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Allarme rapine di Natale: ma se ti difendi ti arrestano

E’ allarme per le rapine di Natale, in tutte le gradi città, ma non solo. L’altro giorno a Roma undici colpi due ore. L’assalto della cosiddetta piccola criminalità e’ a tutto campo: gioiellerie, farmacie, supermarket. Ma anche singoli passanti, rapinati per strada di rolex e portafoglio. I pericoli maggiori si corrono nella fascia oraria tra le 18 e le 21. Il momento del ritorno a casa. Ma i ladri non hanno più’ orari, non solo di notte, anche di primo mattino. E sono sempre più violenti, non come una volta quando il ladro era sempre disarmato, perché il suo mestiere era quello di ladro e non di violento rapinatore. Molte le tragedie. Nel giro di pochi giorni una anziana, massacrata al Circeo per pochi euro ed un altra a Biella, da tre giovinastri. I delinquenti più violenti sono normalmente dei paesi dell’est ed in particolare romeni. I ladri georgiani. Non si tratta di razzismo, ma bisogna pure capire la reazione della gente comune, come ad esempio, quando a Milano e’ stata ridotta la pena a 9 anni, ed al massimo uscirà tra tre anni, al giovane e minorenne rom, “per il disagio sociale in cui aveva vissuto”. E poi che succede se qualcuno, pur sbagliando, si difende, finisce subito in cella. E si parla di Far West. Cosi’ e’ successo al giovane meccanico di Serle, in provincia di Brescia, che esasperato, ha preso il suo fucile da caccia ed ha sparato un giovane albanese, che di scorribande ne aveva gia’ fatte parecchie. Mirko Franzoni di 26 anni si trova in galera. Mentre non molto lontano ad Albiasenego, vicino a Padova, un rapinatore sparava a bruciapelo ad un ragazzo di 22 anni, Andrea Furlan, gravissimo. E si salverà non sarà’ più’ lui. Il padre, affranto, al Tg! ha commentato, tanto anche se lo prendono “tra sei mesi sarà fuori”. Le forze dell’ordine sono encomiabili, fanno quello che possono, ma non possono riuscire a contrastare un simile aumento della criminalità. Con una magistratura che non aiuta, con depenalizzazioni ed attenuanti. Poi ci si mette chi vuole tirare fuori i delinquenti con indulti o amnistie. Magari il governo dovrebbe pensare a costruire più carceri. Ci sono anche opere che possono essere realizzate rapidamente. Perché se in una baracca ci sono ancora molti dimenticati terremotati o alluvionati, ci può finire anche qualche delinquente.

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Rapine in Toscana: due immigrati scatenati tra Pisa e Empoli

Il pakistano 26enne Q.S. e il 30enne di origine portoghese, O.M.R., senza fissa dimora, ma con legami a San Miniato e Ponte a Elsa, arrestati con l’accusa di aver rapinato un negozio di parrucchiera, uno di abbigliamento e uno di prodotti naturali tra l’8 e il 10 gennaio scorsi in pieno centro a Empoli,hanno ricevuto altre due ordinanze di custodia cautelare in carcere dalla squadra mobile di Pisa: sono accusati di aver preso di mira una farmacia della città della Torre Pendente mettendo a segno due rapine in pochi giorni. I due sono sospettati di aver compiuto altri colpi.

I due sono stati identificati grazie alle testimonianze degli impiegati e alle immagini delle telecamere del negozio nonostante avessero agito con il volo parzialmente coperto. La polizia ha notificato loro le ordinanze di custodia cautelare mentre si trovavano già in carcere per altri reati. Il portoghese è a Sollicciano, dopo esser stato arrestato per una rapina a una farmacia di Empoli, mentre il pakistano, fermato per un normale controllo in Toscana e risultato privo del permesso di soggiorno era stato trasferito al Cie di Bari dove poi è stato arrestato e rinchiuso nel carcere della città pugliese.

I due, tossicodipendenti, agivano insieme e negli ultimi tempi, armati di coltello, si erano specializzati nelle rapine in farmacie in varie città toscane. A Empoli erano stati ritenuti responsabili dei tre colpi avvenuti nel pomeriggio di martedì 8 gennaio, intorno alle 17, alla parrucchiera Vanità, di fronte al semaforo di via Fabiani, il giovedì successivo, 10 gennaio, intorno alle 17 al punto vendita Benetton di via Ridolfi e poi al Natur House di via Leonardo da Vinci, all’ora di chiusura.

La dinamica era sempre la stessa: uno dei due che entra e minaccia con un coltello la commessa, l’altro all’ingresso del negozio a fare da palo, non hanno mai aggredito o ferito le donne minacciate.

Le due rapine a Pisa avevano fruttato loro circa 900 euro impiegati per l’acquisto di droga e per gli spostamenti in treno nelle diverse località dove si recavano per delinquere.
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