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Aspetta il bus: romeno tenta di stuprarla

Roma 1 settembre 2013 – Ha attraversato la strada dopo aver visto la sua vittima, l’ha afferrata ed ha iniziato a molestarla. Siamo in viale di Tor Bella Monaca e qui, alla fermata dell’utilizzatissimo autobus 20, si è consumata una violenza sessuale che ha avuto come vittima una 19enne romena e come aggressore un suo connazionale di 24 anni. Ad arrestarlo, al termine di un inseguimento a piedi, gli uomini della compagnia di Frascati.

La ragazza, accortasi dell’uomo che la stava osservando dall’altra parte della strada, ha subito telefonato ad un’amica cercando di far desistere l’uomo da cattive intenzioni. Dopo pochi istanti, la ragazza è stata sorpresa dall’uomo che, dopo aver attraversato la strada, l’ha afferrata per un braccio ed ha iniziato a toccarla. La ragazza, con non poca difficoltà, è riuscita a scappare in strada, attirando l’attenzione di una pattuglia dei carabinieri in transito.

I militari, dopo un breve inseguimento a piedi, hanno fermato l’uomo che stava cercando di scappare per le campagne, prima che potessero raggiungerlo i familiari della ragazza, giunti nel frattempo, intenzionati a farsi giustizia da soli. Arrestato con l’accusa di violenza sessuale, il 24enne accompagnato in caserma in attesa di essere processato con il rito per direttissima.

http://www.romatoday.it/cronaca/violentata-autobus-20-tor-bella-monaca.html

 

Rapine nel Sannio in stile militare: trovato arsenale

Comincia a delinearsi il quadro investigativo sugli episodi di rapina in abitazioni isolate consumate negli ultimi tempi nella provincia di Benevento, in particolare nelle valli Telesina e Vitulanese.

L’attività svolta dalla task-force investigativa, messa in campo dal Comandante provinciale dei Carabinieri, composta dai militari del Nucleo Investigativo di Benevento e dai Nuclei Operativi delle Compagnie di Montesarchio e Cerreto Sannita, coadiuvati da tutti i Comandi Stazione interessati, ha dato i primi risultati operativi, confortando quelle che erano le ipotesi investigative degli inquirenti.

Questa mattina a Cardito e a Caivano, comuni a ridosso dell’hinterland napoletano, i militari del posto, che erano stati allertati dai colleghi di Benevento, hanno rinvenuto due delle autovetture utilizzate dai rapinatori: un’Alfa Romeo 159, rubata ad un cittadino di Modena, in vacanza a Montefalcione ed usata dai malviventi per compiere la rapina, il 22 agosto scorso a Sant’Agata dei Goti, ed una Fiat Panda, asportata a Cerignola, in provincia di Foggia, utilizzata dai banditi per il colpo del 21 agosto a Solopaca.

A bordo dell’Alfa 159, sono stati rinvenuti due fucili, uno portato via nel corso della rapina consumata a Solopaca, e l’altro durante quella perpetrata a Torrecuso. Inoltre sono stati trovati anche guanti e passamontagna utilizzati dai malviventi. Tutto il materiale è ora al vaglio degli inquirenti per gli accertamenti tecnico-scientifici del caso, mentre continua a tutto campo l’attività degli stessi investigatori per dare un nome ai rapinatori.

In mattinata, infatti, è stato depositato presso la Procura della Repubblica, nelle mani del Sostituto Procuratore Patrizia Filomena Rosa, che, nonostante sia ufficialmente in ferie, sta seguendo da vicino tutta l’attività investigativa dei Carabinieri, una prima informativa sugli episodi e su tutti gli elementi raccolti. Secondo quanto emerso finora, prende sempre più corpo l’ipotesi che i banditi siano stranieri, verosimilmente provenienti dall’Est Europa.

http://www.ntr24.tv/it/news/cronaca/rapine-nel-sannio-trovate-armi-e-auto-dei-banditi-a-cardito-e-caivano.html

Rimini fuori controllo: nuovi disordini etnici in spiaggia tra senegalesi e bengalesi


Il Resto del Carlino

Rimini, 6 agosto 2013 – LA TREGUA in spiaggia è durata solo cinque giorni. Un’altra maxi rissa tra vu’ cumprà si è consumata ieri pomeriggio al bagno 67, il ‘Tortuga Beach’, dove è andata in onda la stessa terribile scena cosumatasi il 30 luglio, al 137. Anche qui botte da orbi con le mamme terrorizzate che trascinavano i bambini via dalla spiaggia.

