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Tunisino pesta a sangue moglie e figlioletti

Modena, 27 gen. – (Adnkronos) – Tornato a casa verso l’ora di pranzo, dopo un litigio con la moglie per futili motivi, ha cominciato a picchiare la donna e poi anche i due figli di 11 e 10 anni, mandandoli tutti al pronto soccorso. L’uomo è un tunisino di 41 anni, residente a San Felice sul Panaro, in provincia di Modena, che è già stato arrestato dai Carabinieri.

Il fatto è accaduto ieri. A chiamare i militari è stata la moglie che ha raccontato l’accaduto ed ha specificato di essere stata aggredita dal marito già in altre occasioni. Fino a ieri non aveva mai avuto la forza di denunciarlo. Dopo l’ennesima aggressione e le percosse ai due bambini ha però deciso di chiamare le forze dell’ordine.

Stamattina in giudizio direttissimo il Gip del Tribunale di Modena ha convalidato l’arresto e disposto l’allontanamento dalla famiglia dell’uomo che ora non potrà più avvicinarsi né alla donna né ai figli. Da 2 a 5 giorni le prognosi emesse dall’ospedale per le 3 vittime.

http://www.liberoquotidiano.it/news/cronaca/1393665/Modena–picchia-moglie-e-figli-mandandoli-al-pronto-soccorso–arrestato.html

Maltrattava cane: dopo 4 multe finalmente glielo sequestrano

Un cane è stato sequestrato a Piagge, in provincia di Firenze, dopo
essere stato ritrovato in condizioni di detenzione terribili. L’animale era
infatti legato ad una ringhiera con una corda molto corta, e risultava
nascosto da un camion e obbligato a giacere tra i rifiuti senza la minima
cura né attenzione.
A conclamare l’abuso sono state le Guardie Zoofile ENPA, che già in
passato avevano disposto ben quattro sanzioni amministrative nei
confronti del proprietario dell’animale, un cittadino rumeno di 36 anni.
Nonostante tutto, l’uomo continuava a detenere il cane abbandonato a
sé stesso nel suo deposito di masserizie e la reiterazione del reato ha,
infine, portato alla convalida del sequestro preventivo.
Sul posto sono quindi intervenuti, assieme ad ENPA, anche i
Carabinieri: come sempre il cane era legato e in condizioni pessime.
Chiesta giustificazione al proprietario, le forze dell’ordine si sono sentite
rispondere che, al suo Paese, i cani vengono trattati in questo modo.
Il cane sequestrato è stato affidato in custodia giudiziaria ad una
struttura convenzionata, mentre il suo ex proprietario dovrà ora
rispondere dell’accusa di maltrattamento di animali.

http://www.all4animals.it/2014/01/15/firenze-sequestrato-cane-legato-ad-una-ringhiera-e-abbandonato-tra-i-rifiuti/

Via Salviati, in corso lo sgombero dei rom – Corriere della Sera


Il Messaggero

Via Salviati, in corso lo sgombero dei rom
Corriere della Sera
184 del 5 agosto 2013 che aveva disposto «il trasferimento immediato di persone e cose dall'insediamento abusivo di nomadi sito in via Salviati» e il loro ricollocamento «presso il villaggio della solidarietà di Castel Romano». Ma «lo sgombero forzato
Nomadi, primo sgombero del sindaco Marino. Via 120 rom dall Il Messaggero
Nomadi: Amnesty, sgombero forzato a RomaANSA.it
NOMADI, SGOMBERO VIA SALVIATI: DEMOLITE BARACCHELa Repubblica
Roma Capitale News –Cinque Quotidiano
tutte le notizie (9) »

