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«Mamma, non affittare agli immigrati», lei lo fa e muore

E’ in carcere Constantin Scarlat di 33 anni, l’ennesimo romeno che grazie alla libera circolazione europea ha ammazzato un’italiana.
Per il delitto è probabile che entro oggi ci sarà la convalida dell’arresto – sempre che qualche magistrato fanatico non intervenga per liberarlo – per un delitto probabilmente premeditato.
Constantin Scarlat,  tempo fa, aveva abitato in una casa di proprietà di Alma Pecorara, conosceva la donna e le sue abitudini. E soprattutto stando ad una testimonianza raccolta dai carabinieri,  insisteva per tornare ad abitare a Montecalvo Versiggia.

«Il figlio Andrea non era affatto propenso che la mamma affittasse stanze o case di proprietà ad immigrati e anzi chiedeva alla mamma di usare più precauzioni» ha segnalato l’ avvocato Luca Angeleri che, assieme a Marco Casali, assiste Andrea Castaldi, il figlio dell’ anziana assassinata.

Negli ultimi tempi aveva abitato, abusivamente, presso altri connazionali in località Fosso del comune di Golferenzo. Da lì, la mattina del 23 aprile, a piedi, sarebbe andato a Montecalvo. Per strada sono 4-5 chilometri, attraverso i sentieri e le stradine di campagna, forse la metà. E il romeno è in grado di farlo anche in meno di un’ora. Viene inquadrato e ripreso da una telecamera del sistema di videosorvgelianza del Comune, sia quando passa per andare verso Montecalvo e la frazione Piane dove abita l’anziana sia, diverse ore dopo, oltre la mezzanotte del 23 aprile, quando compie il percorso inverso. Queste le prove più evidenti a suo carico, oltre alle impronte che sono oggetto di analisi.
Il romeno avrebbe colpito la donna per una questione di soldi: 100 o 150 euro, che l’uomo rivoleva in quanto caparra versata per un precedente affitto, in «nero». Al no della donna, si sarebbe scatenata la furia omicida. Insomma un dramma che ripropone anche il problema dei tanti immigrati che vivono, in maniera più o meno regolare, in questo angolo a sud del Po, sulle colline della Valle Versa. «Ne abbiamo aiutati tanti, sono essenziali per la nostra agricoltura, molti sono perfettamente integrati. Però, dalla gente del posto, ci vuole più prudenza e un corretto rapporto con le istituzioni» dice il sindaco di Montecalvo, Roberto Delmonte.

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La signora era una collaborazionista dell’invasione. Ha raccolto quello che aveva seminato.

Non si esclude che il figlio venga ora indagato per “discriminazione” da qualche fanatico della magistratura. Possiamo concludere che il “razzismo” salva la vita.