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Modena non è una città per donne: immigrati scatenati con coltelli

Hanno minacciato le loro mogli con un coltello, terrorizzandole durante una lite furibonda fra le pareti domestiche e riportando alla memoria i cruenti di ‘femminicidio’ di cui sono piene le cronache: una realtà più vicina di quanto si non si pensi.
Gli agenti del commissariato di polizia sono intervenuti in due casi in città, uno in via Cavour, a ridosso del centro storico, l’altro in via Belgrado, nella periferia sud, vicino alla tangenziale.
La Polizia in entrambe le situazioni ha proceduto ad effettuare segnalazioni per maltrattamenti in famiglia e tentate lesioni aggravate.

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Giorgio Pighi, Sindaco di Modena

Il primo caso si è verificato nella tarda serata del 29 luglio quando gli agenti, arrivati in via Cavour si sono ritrovati davanti una moldava di 53 anni in lacrime e visibilmente spaventata, nel cortile del condominio dove abita, mentre era insieme al fidanzato della figlia che ha cercato di difenderla dalle percosse.
La donna era appena stata aggredita dal marito, N. V., connazionale, nel corso di una lite per futili motivi in cui l’aveva minacciata con un coltello da cucina con una lama di 26 centimetri. Il fidanzato della figlia, un 25enne italiano residente in città, è intervenuto in soccorso della malcapitata facendola fuggire in strada, ma è divenuto a sua volta vittima della furia di N. V. il quale, in preda ai fumi dell’alcool e completamente fuori controllo, si è avventato sul giovane cercando più volte di colpirlo con il coltello, ma il 25enne è riuscito a gettare a terra e disarmare l’aggressore. Non era la prima volta che la moldava veniva aggredita verbalmente e fisicamente, secondo quanto ha raccontato agli agenti, e più volte ha meditato di rivolgersi ad una struttura per la protezione delle donne vittime di violenze domestiche. Il marito, infatti, soprattutto quand’è ubriaco, diviene molesto secondo quanto riferito dalla 53enne.
L’uomo è stato denunciato per tentate lesioni aggravate e maltrattamenti in famiglia e il coltello, di quelli usati in macelleria per il disosso, è stato sottoposto a sequestro.

Il secondo episodio violento si è verificato in via Belgrado domenica scorsa. Verso le 22 una pattuglia della Volante è stata allertata da alcuni residenti della zona che avevano sentito urla disperate provenire da un appartamento. Un tunisino di 58 anni, da oltre 20 residente a Carpi, aveva minacciato con un coltello l’ex moglie, per questioni relative all’affido dei minori. Il coltello non è stato ritrovato dagli agenti, perché l’uomo se n’era sbarazzato per tempo. Lo straniero è stato deferito per minacce aggravate e il caso dell’affidamento dei minori è stato sottoposto all’attenzione dei servizi sociali del Comune.

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/08/02/news/minacciate-con-un-coltello-vittime-dei-loro-mariti-1.7520263

A parte l’articolo demenziale, l’ennesima dimostrazione di come la violenza sulle donne in Italia, viene da lontano. In senso geografico.

‘Figlio di badante’ stupra figlia della sua convivente


FoggiaToday
Foggia, abusa della figlia della compagna: arrestato romeno

Violenza sessuale, sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia, sfruttamento della prostituzione e lesioni aggravate. E’ questo il ricco ‘ventaglio’ di reati di cui dovrà rispondere B.A., cittadino rumeno di 35 anni, arrestato questa mattina dagli agenti della Terza Sezione della Squadra Mobile di Foggia, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Foggia, Michela Valente.

Una vicenda tanto drammatica quanto torbida, quella ricostruita dagli inquirenti della mobile foggiana, consumata tutta all’interno di una famiglia “allargata” della comunità rumena presente nel capoluogo dauno. Tutto è iniziato a dicembre dello scorso anno, quando la vittima di questa storia è giunta in Italia dalla Romania, stanziandosi nella stessa abitazione della madre (che lavora come badante) e del suo nuovo compagno.

Sin da subito le attenzioni dell’uomo si sono riversate sulla nuova arrivata: prima avances più o meno esplicite, poi vere e proprie attenzioni sessuali sfociate in episodi di violenza. Così fino al 7 marzo scorso, quando la vittima ha trovato finalmente il coraggio di denunciare, con l’aiuto di un interprete, quanto costretta a subire tra quelle mura.

Inutili i tentativi di fuga della ragazza, che non poteva godere né della protezione della madre (atterrita dalle ritorsioni minacciate dall’uomo), né di quella del suo fidanzato che, giunto in Italia per “salvarla”, è stato letteralmente ‘pestato’ dall’uomo che gli ha provocato numerosi traumi facciali, per i quali il ragazzo è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all’ospedale “Casa Sollievo” di San Giovanni Rotondo. Poi, spaventato, è rientrato in Romania.

