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Italia multietnica: blitz nelle ditte cinesi, trovati clandestini indiani e albanesi

TERAMO apr 2013 –  Nuovi blitz nei laboratori cinesi in provincia di Teramo. Blitz della direzione provinciale del lavoro e dei carabinieri che ha messo in luce un nuovo fenomeno: adesso i cinesi sfruttano operai albanesi e indiatri trovati a lavorare in nero. L’operazione, chiamata “Filorientale”, si è svolta dal 4 febbraio al 22 marzo : gli ispettori della Direzione provinciale del lavoro e del nucleo carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro, diretti dal direttore della Dpl di Teramo Fabrizia Sgattoni, con i militari del nucleo operativo del gruppo carabinieri Tutela del lavoro di Napoli comandati dal tenente colonnello Gaetano Restelli, con l’ausilio del personale delle stazioni carabinieri, hanno verificato la corretta attuazione delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché l’emersione del lavoro nero e sommerso nei laboratori di confezioni e di pelletterie gestiti da etnie cinesi, presenti soprattutto nella zona della Val Vibrata.

Negli opifici sono state trovate postazioni di lavoro attrezzate con macchine da cucire, con capi di abbigliamento e pelletterie già lavorati o da confezionare, commissionati da famose griffe.

Si è ripetuto lo stesso squallido scenario, riscontrato nelle precedenti operazioni: nell’ambito degli stessi ambienti accanto agli strumenti di lavoro sono stati rinvenuti dormitori posticci, divisi dagli spazi lavorativi solo da pareti di cartongesso, e anche spazi adibiti a refettori. I locali di lavoro sono risultati privi di riscaldamento, umidi, fatiscenti e senza alcuna garanzia igienica e di sicurezza. Ambienti insalubri, in cui non esiste distinzione tra spazi lavorativi e spazi adibiti al riposo e alla vita familiare.

Nel corso dell’operazione sono stati controllati:30 laboratori tessili e di pelletterie, tutti irregolari; 296 lavoratori extracomunitari, di cui 75 in nero tra cui 16 clandestini ed un minore;sono stati operati 22 sequestri di immobili adibiti a laboratori e di macchinari per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza, per un valore complessivo di 8.477.000 euro. Gli immobili sono risultati tutti di proprietà di cittadini italiani;sono state impartite 1379 prescrizioni per contestazioni di violazioni alle normative in materia di sicurezza, per un importo complessivo di 7.074.524 euro di ammende;sono stati adottati n. 19 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale ;sono state contestate sanzioni amministrative per un importo di 333.450 euro; le omissioni e l’evasione contributiva accertate ammontano complessivamente ad 1.205.277 euro; denunciati 30 cittadini cinesi.

Le indagini hanno permesso di accertare che in alcuni casi le lavorazioni sono state svolte per conto di ditte italiane con sedi in questa provincia e in regioni limitrofe. Un fenomeno nuovo venuto alla luce nel corso delle ispezioni e che ha lasciato stupiti gli operatori è stato quello di trovare all’interno degli opifici lavoratori “in nero” di nazionalità albanese e indiana, nonché lavoratori italiani subordinati assoggettati alle direttive dei padroni cinesi.

http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2013/04/22/news/blitz-nei-laboratori-cinesi-al-lavoro-in-nero-indiani-e-albanesi-1.6930230

Ennesima azienda cinese che distruggeva il tessuto economico italiano

Como – Scarpe di lusso, lavoratori in nero.La Guardia di Finanza di Olgiate Comasco ha monitorato per 8 mesi 5 ditte individuali operanti tra le province di Como, Milano e Varese, nel settore della produzione, confezionamento e vendita di calzature di alta moda cheevadevano il fisco e facevano ricorso al lavoro in nero.

Denunciati sei cittadini di nazionalità cinese, accertati 9 milioni di euro di elementi positivi di reddito e di Irap sottratti a tassazione e 500.000 euro di IVA evasa, sequestrati beni per 700.000 euro. Il sodalizio, attraverso un sistema di frode consistente nell’apertura e nella chiusura nel breve periodo della partita Iva ma continuando tuttavia l’attività produttiva nella medesima sede, riusciva ad eludere i controlli e ad ostacolare l’accertamento.

Su disposizione della magistratura sono stati sequestrati i beni di proprietà’ degli indagati per un valore complessivo di 4,5 milioni di euro, tra cui una villa di pregio, un appartamento con annesso box, due Suv, altre due autovetture di grossa cilindrata, oltre a rapporti bancari e prodotti assicurativi.

L’esecuzione del provvedimento, rende noto la Finanza, ha già retto di fronte a una istanza di riesame presentata dalla difesa degli indagati.

http://www.ilgiorno.it/como/cronaca/2013/02/15/845954-scarpe-lusso-lavoro-nero-evasori.shtml

Trestina, carabinieri scoprono laboratorio cinese con operai a nero

Bloccata azienda di tessile cinese a Trestina che aveva operai a nero e macchinari senza un minimo di sicurezza per le maestranze. La decisione è stata presa dai Carabinieri e dal personale civile della Direzione Territoriale del Lavoro di Perugia, che hanno proceduto al controllo di un’azienda tessile con sede nella zona industriale di Trestina dove vengono realizzati pantaloni e camice per conto di un’azienda italiana.

Su nove operai tre erano stati assunti in nero, senza che la titolare – una cinese di 60 anni – avesse dunque mai versato i contributi di legge. Oltre a comminare circa 7mila euro di sanzioni per le irregolarità riscontrate, la proprietà dovrà versare una somma particolarmente salata rappresentata dai recuperi contributivi, ancora da quantificare. In aggiunta alle sanzioni economiche per le irregolarità contributive.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/trestina-azienda-tessile-cinese-bloccata-lavoro-nero.html