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Troppi rom a scuola, ritirati i figli – ANSA.it

Troppi rom a scuola, ritirati i figli
ANSA.it
"Abbiamo cercato di convincerli a lasciare i loro figli, ma hanno preferito portarli a Vicolungo, il Paese qui vicino", spiega il sindaco, Marisa Albertini. La grana è esplosa oggi, primo giorni di scuola, ma ha radici lontane. Dieci anni fa le

«Io, imprenditore prigioniero dei campi nomadi» – il Giornale

 

La soluzione potrebbe essere «la compensazione finale a consuntivo di tutte le opere Expo». Ovvero la Regione che al momento del bilancio finale si rivarrà sul Comune per i soldi anticipati nell’esproprio dei rom dal campo nomadi di via Monte Bisbino e su cui è scoppiata la guerra tra i Palazzi Marino e Lombardia.

Perché su quel milione e 400mila euro da sborsare per abbattere baracche e villette sul percorso Expo della corsia di accelerazione verso l’autostrada Milano-Laghi, ora c’è il giallo di chi dovrà allargare i cordoni della borsa. Per il momento è stata Infrastrutture lombarde, la società partecipata al 100 per cento dalla Regione che per inaugurare l’opera in tempo utile, ha liquidato gli abitanti delle villette abusive. Con un curioso capovolgimento di ruoli. Perché una Regione guidata da un governatore leghista come Roberto Maroni al momento risulta essersi preoccupata di risarcire i nomadi da un insediamento trentennale, mentre la giunta rosso-arancione di Giuliano Pisapia risulta avere il braccino piuttosto corto nei confronti della comunità nomade a lungo blandita nei giorni della campagna elettorale. «Non vi è alcun accordo per pagare gli espropri dei terreni di via Monte Bisbino – aveva subito alzato le barricate Pisapia -. Il Comune non ha speso e non spenderà un solo euro». Diverso il parere di Maroni secondo cui «non è Infrastrutture lombarde che paga, è il Comune di Milano con i fondi che ha a disposizione per questo». Parlando di «un accordo fatto tempo fa, si tratta probabilmente di una anticipazione che prevede il trattenimento successivo delle somme che devono essere pagate al Comune». Un testa a testa che ha scatenato la guerra delle scartoffie, con Palazzo Marino che con il portavoce di Pisapia Marco Dragone è pronto a ricordare che «a gestire l’operazione di esproprio è la società Infrastrutture lombarde (interamente posseduta dalla Regione Lombardia) in base ad una delibera regionale (la 3470 del 25 maggio 2012)». Ma con l’assessore regionale alle Infrastrutture Maurizio Del Tenno certo del fatto che «a pagare sarà il Comune». Facendo riferimento a quei «5,6 milioni di euro a disposizione per i rom, li utilizzino per un accordo frutto di quel tavolo che nel 2012 stabilì rimborsi fino a 100 euro per gente che non ne aveva alcun diritto». Perché c’è da ricordare che se i terreni erano effettivamente di loro proprietà, il valore agricolo al metro quadro non superava i 30 euro. Mentre chi partecipò a quel gruppo di lavoro con Infrastrutture lombarde, prefetto, Regione e Comune racconta che la consulta rom voleva far lievitare i rimborsi fino a 170 euro. Poi la mediazione dell’assessore Marco Granelli a 100 euro e facendo riferimento proprio al fondo a disposizione del Comune per l’emergenza nomadi, l’assicurazione che proprio da lì si sarebbe attinto per i 900mila euro dell’indennizzo straordinario. «È difficile – dice ora lo stesso protagonista della vicenda – che ora il Comune si tiri indietro dicendo che non ne sapeva niente». E del resto, ricorda qualcuno in Regione, «il responsabile dei servizi sociali sul territorio è proprio il Comune». Un’altra carta da giocare al momento di quella «compensazione finale» che la Regione pretenderà al momento di fare i conti.