ANCHE questa volta la sfida è stata tra bengalesi e senegalesi. Una guerra in atto da settimane per un posto sulla battigia, due etnie, raccontano, che ogni giorno si fronteggiano per occupare il pezzo migliore. Ieri il pandemonio si è scatenato poco prima delle 16,30, prima sono volate le parole, poi hanno cominciato con i cazzotti. In un attimoc’erano 30-40 persone che se le stavano dando di santa ragione, scappando in mezzo agli ombrelloni, sfiorando donne e bambini. I turisti scappavano via spaventati, e soltanto l’intervento di altri extracomunitari che hanno separato i due gruppi, hanno impedito che le cose finissero ancora peggio. Quando sono arrivati i carabinieri, la situazione era ormai sotto controllo.
«SIAMO arrivati al limite — dice sconsolato Roberto Santoniche lavora al 67 — quello che sta succedendo è allucinante e la scena di oggi è stata tremenda. Se andavano avanti, succedeva un macello. Uno aveva già preso un ferro in mano e stava per colpirne un altro, ma sono riuscito a intervenire in tempo sennò gli spacca la testa. Ho visto mamme che trascinavano via i bambini dalla spiaggia, non è un bello spettacolo. Ma qui, noi non possiamo farci più niente. Comandano loro, e ce lo dicono anche in faccia. Qualche giorno fa hanno fatto spostare la brandina di due turiste perchè lì dovevano metterci la merce. Ma ci rendiamo conto a che punto siamo arrivati? Ogni giorno aumentano, 70-80-100 vu’ cumprà che ogni mattina calano sull’arenile, ormai non basta più nemmeno la spiaggia. Qui la gente viene in vacanza e per rilassarsi, non può assistere a guerriglie del genere. Già siamo ridotti male, se poi facciamo scappare i turisti a causa dei vu’ cumprà, tanto vale che chiudiamo i battenti».

‘Figlio di badante’ stupra figlia della sua convivente


FoggiaToday
Foggia, abusa della figlia della compagna: arrestato romeno

Violenza sessuale, sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia, sfruttamento della prostituzione e lesioni aggravate. E’ questo il ricco ‘ventaglio’ di reati di cui dovrà rispondere B.A., cittadino rumeno di 35 anni, arrestato questa mattina dagli agenti della Terza Sezione della Squadra Mobile di Foggia, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Foggia, Michela Valente.

Una vicenda tanto drammatica quanto torbida, quella ricostruita dagli inquirenti della mobile foggiana, consumata tutta all’interno di una famiglia “allargata” della comunità rumena presente nel capoluogo dauno. Tutto è iniziato a dicembre dello scorso anno, quando la vittima di questa storia è giunta in Italia dalla Romania, stanziandosi nella stessa abitazione della madre (che lavora come badante) e del suo nuovo compagno.

Sin da subito le attenzioni dell’uomo si sono riversate sulla nuova arrivata: prima avances più o meno esplicite, poi vere e proprie attenzioni sessuali sfociate in episodi di violenza. Così fino al 7 marzo scorso, quando la vittima ha trovato finalmente il coraggio di denunciare, con l’aiuto di un interprete, quanto costretta a subire tra quelle mura.

Inutili i tentativi di fuga della ragazza, che non poteva godere né della protezione della madre (atterrita dalle ritorsioni minacciate dall’uomo), né di quella del suo fidanzato che, giunto in Italia per “salvarla”, è stato letteralmente ‘pestato’ dall’uomo che gli ha provocato numerosi traumi facciali, per i quali il ragazzo è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all’ospedale “Casa Sollievo” di San Giovanni Rotondo. Poi, spaventato, è rientrato in Romania.

Prima della denuncia, la ragazza aveva tentato un’ultima volta di fuggire, a piedi, da quell’abitazione ma, nel tentativo di attraversare una strada statale, era stata investita da una vettura che sopraggiungeva. L’autista, benché sotto shock, accompagnò la ragazza in ospedale dove le furono riscontrate varie fratture al bacino e ad una gamba. All’atto del ricovero in ospedale, però, si presentò anche il 35enne che, spacciandosi per il padre della ragazza, le evitò ogni possibilità di sporgere denuncia.

Ritornata a casa per la convalescenza, la ragazza è stata costretta ad assecondare ancora le pretese sessuali dell’uomo, nonostante le sue precarie condizioni di salute (le erano state impiantate protesi metalliche al bacino) e le conseguenti limitazioni nel movimento. Esasperata e determinata a porre fine a questo calvario, la ragazza è riuscita a denunciare il suo aguzzino mentre era – momentaneamente sola, ma sempre controllata a vista – all’interno di un ufficio postale. Qui ha chiesto ad un impiegato l’immediato intervento della polizia che, dopo aver avviato le indagini, ha collocato la malcapitata in una struttura protetta per donne vittima di violenza. Questa mattina, a conclusione di una complessa attività di indagine, l’uomo è stato tratto in arresto.

 

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Genova: violenta rapina, è stata la badante

Al termine di un’approfondita quanto rapida attività investigativa, la squadra mobile di Genova ha arrestato Angelica Ponce Hernandez, 27enne sudamericana. Quest’ultima è accusata di essere l’autrice di una violenta rapina perpetrata ai danni di una persona anziana nella propria abitazione.

