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Dalla parte dei criminali, Sel vuole arrestare i carabinieri: “Torturatori”

“Appoggiamo pienamente le parole del Procuratore, che ha sottolineato come l’integrità di ogni essere umano, chiunque esso sia, vada tutelata, e intendiamo ancora una volta affermare che la vita di ognuno è sacra, italiano o straniero”

Gli esiti dell’autopsia di Bohli Kayes, lo spacciatore arrestato a Riva Ligure il 5 giugno, dicono che non si è trattato di un malore, come ipotizzato, ma di un soffocamento. I tre carabinieri che l’hanno arrestato sono imputati di omicidio colposo e quando interrogati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Noi appoggiamo pienamente le parole del Procuratore, che ha sottolineato come l’integrità di ogni essere umano, chiunque esso sia, vada tutelata, e intendiamo ancora una volta affermare che la vita di ognuno è sacra, italiano o straniero, innocente o colpevole.

Nella provincia di Imperia ci sono già stati piccoli o gravi episodi che hanno evidenziato come spesso gli stranieri, regolari e no, siano trattati senza il rispetto dei più elementari diritti umani.

È ancora all’obitorio di Sanremo la salma del giovane senegalese che vendeva la propria merce alcune settimane fa al mercato di Ventimiglia ed è annegato alle foce del Roja per sfuggire all’inseguimento delle forze dell’ordine.

Stefano Quaranta, parlamentare ligure di SEL, ha presentato questa mattina una interrogazione alla Camera in cui esorta i vertici delle istituzioni a spiegare precisamente la dinamica dei fatti e a individuare le responsabilità.

Riteniamo pertanto che sulle cause della morte di Bohli vada fatta chiarezza nel modo più rigoroso possibile, evitando ogni omertà e ogni tentativo di minimizzazione dell’accaduto.

http://www.riviera24.it/articoli/2013/08/07/160353/sel-liguria-venga-fatta-subito-chiarezza-sulla-morte-di-kayes

Nessuno tocchi i potenziali elettori di Sel. La vita di uno spacciatore non è ‘sacra’, vadano a dirlo a chi ha figli morti di overdose.

(ASCA) – Roma, 7 ago – I deputati di Sel chiedono al ministro della Giustizia, Anna Maria cancellieri, di valutare l’opportunita’ di introdurre il reato di tortura dopo la morte del detenuto tunisino nel carcere di Sanremo. ”Il governo chiarisca la dinamica e faccia chiarezza sulla morte di Bohli Kayes, deceduto dopo essere stato arrestato da tre carabinieri nell’ambito di un’operazione antidroga a Riva Ligure e che, secondo la perizia autoptica, avrebbe perso la vita per asfissia violenta dovuta a una pressione sulla cassa toracica”, dicono i deputati di Sel Stefano Quaranta e Daniele Farina nell’interrogazione al ministro della Giustizia sulle cause della morte di Bohli Kayes. ”La vicenda richiama alla mente recenti e drammatici episodi – continuano i due parlamentari di Sel – Abbiamo chiesto al Ministro Cancellieri se non ritenga di assumere iniziative ispettive al riguardo e se non pensa sia arrivato il momento di introdurre nel nostro ordinamento il reato di tortura, per impedire che fatti come questo accadano di nuovo”. ”In Senato – aggiungono – e’ in corso l’esame di proposte di legge sul tema e vorremmo sapere quale e’ l’orientamento del Ministro Cancellieri, e del governo, e quali iniziative intende intraprendere per agevolarne la definitiva approvazione da parte dei due rami del Parlamento. Il caso di Sanremo, ultimo di una lunga serie, concludono Farina e Quaranta, e’ la conferma di come sia insostenibile una disciplina giudiziaria che non contempli il reato di tortura. Sinistra Ecologia Liberta’ impegnera’ la politica e le istituzioni perche’ al piu’ presto l’Italia inserisca il reato di tortura nel suo ordinamento. Ce lo chiedono in molti”.

http://www.asca.it/news-Morte_pusher__Sel_a_Cancellieri__introdurre_reato_di_tortura-1304193-POL.html

In sostanza, per i parlamentari di Sel, i Carabinieri sono dei ‘torturatori’. Questo sito è orgoglioso di essere entrato nelle ‘grazie’ di un partito come Sel, e di essere oggetto delle loro attenzioni parlamentari insieme ai Carabinieri.

