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Prè, picchia la ex fidanzata colpendola alla testa e al bacino …
Prè. Ha chiamato la Polizia nel cuore della notte, riferendo che l’ex fidanzato l’aveva appena picchiata colpendola alla testa, al gomito e al bacino. La volante del Commissariato Centro, immediatamente intervenuta, ha dapprima soccorso la donna, una genovese di 40 anni medicata presso l’ospedale Galliera da cui è stata dimessa con 7 giorni di prognosi, poi si sono impegnati nella ricerca dell’uomo, un tunisino di 27 anni che, nel frattempo, si era avvicinato nuovamente alla ex compagna per completare il “lavoro”.
Lo straniero, a carico del quale è emerso un ordine del Questore di lasciare il T.N., è stato denunciato per la violazione della normativa sull’immigrazione, per lesioni, minacce ed ingiurie. |
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Coppie miste: massacra la ex colpendola alla testa e al bacino
Immigrati assaltano villa: con fucili e pistole rapinano due famiglie
Caserta 14 mag 2012 – Ormai erano quasi arrivati a casa dopo aver messo a segno, nel cuore della notte, una rapina in una villetta familiare. Ma la loro fuga è stata interrotta dopo un rocambolesco inseguimento da parte dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile del reparto territoriale di Aversa. Inseguimento conclusosi in via San Lorenzo con l’auto dei fuggitivi finita contro un muretto di contenimento. E’ terminata in manette, con l’accusa di rapina, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale, la nottata di violenza di due albanesi, entrambi domiciliati in Casaluce.
I due immigrati sono stati intercettati a bordo di un auto, rapinata poco prima presso una villetta familiare di Alife, centro dell’alto Casertano, dove sotto la minaccia di un fucile e duna pistola si erano fatti consegnare dalle due famiglie presenti in casa oggetti in oro, denaro in contanti per 400 euro e vari orologi. Il bottino è stato recuperato dai militari.I due albanesi entrambi domiciliati a Casaluce sono stati intercettati dai carabinieri, allertati dalle centrali operative di Aversa e di Piedimonte Matese, a bordo dell’auto rapinata. I militari hanno intimato l’alt ma l’auto ha proseguito a folle velocità. Durante l’inseguimento il conducente ha tentato di speronare l’auto dei carabinieri. Il rocambolesco inseguimento si è concluso in via San Lorenzo.
http://www.ilmattino.it/caserta/caserta_albanesi_rapina_villa_alife/notizie/279420.shtml
Bimba stuprata per due anni dal padre romeno
Cornate d’Adda, 13 maggio 2013 – Violentava la figlioletta di 11 anni. Lo faceva ripetutamente da almeno 2 anni. Fino a sabato scorso, quando la piccola è riuscita a sfuggire alle grinfie del padre-orco scappando di casa nel cuore della notte.
L’ha trovata e soccorsa una pattuglia dei carabinieri mentre vagava disperata nella zona industriale di Cornate d’Adda. Dal racconto della bimba, ascoltata in “audizione protetta” con l’aiuto di psicologi e personale specializzato, è emerso l’orrore che si consumava in un appartamento di Cornate dove il padre, romeno 37enne nullafacente, in Italia dal 2008, viveva con la moglie e un’altra figlia più piccola, ora affidata temporaneamente ad alcuni parenti, mentre la sorella 11enne si trova in una comunità protetta.
L’uomo è rinchiuso nel carcere monzese del Pm Manuela Massenz che ha coordinato le indagini.
Colonizzazione: in arrivo altri 139 invasori da mantenere
PALERMO, 11 MAG 2013- Le crocerossine della Guardia costiera hanno soccorso a nostre spese due gommoni carichi di clandestini alla deriva nel canale di Sicilia, a largo di Lampedusa: nel primo natante vi erano 36 persone, tra cui tre donne, e nel secondo 103 extracomunitari. Le richieste di aiuto, attraverso telefoni satellitari, tipico strumento in possesso di persone povere e disperate, erano giunte la notte scorsa alla Guardia Costiera di Palermo. Dopo aver informato le autorita’ marittime maltesi, libiche e tunisine, la Guardia Costiera ha inviato un rimorchiatore e tre motovedette partite da Lampedusa.
Un grazie di cuore a questi valorosi marinai che ogni giorno si prodigano nell’importazione in Italia di delinquenti di ogni genere, mantenuti, picconatori di passanti e stupratori di donne. Ve ne siamo infinitamente grati.
