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Calci, pugni e il braciere ardente: trattamento marocchino per le donn

A gente come questa il Pd vuole svendere la cittadinanza

LUCCA – Una sofferenza lunga tredici lunghi anni, pieni di soprusi e vessazioni finiti grazie ad una denuncia. E’ la triste storia di una donna di mezza età che, all’inizio di marzo, non ce l’ha fatta più a subire quella situazione così pesante che, insieme a lei, subivano anche i figli della coppia. Alla fine ha trovato il coraggio e ha chiesto aiuto ai carabinieri. Gli investigatori hanno dapprima ascoltato la donna e i suoi lunghi racconti, poi l’hanno poi accompagnata al pronto soccorso dove sono state immediatamente attivate le procedure del protocollo previste dal «codice rosa»
Ma non è l’unico caso: a seguito della attivazione del “codice rosa”, il protocollo operativo che prevede una corsia preferenziale per i reati in danno di persone di minorata difesa come le donne vittime di violenza, soprattutto intramuraria, e la informazione tempestiva alleforze dell’ ordine, da parte dei medici del pronto soccorso, la sezione reati contro la persona della squadra mobile, di cui fa parte personale femminile specializzato in tali tipi di reati, ha denunciato in stato di libertà per il reato di lesioni aggravate un operaio 32enne marocchino, residente a S. Concordio. L’ uomo è sposato con una cittadina marocchina residente da tempo a Lucca, di professione colf; i due si sono sposati lo scorso anno in nordafrica e, dopo le pratiche per il ricongiungimento familiare, l’ uomo ha raggiunto qui a Lucca la moglie. Da subito al convivenza si è dimostrata problematica, soprattutto perché i due non avevano mai convissuto prima ed anche perché l’ uomo non accettava i costumi occidentali della moglie e la sua autonomia.
Dopo alcune liti addirittura l’ uomo aveva messo un braciere con dei carboni accesi davanti alla camera dove riposava la moglie, nel maldestro tentativo di intossicarla. La donna per quest’ episodio aveva sporto querela in Questura per le lesioni rimediate, ma poi l’ aveva rimessa per il quieto vivere e perché comunque aveva definito il gesto come poco più che dimostrativo. Invece l’ uomo, che evidentemente mal sopporta l’idea cha la donna gli aveva manifestato di separarsi da lui, l’ ha aggredita a calci e pugni, seppure sapesse già che lei è incinta. La donna è stata ricoverata in osservazione e per fortuna, seppure ha ottenuto un referto medico con una decina di giorni di prognosi, non c’ è stato alcun pericolo per il bambino. Stavolta la donna ha sporto querela e, al termine delle indagini, l’ uomo è stato denunciato per lesioni aggravate.

http://www.lanazione.it/lucca/cronaca/2013/03/12/85055-violenza_choc_sulle_donne.shtml