Tag: ivrea

Inseguimento e sparatoria in autostrada

 

Inseguimento per decine di chilometri tra poliziotti e banditi, con tanto di speronamenti e sparatoria, questa notte, prima sulla A4 Torino – Milano, infine lungo l’ex statale 228 che divide Biellese e Canavese. Alla fine gli agenti della polizia stradale di Novara, aiutati dai colleghi di Torino e dai carabinieri della Compagnia di Ivrea, li hanno arrestati alle porte di Piverone, ma in territorio Biellese. Procede la procura di Vercelli. Le persone finite in manette sono due. Si tratta di cittadini stranieri, di origine marocchina ma di nazionalità francese. Nel furgone avevano quasi 40 chili di hashish infilati in una valigia di cartone nascosta tra decine e decine di penumatici usati. Uno degli arrestati si chiama Mhedi Agoune, 42 anni.

 

http://www.lastampa.it/2014/02/23/cronaca/inseguimento-e-sparatoria-sulla-a-due-arresti-nella-notte-a-piverone-F0fh0ul3MVrBYiicib38HP/pagina.html

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Ivrea, detenuto africano pesta agente in carcere: trauma cranico

IVREA 23 apr 2013 – Il sindacato di Polizia penitenziaria Osapp denuncia un altro fatto increscioso avvenuto all’interno di un carcere. Questa volta non a Torino, ma nella prima cintura, ad Ivrea. Un agente – secondo quanto riportato dal segretario generale Leo Beneduci – è stato aggredito da un detenuto e lanciato violentemente contro un’inferriata di una cella.

Il poliziotto si è procurato in questo modo un trauma cranico guaribile in cinque giorni, salvo complicazioni. L’aggressore è un ragazzo di 25 anni di origine gabonese, in carcere per reati legati alla droga. Il sindacato continua a denunciare fatti di questo genere e ribadisce la pericolosità del lavoro di un agente penitenziario causato in primo luogo da mancanza di personale.

“E’ l’ennesimo episodio di violenza subito in carcere dal personale di polizia penitenziaria. – commenta Leo Beneduci -. Al di là di quanto si ritiene, questi episodi non fanno parte dei rischi cosiddetti professionali, ma sono sempre legati a carenze gestionali e alle annose disattenzioni nei confronti del carcere da parte delle autorità amministrative e politiche”.

http://www.torinotoday.it/cronaca/agente-aggredito-carcere-ivrea.html

Massa: nuovo campo nomadi?

E’ quello che si chiedono i residenti della frazioni massesi di Bondano e Ricortola  a Marina di Massa, da quando un privato di Ivrea ha acquisito un terreno di 1500 m quadri che lo ha subito recintato con palizzate alte 40 cm. I residenti delle frazioni interessate temono che sia l’ inizio di un insediamento abusivo di un nuovo gruppo di nomadi, e per questo si sono rivolti ai consiglieri comunali di centrodestra, all’ opposizione di questa fallimentare giunta Pucci, che sta riempiendo lettaralmente Massa, di insediamenti di nomadi, che hanno portato un aumento vertiginoso dei furti , del crimine , delle rapine e che per questo hanno portato i massesi a vivere nella paura  e nel terrore.
I consiglieri comunali di centrodestra Benedetti e Amorese, in merito a questo terreno recentemeno acquisito, ricordano che esso e’ perennemente allagato e denunziano gia’ da ora il pericolo di abusi edilizi di ovvio carattere anche penale.

http://ilmonitoretoscano.blogspot.it/2013/03/a-marina-di-massa-un-nuovo-campo-nomadi.html

[Canavese] Furti, scasso e droga: otto, tra arresti e denunce … – Localport

[Canavese] Furti, scasso e droga: otto, tra arresti e denunce
Localport
Settimana impegnativa, quella appena passata, per i Carabinieri della Compagnia di Ivrea, guidati dal capitano Claudio Sanzò, che hanno tratto in arresto, o denunciato otto persone in due giorni tra tentati furti, scasso, droga e inosservanza dei

Zingara picchia il suo bimbo per farlo piangere e impietosire i passanti (deficienti)

Giù le mani

Picchia il suo bimbo

Picchiava il figlio per farlo piangere e impietosire i passanti. Tutto per poter mendicare qualche spicciolo in più di elemosina.  

Già denunciata, il magistrato non aveva fatto nulla ed era tornata allo stesso posto con gli stessi metodi.

Per questo motivo L.S., una ventottenne Rom domiciliata in un campo nomade di Torino, ora è finita nei guai. E’ stata denunciata e rinviata a giudizio per riduzione e mantenimento in schiavitù del figlio di 1 anno e mezzo. La cosa più assurda, però, è che dopo che i giudici le avevano tolto il piccolo affidandolo alla tutela di un avvocato, lei tre mesi dopo si era ripresentata a mendicare. Nello stesso punto e con lo stesso bambino in grembo. La vicenda ora è finita in Tribunale. L’altro ieri, nell’aula al primo piano del palazzo di giustizia di Ivrea, questa storia è stata ricostruita nei dettagli davanti al giudice, Marianna Tiseo. Una vicenda che Paolo Campanale, il legale che ha ottenuto dal Tribunale dei minori la tutela del bambino, ancora fatica a comprendere. «Già è grave quello che ha commesso – spiega –, ma la cosa più incomprensibile e assurda, è che quella donna, subito dopo questa storia, è tornata in strada. Portando con sé il piccolo».

I fatti, ricostruiti in aula, risalgono all’agosto del 2009. E’ una mattina calda e assolata, la donna Rom è seduta a pochi passi dell’ascensore che porta al piazzale dell’ospedale di Ivrea. Ormai tutti la conoscono e sono abituati a vederla appoggiata al muro accanto al montacarichi. Tiene in grembo un bambino e ogni tanto allunga la mano per chiedere ai passanti qualche spicciolo. C’è il solito via vai di persone: quasi tutti fanno finta di nulla e tirano dritto. In pochi le fanno la carità. Che cosa accade poi quella mattina lo racconta in aula Angelo Perri, di Montalenghe. «Stavo aspettando che si aprissero le porte dell’ascensore – ha spiegato al giudice – quando a un certo punto ho visto una cosa che mi ha colpito davvero». La donna, ha raccontato Perri, ha iniziato a percuotere il bambino. «Lo sculacciava, lo picchiava. Ha fatto di tutto per farlo piangere. Le ho detto di smetterla e lei, come se nulla fosse, mi ha chiesto dei soldi. Disse, in parole povere, che il piccolo aveva bisogno di cure». A quel punto Perri ha avvertito la polizia.

Quando sono arrivati gli agenti, lei e il piccolo erano ancora lì: la donna è stata identificata e portata in commissariato, mentre il bimbo, su ordine del Tribunale dei minori, è stato immediatamente posto sotto la tutela di un legale. Peccato non sia servito a nulla. Pochi mesi dopo, infatti, la nomade è tornata a Ivrea. Sempre a fianco dell’ascensore che porta al piazzale dell’ospedale. E’ stato lo stesso Perri a rivederla lì e a raccontarlo ai giudici in aula. Uscendo dal palazzo di giustizia si è lasciato andare ad un commento pieno di amarezza: «Evidentemente la mia denuncia non è servita a niente».