Prima della denuncia, la ragazza aveva tentato un’ultima volta di fuggire, a piedi, da quell’abitazione ma, nel tentativo di attraversare una strada statale, era stata investita da una vettura che sopraggiungeva. L’autista, benché sotto shock, accompagnò la ragazza in ospedale dove le furono riscontrate varie fratture al bacino e ad una gamba. All’atto del ricovero in ospedale, però, si presentò anche il 35enne che, spacciandosi per il padre della ragazza, le evitò ogni possibilità di sporgere denuncia.

Ritornata a casa per la convalescenza, la ragazza è stata costretta ad assecondare ancora le pretese sessuali dell’uomo, nonostante le sue precarie condizioni di salute (le erano state impiantate protesi metalliche al bacino) e le conseguenti limitazioni nel movimento. Esasperata e determinata a porre fine a questo calvario, la ragazza è riuscita a denunciare il suo aguzzino mentre era – momentaneamente sola, ma sempre controllata a vista – all’interno di un ufficio postale. Qui ha chiesto ad un impiegato l’immediato intervento della polizia che, dopo aver avviato le indagini, ha collocato la malcapitata in una struttura protetta per donne vittima di violenza. Questa mattina, a conclusione di una complessa attività di indagine, l’uomo è stato tratto in arresto.

 

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Romeno non accetta separazione: per riconquistarla, pesta a sangue la moglie

Non ha accettato la separazione dalla moglie, romena, così ha cominciato a perseguitarla. Per mesi l’ha tormentata con minacce e percosse anche in strada. Per questo, un quarantenne, romeno, è stato arrestato dalla polizia, ieri a Cecina, in provincia di Livorno, in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare

Borseggiatore algerino arrestato da padre e figlio, poliziotti fuori … – il punto a mezzogiorno


il punto a mezzogiorno

Borseggiatore algerino arrestato da padre e figlio, poliziotti fuori
il punto a mezzogiorno
Questa mattina, nella zona che ospita il mercato settimanale del martedì, un cittadino algerino che aveva borseggiato una signora, che si trovava insieme alla figlia minore, è stato arrestato da due poliziotti, padre e figlio, entrambi liberi dal
Borseggiatore arrestato al mercato da padre e figlio poliziottiLatinaToday

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Già scarcerato l’assassino di Beatrice, lo sfogo del papà: “Uccisa per la seconda volta”

Gorgonzola, 19 luglio 2013 – Sono stati disposti gli arresti domiciliari e non il carcere per Gabardi El Habib, il pirata della strada che il 10 luglio ha travolto e ucciso a Gorgonzola (Milano) la 16enne Beatrice Papetti. Lo ha deciso il gip di Milano che non ha accolto le richieste del pm che ieri aveva chiesto che l’uomo, residente a Roncello, in Brianza, venisse tenuto in carcere. Una settimana dopo l’investimento, l’uomo si era costituito ai carabinieri ed era stato portato in carcere.

L’avvocato Giovanni Marchese, legale del marocchino, ha spiegato che l’uomo non è “un pirata della strada”. Ma Nerio Papetti il padre della ragazza, che fino ad ora aveva mantenuto un profilo molto basso e pacato, insorge contro la Giustizia italiana: “Le leggi italiane hanno ucciso mia figlia per la seconda volta. E’ un provvedimento inaccettabile”

Il gip di Milano, Alessandro Santangelo, dopo l’interrogatorio di garanzia di ieri nel quale l’uomo ha risposto alle domande, ha deciso per gli arresti domiciliari, perchè è una misura idonea a garantire le esigenze cautelari: principalmente il pericolo di reiterazione del reato e poi quelli di fuga e di inquinamento probatorio. L’uomo, infatti, è accusato di omicidio ma nella forma colposa e c’è da dire anche che l’altro reato contestato, l’omissione di soccorso, non prevede la misura cautelare.

http://www.ilgiorno.it/martesana/cronaca/2013/07/19/922115-ragazza-investita-gorgonzola-domiciliari.shtml

Zingari portano figlia morta a Pronto Soccorso: lo devastano perché i medici non la ‘resuscitano’

Una bimba di 10 mesi è morta, a Milano, con una forte febbre. La bimba, figlia di bosniaci che vivono in un campo nomadi, è stata portata dai genitori all’ospedale San Paolo, dove è giunta senza vita. Per accertare le cause del decesso è stata disposta l’autopsia. Sembra che la piccola avesse già problemi fisici e che fosse nata senza la tiroide. Dopo la notizia, una trentina di persone si è recata all’ospedale dove ha dato in escandescenza DEVASTANDO IL PRONO SOCCORSO.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/articoli/1105458/milano-bimba-rom-muore-con-febbre.shtml

Sono senza vergogna, prima uccidono i loro figli, poi se la prendono con chi li mantiene. Ecco dove nascono i focolai di infezioni e meningiti che colpiscono poi i nostri bambini.