Treviso, emergenza bande immigrati: Manildo promette ‘controlli’…

Un vertice in Prefettura per discutere dell’emergenza rapine. Al termine del summit di ieri mattina tra il prefetto ad interim Pietro Signoriello ed i vertici delle forze dell’ordine, è arrivata un’importante decisione: è stato disposto un aumento delle pattuglie sulle strade, in particolare nelle ore notturne. Nel frattempo è caccia serrata al commando di tre uomini che nelle notti di lunedì e martedì hanno rapinato in casa tre anziani, in un raggio d’azione di sette chilometri, tra Preganziol e la zona dell’aeroporto. Non ci sono dubbi che la matrice sui tre assalti sia la stessa. I tasselli del profilo dei banditi sono già stati tracciati dagli investigatori. La loro attenzione si sta focalizzando su due fronti, in particolare: i tracciati delle celle telefoniche e i filmati delle telecamere disseminate lungo le strade che portano nelle abitazioni prese di mira. Da parte sua il sindaco di Treviso Giovanni Manildo ha chiesto interventi immediati al prefetto, più controlli sul territorio e un tavolo tra tutti i sindaci sul problema.
Il summit. Il capo di gabinetto Luigi Vitetti precisa che si è discusso della questione. «È stata disposta un’intensificazione delle misure di vigilanza», assicura, «Pare comunque non si tratti di una banda di professionisti del crimine».
La banda. Il commando di rapinatori è composto da almeno tre persone. Due entrano in azione, il terzo li aspetta in auto all’esterno delle case prescelte per l’assalto, pronto a sgommare quando i complici hanno terminato il lavoro. Sono giovani, robusti e pronti a tutto. Soprattutto a passare alle vie di fatto. Non hanno remore nel picchiare le loro vittime se non trovano subito il denaro.
La pista straniera. «Dammi i soldi». È l’unica frase costante rivolta alle vittime. Due parole pronunciate in apparenza in un italiano perfetto, senza inflessioni, solo da uno dei due banditi che entrano in azione. Ma la pista straniera è quella più battuta. I banditi agiscono a volto scoperto, con un semplice cappellino in testa. Non temono di essere riconosciuti. I recenti controlli delle forze dell’ordine si sono concentrati sui “punti di aggregazione” di cittadini stranieri. E non sono stati tralasciati nemmeno i campi nomadi.

Consigliere giunta Manildo

Consigliere giunta Manildo

Il basista. Un particolare inquietante riguarda la presenza di un basista. Una persona in grado di riferire alla banda i luoghi esatti dove andare a colpire. Il commando ha dimostrato di avere una metodicità chirurgica. Colpisce sempre a notte fonda, tra mezzanotte e mezza e l’una, in luoghi periferici ed isolati, in abitazioni dove sanno che all’interno vivono soltanto anziani. Persone indifese, che non possono reagire. Per questo motivo tra gli investigatori s’è fatto largo l’ipotesi della presenza di qualcuno, interno o esterno alla banda, che abbia suggerito dove colpire con esattezza. Una sorta di basista. Una persone che, magari per lavoro, risiede in zona e che conosce luoghi, case e chi vi abita.
Le indagini. Il riserbo degli investigatori è massimo. E le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica, proseguono. Nelle mani di polizia e carabinieri ci sono già i profili dei due banditi che entrano in azione nelle case degli anziani usando la violenza come metodo per convincerli a dare i soldi. È una banda determinata ma qualche errore è stato commesso. Dalle immagini delle telecamere, disseminate sulle strade, un aiuto dovrebbe arrivare. Ma è anche dalle tracciature delle celle telefoniche, alle quali si sono agganciati i cellulari dei banditi, che potrebbe arrivare l’aiuto determinante per risolvere il giallo.
Manildo: più controlli. Da parte sua il sindaco Manildo ha chiesto un intervento della Prefettura per aumentare i controlli sul territorio lanciando inoltre l’idea di un tavolo tra primi cittadini. Manildo ha espresso la propria vicinanza a Bruna Vanin, l’anziana di San Giuseppe, aggredita e rapinata alcune notti fa nella sua casa di via Boiago. «Si tratta di un atto molto grave – precisa il sindaco di Treviso -che ferisce tutta la nostra comunità. Voglio esprimere la mia vicinanza alla signora Vanin e alle altre vittime delle rapine che si sono verificate in questi giorni. Ho chiesto ed ottenuto dal Prefetto ampie rassicurazioni su un incremento delle attività di prevenzione e controllo del territorio da parte di tutte le forze di polizia». E conclude: «La cronaca di questi giorni ci ha dimostrato che la sicurezza costituisce un tema comune a tutte le amministrazioni che, con l’aiuto delle forze dell’ordine, devono fare il massimo per mettere al riparo i cittadini da episodi del genere. Penso che spetti al comune capoluogo mettere tutti i sindaci intorno ad un tavolo per discutere di una questione che non conosce colore politico».