Treviso: reagisce ai ladri, infilzato con cacciavite e preso a martellate
TREVISO apr 2013 – Prima gli hanno infilzato l’avambraccio destro con un cacciavite, poi gliel’hanno fratturato con una martellata. Stefano Pavan, 49 anni, titolare dello storico bar “Gianni dei Cavai” di Casacorba, viste come sono andate le cose, ha passato forse i 5 minuti più brutti della sua vita. Il raid, con tutta probabilità, è stato deciso dai banditi dopo una lunga preparazione: hanno studiato per bene le abitudini del titolare, l’orario di chiusura del bar e l’ubicazione degli obiettivi di interesse all’interno del locale. Poi sono passati all’azione utilizzando diversi arnesi: un piccone, un martello e una serie di cacciaviti, successivamente abbandonati in una vicina aiuola.
Il fattaccio si è verificato nel cuore della notte. Erano circa le due quando Stefano Pavan ha chiuso il locale ed è salito nell’appartamento al piano superiore con la moglie e le due figlie. Come tutti coloro che sono abituati a fare tardi, anche Stefano ci ha impiegato un po’ prima di prendere sonno. Poi, verso le 5, ha sentito quegli strani rumori. Provenivano dall’esterno. I malviventi ieri notte stavano passando in rassegna gli esercizi della zona. Poco prima erano passati dalla ferramenta Seccafien, ma il colpo era fallito: i titolari si erano svegliati e loro, per evitare guai, avevano fatto marcia indietro. Così si sono spostati verso il bar di Pavan.
Con il piccone hanno cercato di aprire il portone d’ingresso facendo volare qualche pezzo di legno: il portone, pur rovinato, ha retto grazie alle spesse sbarre di ferro che lo proteggevano dall’interno. Allora l’attenzione dei ladri si è spostata sulla finestra accanto al portone. Le protezioni più deboli hanno ceduto di schianto: aperta la finestra, uno è entrato nel locale, l’altro è rimasto fuori a fare il palo. Il bandito in ispezione, ha oscurato le telecamere, è andato dietro il bancone e ha messo in uno zainetto intere serie di “Gratta & vinci“.
Poi ha raccattato dalla cassa quello che ha trovato e, per non avere rimorsi, alla fine ha divelto e portato via tutto il registratore. Ultima tappa, la saletta del biliardo dove ci sono videogiochi e la colonnina cambia soldi. Ma quando ha iniziato a prenderla a martellate per scardinarla, Stefano Pavan, al buio, è sceso nel locale. Si è trovato di fronte il malvivente, incappucciato, con il cacciavite e la pila in una mano e il martello nell’altra. Il bandito, spaventatissimo, gli ha puntato la pila sugli occhi gridando più volte in un italiano stentato: «Ti ammazzo, ti ammazzo, ti ammazzo». Pavan, in un impeto di rabbia, è riuscito a sferrare un pugno alla cieca. La reazione del malvivente è stata però ancora più feroce: ha subito tentato di infilargli il cacciavite nel basso ventre, colpo che il barista ha “parato” col braccio destro, salvo restare infilzato. La sanguinosa colluttazione è proseguita fra grida e urla finchè il bandito ha sferrato una martellata sullo stesso avambraccio ferito col cacciavite, fratturandolo di netto. Poi la fuga a piedi verso Cavasagra, seguito dal complice.
Un centinaio di metri più avanti, nel cortile dell’abitazione di Franco Biliato, i rapinatori hanno avuto un colpo di fortuna: dentro c’era infatti la Fiat Punto di qualcuno che forse si apprestava a partire perchè le chiavi erano inserite nel quadro. I due sono saliti a bordo e se ne sono andati indisturbati con un ulteriore bottino, mentre già albeggiava. Stefano Pavan è stato invece portato al Pronto soccorso dove è rimasto dalle 7 alle 12. Lunedì nell’avambraccio gli verrà applicata una placca metallica per ridurre la frattura. Ma per sanare lo choc ci vorrà molto più tempo.
Torino, la accerchiano per rapinarla: presi tre marocchini e un “nuovo italiano”
TORINO, 12 APR – Avevano accerchiato, per rapinarla, una donna nella zona dei Murazzi, cuore della ‘movida’ di Torino, ma sono stati sorpresi e arrestati dai carabinieri. L’episodio, avvenuto ieri notte, ha avuto come protagonisti quattro giovani, tre marocchini e un italiano di origine marocchina (che strano era “italiano” eppure usciva con tre marocchini, coincidenze), di eta’ comprese tra 18 e 21 anni e fino a oggi sconosciuti alle forze dell’ordine. Gli investigatori stanno accertando se si tratti degli autori di episodi simili avvenuti di recente nella zona.
