-polizia-municipale-ferma-un-clandestinio-al-volante.html