Hobbies: Tunisino lancia bottiglie di vetro contro passanti

I militari della Stazione di Perugia-Fortebraccio, hanno tratto in arresto un cittadino tunisino, A.A.S. di anni 25, per resistenza a pubblico ufficiale.
I fatti. Nella tarda serata di ieri, in Piazza IV Novembre, l’arrestato è stato sorpreso a lanciare bottiglie di vetro contro i passanti ed in particolare contro dei clienti di un bar della Piazza. L’uomo, datosi alla fuga, è stato intercettato dal personale operante in Piazza Danti e dopo un breve inseguimento per le vie attigue, bloccato in via Fortunata, dopo aver opposto resistenza tentando di colpire i militari con il vetro della bottiglia rotta che brandiva in mano.
L’arrestato, al termine delle formalità di tiro, è stata trattenuto all’interno delle camere di sicurezza di questa caserma in attesa della celebrazione del rito direttissimo disposto dall’autorità giudiziaria.

http://tuttoggi.info/articolo/57543/

Violenta rissa tra cingalesi regolari: un morto

Un omicidio e’ stato commesso la scorsa notte, al culmine di un litigio per futili motivi, da un cittadino dello Sri Lanka residente a Milano ma domiciliato a Garrufo di Sant’Omero(Teramo).

Con l’accusa di omicidio, i carabinieri hanno arrestato Udarachandima Kolamunnage, 29 anni, celibe, di professione badante in regola con il permesso di soggiorno.
L’assassino, al culmine di un animato diverbio per futili motivi, ha accoltellato mortalmente alla schiena, con due fendenti sferrati con un coltello da cucina il connazionale Sattambi Ralalage Don Susira kelum Nanayakkara, 30 anni, anche lui residente a Garrufo di Sant’Omero, coniugato, con un figlio di tre anni,operaio, in regola con il permesso di soggiorno.

La tragedia, complice l’alcol, si e’ consumata dopo che i due avevano trascorso la notte in compagnia, insieme ad un terzo connazionale testimone del fatto, sul pianerottolo antistante gli appartamenti in cui vivono entrambi in piazza Castrum Rufi a Garrufo di Sant’Omero.

Il coltello da cucina e’ stato sequestrato. L’omicida e’ stato trasferito presso la casa circondariale di Teramo a disposizione del sostituto procuratore della repubblica di Teramo Bruno Auriemma che ha disposto l’autopsia.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri del nucleo operativo di Alba Adriatica e del nucleo investigativo e dai colleghi della stazione di Nereto.

http://www.abruzzo24ore.tv/news/Accoltella-a-morte-connazionale-arrestato-cingalese/123616.htm

Chi l’avrebbe mai detto: zingari raccolgono offerte per bimbo leucemico, inesistente

Cantù – Nessuna bassezza è troppo infima per loro: pur di spillare un euro in più, c’è chi è disposto a raccontare la più lacrimosa delle storie spacciandola per vera. Anche se non lo è. La vicenda scoperta dalla polizia locale di Cantù ha dei tratti davvero odiosi. Un cittadino rumeno di etnia rom è stato individuato mentre in via Milano, all’incrocio con via Uberto da Canturio, distribuiva santini arancioni agli automobilisti in coda al semaforo.
Sul foglietto infilato nei finestrini è narrata la storia del piccolo Matei. «Ha la leucemia – è scritto – ha appena due anni ed ha bisogno di un trattamento molto costoso per guarire dalla sua malattia».
Ma per fortuna Matei non esiste. E non esiste nemmeno il medico che avrebbe messo il timbro al santino per certificare la malattia. Lo ha scoperto un agente di polizia locale di Cantù.
Il servizio su La Provincia in edicola venerdì 12 luglio

http://www.laprovinciadilecco.it/stories/Cronaca/chiede-soldi-per-un-bimbo-malato-i-vigili-scoprono-che-e-un-imbroglio_1014821_11/


 

 

Svuotacarceri- Uccide la moglie lanciandola dal 9° piano: scarcerato!

Ammazza la moglie lanciandola dal nono piano, libero.

Fortunamente le menzogne di Zef Lleshi vengono smontate in poche ore dalle indagini dei carabinieri che mettono subito le manette al responsabile del delitto avvenuto ieri sera a Cologno Monzese. Peccato il 30enne albanese, ora indagato per omicidio volontario aggravato ma con alle spalle già diversi precedenti per reati contro il patrimonio, sia stato già stato scarcerato. A rimetterlo in libertà è stato il gip del Tribunale di Monza Claudio Tranquillo che, pur convalidando il fermo, ha appunto disposto la scarcerazione di Lleshi.