Morta la donna data alle fiamme da Nigeriano


Il Mattino
data alle fiamme per vendetta
Il Mattino
CASERTA – Non ce l’ha fatta la donna, non ancora 23enne, data alle fiamme da un Nigeriano che intendeva punirla per essere intervenuta in difesa dell’amica che era stata la sua fidanzata. Nella serata di ieri, la giovane è
Donne, un’altra vittima innocente addio a Olayemi, che difese un La Repubblica
Le diede fuoco in casa, 23enne muore in ospedaleInterno18tutte le notizie (4) »

Senza vergogna: media in soccorso dello stupratore di Bergamo

Sempre dalla parte sbagliata

«Sono pronto a giurare sulla mia vita che mio fratello è innocente». A Domenica Live parlano il fratello e la moglie del 32enne kosovaro Vilson Ramaj, l’uomo accusato di aver stuprato una ragazza a Bergamo. Il fratello riporta la versione che gli è stata riferita dall’uomo ora sotto accusa: «Stava andando al lavoro e ha visto una ragazza appoggiata alla sua auto; le ha chiesto di spostarsi e hanno avuto da dire».
Ben altro, quello che emerge dagli atti dell’avvocato difensore: l’uomo avrebbe palpeggiato la parte superiore del corpo della ragazza, senza che si consumasse un atto carnale. In effetti, anche la dichiarazione della vittima, riportata parzialmente in trasmissione, lascia alcuni dubbi. La ragazza sostiene di essere stata avvicinata da un uomo a piedi che l’avrebbe afferrata con forza per un braccio per farla salire in auto e ha iniziato a “strusciarsi con la parte anteriore del corpo“. Ma la stessa vittima dichiara, nella denuncia: «Non sono sicura che vi sia stata una congiunzione carnale completa, perché ha perso i sensi».
E anche il referto medico afferma che non si riscontrano i segni di una violenza sessuale completa. In studio, anche la moglie di Ramaj, madre di alcuni bambini. La donna, che non parla l’italiano, appare disorientata e incredula che il marito abbia potuto compiere un atto tanto atroce. Ma l’avvocato assicura: «Ramaj vuole scrivere una lettera in cui chiede perdono. Lo farà senza essere costretto, quando gli verrà naturale».

http://www.leggo.it/spettacoli/televisione/stupro_di_bergamo_in_tv_il_fratello_dellaggressore_non_ci_fu_violenza/notizie/210737.shtml

Fin qui, abbiamo riportato l’articolo, vediamo di commentarlo.

Allora, ci informano i familiari dello stupratore che “ha solo chiesto di spostarsi”, e che sarebbe innocente. Ma allora perché dovrebbe scrivere una lettera di scuse? E soprattutto: perché ha confessato di avere tentato di stuprare la ragazza? E’ evidente che i soliti media – e la solita ridicola D’Urso – cercano di speculare sul dolore di una vittima per fare ascolti, arrivando, a questo scopo,  ad ospitare i familiari di un violentatore.

E poi: non si vergognano – magistrati e giornalisti – ad insistere sul fatto che “non c’è stato lo stupro completo”? Ora è una colpa riuscire a difendersi? La prossima vittima deve farsi penetrare – scusate il termine ma.. – per avere giustizia?

Insomma, si prepara il terreno mediatico per – non solo i domiciliari – ma la scarcerazione totale dell’immigrato. Dopotutto, come scrive il giornalista, “non c’è stata congiunzione carnale completa”.