Picchiata perché incinta di figlia femmina

Nel 2001 il matrimonio: una ragazza italiana sposa un cittadino di origini siriane, Hulmi S.. Tutto sembrava potesse andare per il meglio. Ma il matrimonio si è trasformato rapidamente in un inferno per la ragazza costretta a subire vessazioni continue e persistenti da parte dell’uomo.

La donna, che ha avuto una bambina dall’uomo, è stata insultata e maltrattata anche per non aver partorito un figlio maschio. Alla fine la ragazza non ha retto ed ha denunciato il marito, che si professava musulmano praticante. Finalmente – come riporta Il Giorno – il gup Andrea Salemme ha rinviato a giudizio Hulmi per i maltrattamenti pesanti nei confronti della moglie.

All’uomo si contestano “reiterate vessazioni morali, psicologiche e fisiche” ai danni della moglie. Maltrattamenti che si fecero più frequenti, “non appena appreso che il nascituro era di sesso femminile”.  L’uomo, oltre a picchiare la donna, ne ha limitato le frequentazioni per anni. Finito l’inferno, adesso inizia per lui il processo.

http://www.milanotoday.it/cronaca/musulmano-picchia-moglie-incinta-femmina.html

Immigrato pesta immigrata: “Il posto per l’elemosina davanti alla chiesa è mio!”

Nocera Inferiore – La colpisce sul mento perché voleva il posto per chiedere l’elemosina. Un brutto episodio quello verificatosi durante le prime ore serali di venerdì tra due extracomunitari all’esterno della chiesa Santa Maria del Presepe di piazza Amendola. Erano circa le 20.30 quando un uomo si è avvicinato ad una donna che, insieme alla figlia piccola adagiata in un passeggino, stava chiedendo l’elemosina nei pressi dell’ingresso della chiesa.
In pochi minuti, secondo il racconto di diversi testimoni, tra i due sarebbe scoppiata una forte discussione, culminata poco dopo in un’aggressione da parte dell’uomo nei confronti della donna che sarebbe stata colpita con un pugno al mento.
A quel punto alcuni dei presenti hanno dapprima scacciato l’uomo, tentando di bloccarlo, e poi hanno soccorso la donna. L’extracomunitario per sua fortuna è riuscito a dileguarsi, mentre la donna è stata fatta adagiare su di una panchina. Per tamponare il dolore le è stato portato un fazzoletto bagnato con del ghiaccio e successivamente le è stata offerta una granita per riprendersi dallo spavento.
Sul posto è giunta in pochi minuti una pattuglia della stazione carabinieri che ha raccolto elementi utili alla ricostruzione dell’episodio. Si è scoperto che già in mattinata vi era stata una discussione tra i due e per lo stesso motivo: la richiesta di soldi e la «cessione» di quel posto per chiedere l’elemosina. Un episodio che tuttavia non sarebbe il primo, stando a quanto dice il parroco della chiesa di Santa Maria del Presepe don Ciro Galise: capita spesso infatti di assistere a forti discussioni tra extracomunitari per «accaparrarsi» un posto per chiedere l’elemosina. Episodi che non avrebbero comunque mai minato l’attività della chiesa. Sul fatto indagano i carabinieri che di sicuro si avvarranno delle immagini delle tre telecamere poste proprio all’incrocio di piazza Amendola e via Fucilari.

http://www.ilmattino.it/salerno/nocera_inferiore_lite_aggressione/notizie/298366.shtml

Violentava la figlia, arrestato albanese – Affaritaliani.it

Violentava la figlia, arrestato albanese
Affaritaliani.it
Ha abusato della figlia diciassettenne in almeno tre occasioni: i carabinieri di Cassano D'Adda (Milano) dopo le indagini condotte dal pool del Pm Pietro Forno, hanno arrestato un operaio albanese quarantenne, padre di altri tre figli, residente a Melzo.

Idraulico albanese arrestato a Melzo Violentava la figlia di 17 anni – Mediterranews


Mediterranews

Idraulico albanese arrestato a Melzo Violentava la figlia di 17 anni
Mediterranews
Un idraulico albanese di 41 anni e' stato arrestato dai carabinieri a Melzo (Milano) per aver abusato in piu' occasioni della figlia di 17 anni. La ragazza ha raccontato la sua storia ai militari grazie all'intervento dello zio materno con cui e
Abusava della figlia 17enne, arrestato operaioRaiNews24
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ANSA.it
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