Sacile: molestatore egiziano pedina una ragazza
Salva una ragazza dal molestatore straniero
Pedinata in pieno giorno: hanno visto entrare una ragazza in fuga e con la faccia contratta, nella farmacia Bechi. A Sacile si è scatenato il panico dello “stalker”: il passaparola, da un paio di giorni in piazza del Popolo. La ragazza con la crisi di panico si è seduta e un farmacista di turno ha controllato la strada che sfoga sul ponte della Vittoria. Nessuno di sospetto, in circolazione. «Ci ha detto che era pedinata da un immigrato egiziano – riportano in farmacia –. Era allarmata, ma decisa a reagire. Dopo un po’, la tensione è passata e la ragazza ci ha salutato».
Arrestato Africano: è l accoltellatore di via Mameli
Arrestato accoltellatore di via Mameli, accusato di tentato omicidio.
La Stampa È un immigrato nordafricano di 32 anni, tunisino, la vittima dell’agguato avvenuto ieri sera all’interno di una palazzina di via Mameli 30, nel cuore della città, a poche decine di metri dal Teatro Ariston e piazza Colombo. Il ferito, volto conosciuto …altro » |
Mantova: scontri etnici tra bande di stranieri
Inserisci Titolo: sassaiola in centro a Mantova a colpi di sampietrini tra tunisini e rumeni Inserisci Link e Articolo: http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/01/04/news/scontro-tra-bande-di-minorenni-sassaiola-in-piazza-broletto-1.6296816
Urla disperate, gente in fuga, negozi danneggiati e paura, tanta paura. Ma oltre a quella, anche la rabbia di chi deve convivere ogni giorno con una violenza sempre più dilagante. I commercianti di piazza Broletto sono esasperati.
L’ultimo episodio in ordine di tempo è quello avvenuto nel primo pomeriggio di mercoledì, quando una rissa scoppiata tra due romeni e un gruppo di tunisini, ha assunto le caratteristiche della guerriglia urbana con lancio di sassi e bottiglie. Sotto i portici la gente si è data alla fuga urlando. Una donna è anche rimasta ferita e due negozi sono stati danneggiati. La polizia, alla fine, ha bloccato quattro dei cinque giovani coinvolti, due dei quali minorenni e li ha denunciati per rissa e danneggiamento. Ma le conseguenze potevano essere molto più gravi.
Matteo Cicala, titolare del negozio “Mango”, racconta che due grossi sassi sono stati scagliati all’interno del suo locale. Potevano colpire chiunque. «E se avessero centrato un bimbo in carrozzina, se avessero colpito la testa di qualche cliente? Una signora è entrata da noi piangendo perché era rimasta ferita. Siamo veramente esasperati. Abbiamo paura di uscire alle otto di sera. Ma è mai possibile? Invito il sindaco Sodano a farsi un viaggetto a Verona – gli pago io le spese – per imparare come gestire la sicurezza nel centro storico. Qui, ripeto, la situazione è insostenibile. Ci sono risse ogni giorno, siamo al degrado. Dov’è la polizia locale?».
Ma veniamo all’episodio di mercoledì pomeriggio. Mancano pochi minuti alle quattordici quando nel cuore di Mantova, d’improvviso, scoppia la rissa. Due romeni e tre tunisini si prendono a sfottò. Ma non è che l’inizio. I nordafricani reagiscono passando dalle parole ai fatti. Si armano di sanpietrini che tolgono dalla piazza nei pressi del Mc Donald’s e cominciano a lanciarli. Volano sassi ovunque, sfiorando la gente che passeggia sotto i portici. Uno di questi va a colpire la vetrata del “Tandem” calzature, mandandola in frantumi. I due romeni, sentendosi in pericolo, scappano e si rifugiano nel negozio “Mango”.
Le porte sono aperte e le pietre arrivano all’interno. «Ho sentito un botto – racconta la contitolare – pensavo si fosse staccato un faretto. In realtà era una grossa pietra. Fortunatamente non colpisce nessuno. Le commesse si mettono ad urlare e i due fuggitivi sono costretti ad uscire. I nordafricani, che nel frattempo hanno spaccato sui muri della piazza alcune bottiglie di vino e di birra, tornano a inseguirli. Il caos è totale e la situazione esplosiva se non fosse per l’arrivo di due Volanti della polizia che riescono a bloccare quattro dei cinque coinvolti nella rissa, all’imbocco di piazza Sordello. Il quinto si dà alla fuga.
Si tratta di tre giovani tunisini. Due sono minorenni e dopo l’identificazione vengono affidati ai genitori. Il quarto è un romeno di 22 anni, Tutti quanti dovranno rispondere di rissa e danneggiamento.