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Follie leguleie: “non si è costituita parte civile, quindi voleva essere molestata”

Gli stupratori sono bestie

TERMOLI – Rimprovera un rumeno che aveva gettato varie bottiglie in mezzo al verde di un parchetto in via Inghilterra ma per tutta risposta viene avvicinata dallo straniero che gli strappa la camicetta e la palpeggia pesantemente. Le urla dell’operatrice ecologica richiamano l’attenzione delle colleghe che la salvano dall’aggressore che la strattona in malo modo. A distanza di alcuni mesi a carico dell’uomo, G.S., 53 anni, originario della Romania ma residente a Termoli, accusato di aggressione e violenza sessuale, è scattato il processo al Tribunale di Larino. La netturbina termolese, però, secondo quanto confermato dal difensore dell’imputato, il penalista Roberto D’Aloisio, non si è costituita parte civile nel processo che la vede coinvolta. Colpo di scena, dunque, ad inizio processo.

All’apertura del procedimento giudiziario in Tribunale a Larino che vede come protagonista l’aggressore, attualmente rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Teramo, la donna, dipendente della Teramo Ambiente della città, non si è presentata nel Palazzo di giustizia nè ha incaricato un suo difensore di fiducia di rappresentarla nel procedimento giudiziario. Il legale sottolinea di confidare nel chiarimento della posizione dello straniero durante il dibattimento. Il processo si svolgerà a porte chiuse nell’interrogatorio dei testimoni che saranno sentiti a partire dalla prossima udienza fissata per il 28 maggio.

La difesa sottolinea, come primo elemento utile, il fatto che non ci sia stata costituzione di parte civile: ” la situazione potrebbe essere indice di scarsa consistenza dell’apparato accusatorio _ ha commentato D’Aloisio _. L’imputato confida nel fatto che può essere scagionato dai testi che sono stati già indicati. La donna, inoltre, non ha prodotto alcun certificato medico. Di fatto è una vicenda dai contorni decisamente oscuri che intendiamo chiarire con il vaglio dibattimentale”. Era l’alba quando il 26 settembre scorso l’operatrice ecologica, come ogni mattina, stava pulendo la città. Giunta nel parchetto pubblico di via Inghilterra ha rimbrottato un uomo per diverse bottiglie in bella vista sull’erba.

Lo straniero, all’improvviso e per tutta risposta, l’ha avvicinata mentre stava pulendo l’area verde importunandola. L’ha avvicinata con fare minaccioso per poi molestarla. Alcuni connazionali che erano nelle vicinanze stavano per intervenire per accerchiare la netturbina quando altre colleghe sono corse in suo aiuto. A salvare le giovani è stata la Polizia di Stato. Il rumeno alla vista degli agenti è fuggito ma nell’arco di qualche ora è stato intercettato e fermato con l’accusa di aggressione e violenza sessuale. Un caso quello accaduto a Termoli che ha suscitato molta eco non solo presso la Teramo Ambiente ed in Comune ma anche tra la cittadinanza circa la sicurezza delle dipendenti della ditta.

Fino a quel momento nessuno aveva mai trattato in tal modo le operatrici che ogni mattina svolgono con grande professionalità il lavoro non sempre facile che spesso le porta a discutere con residenti, stranieri ed operatori commerciali per abitudini non sempre civili e rispettose delle regole importite dalla raccolta differenziata.

http://www.mynews.it/cronaca/18345-aggredisce-e-palpeggia-netturbina-colpo-di-scena-nel-processo-a-carico-di-rumeno

Siamo alla follia. Ora una possibilità – quella di costituirsi parte civile – diventa un obbligo senza il quale la vittima diviene consenziente? Perché non si è costituito il Comune contro l’immigrato, visto che la netturbina non è probabilmente una milionaria che possa permettersi di assumere un avvocato di parte civile?