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Il ladro Rom con 15 nomi

Napoli. Scaltro e lestofante più di quanto la sua giovane età sia in grado di dire, Dragan – alias Bernard, alias Julian, alias Radko, alias Radovan, alias Misha – dopo un lungo interrogatorio ha finito col confessare. Ammettendo non solo la propria vera età, ma soprattutto il suo vero nome. Davanti al capitano dei carabinieri della compagnia Napoli Centro Stefano Tosi il ragazzo di nazionalità serba ha capitolato. Ma, in fondo, sarebbe stata solo questione di tempo: i militari gli avevano già preso le impronte digitali e lui, a quel punto, ha intuito che era finita. Aveva cominciato parlando un francese fluente, sostenendo di essere un turista belga in visita a Napoli. E dire che proprio i carabinieri lo avevano salvato, sottraendolo alla furia di una decina di persone che stavano per linciarlo dopo averlo scoperto in atteggiamento sospetto con un complice mentre si aggirava in un palazzo dei Quartieri spagnoli con l’evidente intento di voler forzare la porta d’ingresso di un appartamento in quel momento disabitato. Il ragazzo serbo se l’è data a gambe verso piazza Carità e poi – più giù – una volta giunto in piazza Matteotti è stato bloccato da una pattuglia di carabinieri. Evitato il linciaggio, il giovane è finito alla caserma Pastrengo per chiarire che cosa avesse determinato la furiosa reazione dei residenti dei Quartieri. Qui il 18enne – che risiede nel campo rom di Secondigliano – ha iniziato a raccontare la lunga serie di bugie, fornendo false generalità. Aveva con sé due lastre di plastica, di quelle che vengono usate in genere da chi cerca di scassinare le porte blindate degli appartamenti. Dai successivi accertamenti è emerso che si trattava di un ragazzo già raggiunto da un ordine di carcerazione emesso il 10 dicembre del 2012 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Napoli, oltre che denunciato in stato di libertà per possesso ingiustificato di oggetti utilizzati per lo scasso e false generalità fornite a pubblico ufficiale. Si è scoperto che, nel tempo e durante i vari controlli effettuati, si era addirittura nascosto fornendo15 identità diverse. Il 18enne è finito a Poggioreale in esecuzione di una condanna emessa nel dicembre del 2012 dal Tribunale per i minori, dovendo espiare la pena di sette mesi di reclusione per un furto in abitazione commesso a Napoli nel 2009. Ma le indagini proseguono. Anche perché il presunto complice è riuscito a far perdere le sue tracce durante le fasi concitate dell’inseguimento per le vie del centro. E ad uscirsene con una denuncia per favoreggiamento è stato anche il genero dell’arrestato: un altro serbo che, convocato in caserma, aveva cercato di avallare le false generalità che il 18enne aveva cercato di fornire ai carabinieri. (Il Mattino)

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