Il 30enne albanese aveva conosciuto Silvana, una prostituta di 31 anni, sei anni fa. Da quando erano sposati vivevano in un appartamento di via Einaudi a Cologno (in provincia di Milano). Secondo quanto hanno riferito i vicini di casa agli inquirenti, i loro litigi erano sempre più frequenti. Domenica pomeriggio è scoppiata l’ultima lite, ancora una volta a causa della gelosia della donna nei confronti del marito, che in Albania pare avesse un’amante. Di recente, infatti, Silvana era andata nel Paese di origine proprio per strappare il marito all’amante e per convincerlo a ritornare con lei in Italia. Zef sarebbe tornato controvoglia e dal quel momento sarebbero ricominciati i litigi, fino a quello di lunedì sera. Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’uomo nel tardo pomeriggio avrebbe telefonato ai soccorsi raccontando che la moglie si era lanciata dalla finestra dell’appartamento al nono piano. La versione del suicidio non ha retto a lungo: quando i militari sono arrivati sul posto hanno trovato tracce inequivocabili di una lite. A quel punto hanno portato l’uomo in caserma e qui gli hanno scoperto graffi sul corpo nascosti dalla maglietta, probabile testimonianza del tentativo della donna di sottrarsi alla furia omicida del marito. Oggi, poi, il colpo di scena. Col gip del Tribunale di Monza Claudio Tranquillo che ha disposto la scarcerazione.

Il legale di Lleshi, l’avvocato Franco Mongiu, ha spiegato che l’udienza di convalida si è tenuta ieri ma solo questa mattina il giudice ha sciolto la riserva respingendo la richiesta del pm di Monza Alessandro Pepé di applicare la misura cautelare in carcere dal momento che “non sussistono i gravi indizi di colpevolezza”“Quando l’ho incontrato per comunicargli la decisione del Gip – ha spiegato a Tmnews l’avvocato Mongiu – lui mi ha risposto di non essere preoccupato dalla vicenda giudiziaria ma di essere sotto choc per aver visto sua moglie precipitare dal nono piano”.

http://www.ilgiornale.it/news/interni/albanese-uccide-moglie-buttandola-nono-piano-gip-scarcera-932678.html

Questi sono i ‘femminicidi’ che piacciono alla sinistra.

Due tunisini arrestati dalla Mobile aretina – Valtiberina Informa


Valtiberina Informa

Due tunisini arrestati dalla Mobile aretina
Valtiberina Informa
Nell'ambito del potenziamento dei servizi e dell'intensificazione dei controlli disposto dal Questore, la Squadra Mobile di Arezzo ha conseguito ulteriori positivi risultati nel contrasto allo spaccio di stupefacenti procedendo all'arresto di due

Svuotacarceri: ammazza ciclista e fugge, libero!

Locri (Reggio Calabria). Torna in libertà Mohamed Laaribi, il calciatore di 20 anni arrestato due giorni fa e posto ai domiciliari con l’accusa di essere il pirata della strada che ha travolto ed ucciso il ciclista amatoriale Roberto Leonardo, di 52 anni.

La decisione è stata presa dallo stesso pm della Procura di Locri, Simona Ferraiuolo (nella foto), che aveva disposto l’ arresto ai domiciliari. Alla base del provvedimento la mancanza del rischio di fuga e di inquinamento delle prove e l’età inferiore ai 21 anni del giovane investitore.

Mohamed Laaribi, come si ricorderà, è stato individuato dai carabinieri attraverso le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza. Ai militari aveva ammesso di aver provocato l’incidente sostenendo di non aver visto il ciclista perché abbagliato dal sole.

Il giovane aveva raccontato anche di non essersi fermato perché privo della patente di guida e dell’assicurazione. La Procura di Locri ha deciso di rimettere il libertà il ventenne anche perché ieri, subito dopo l’arresto, aveva ammesso le sue responsabilità.

http://www.reggiotv.it/notizie/cronaca/33727/travolge-uccide-ciclista-20enne-torna-libert

Senza patente, senza  assicurazione, è fuggito senza soccorrerlo, e non c’è “pericolo di fuga”: magistrati…