La donna, con pregiudizi di polizia specifici, è ritenuta responsabile, in concorso con una complice tuttora in corso di identificazione, della rapina consumata lo scorso 30 giugno nei confronti di un uomo di 79 anni, residente nel quartiere di Albaro.

Nell’occasione Angelica Ponce Hernandez, che ben conosceva la vittima avendo lavorato alle sue dipendenze in qualità di badante, approfittando dell’età avanzata dell’uomo, si è introdotta all’interno dell’appartamento con una scusa e, distraendo l’anziano, ha consentito alla sua complice di entrare in casa e di immobilizzare l’uomo, mentre l’arrestata rovistava all’interno degli armadi e delle suppellettili alla ricerca di denaro e di beni preziosi.

La vittima è stata violentemente aggredita e bloccata con il peso del corpo su di una poltrona e, per soffocarne le urla e impedirle di chiedere aiuto, una delle due donne ha tappato la bocca dell’anziano con dei sacchetti di plastica.

A seguito della violenta aggressione la vittima è stata condotta al pronto soccorso dell’ospedale San Martino e dimessa con una prognosi di otto giorni. Sottratti all’uomo il portafogli, denaro contante, alcuni libretti di assegni e il telefono cellulare.

Le dichiarazioni dell’anziano e i riscontri attentamente raccolti dal personale della squadra mobile hanno consentito al pm Federico Manotti di richiedere il provvedimento restrittivo in argomento, che è stato emesso dal gip Borzone l’8 luglio 2013.

Angelica Ponce Hernandez è stata rintracciata nel quartiere di Rivarolo in un appartamento nel quale si era rifugiata dopo al rapina. A lei gli uomini della squadra mobile sono arrivati nel tardo pomeriggio di ieri, dopo un lungo pedinamento della madre che era andata a trovarla.

http://www.genovatoday.it/cronaca/rapina-albaro-arresto-badante.html

Nuove culture: filippini importavano droga etnica, tradizione della loro terra

Modena magg 2013 – Un grammo vale 400 euro e con un grammo ci si possono ricavare una quarantina di dosi: allo stato “naturale” si presentai in cristalli, come fosse sale grosso, ma una volta sciolta questa dosa viene inalata, come se si dovesse fare un aerosol. Due, massimo tre inalazioni ed si “guarisce” dalla normalità: questa droga che si chiama shaboo è molto più potente dell’abituale cocaina che si trova in commercio, ha effetti allucinogeni, crea una forte euforia e anche una forte dipendenza.
E in breve tempo, non occorre essere degli abitudinari. In più è una metanfetamina, si tratta di un prodotto, di una droga del tutto sintetica, non c’è bisogno di tagliarla. È puramente devastante e, purtroppo, forse perché il mercato punta all’eccesso, sta prendendo piede. E Modena è già alla moda: sono già stati effettuati due importanti operazioni con sequestro di grossi quantitativi e relativi arresti.
L’ultimo l’altro giorno, ad opera dei Carabinieri, reparto operativo della Compagnia di Modena. I militari infatti hanno tenuto d’occhio alcune vecchie conoscenze legate al mondo della cocaina, hanno seguito i loro giri a e alla fine le tracce e gli elementi raccolti li hanno portati ad intervenire in un appartamento in via Giardini. Qui sono finiti nella rete quattro filippini: d’altra parte lo shaboo ha la doc, è una droga etnica, diffusa e consumata delle loro parti. Tre sono finiti in manette, il quarto, una donna in stato di gravidanza al sesto mese, è stata denunciata.
I carabinieri hanno complessivamente sequestrato 130 grammi di metanfetamina, per un valore d sessantamila euro. In via Giardini erano stati trovati subito venticinque grammi di shaboo: i due residenti avevano ricevuto la visita di due connazionali che provenivano dalla Spagna.
Erano due corrieri, incaricati di portare la preziosissima merce ai richiedenti modenesi. Non si fa tanta strada per soli 25 grammi, per quanto la droga sia carissima.
I due erano partiti da Barcellona, dove erano era saliti su un pullman, per non lasciare tracce, ed erano scesi a Bologna. A Modena alloggiavano in un albergo in via Vignolese. Ecco che i militari si portano allora nella stanza d’albergo e la perquisizione ha esito positivo: in un sottofondo del trolley vengono ritrovate le altre bustine con i cristalli di shaboo, 105 grammi. E anche 5mila euro in contanti, con ogni probabilità il compenso ricevuto per la consegna della droga.

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/05/29/news/trovati-con-droga-per-60mila-euro-tre-arresti-e-una-denuncia-1.7157383

Stuprò ritardata mentale: solo 3 anni al violentatore, assolto il palo!

L’avevano “agganciata” in piazzale Cadorna a Milano, davanti alla stazione terminale della linea Fnm da Como. Poi l’avevano condotta in auto sino ad una cascina di Carugate, nella Martesana, ad una quindicina di chilometri dal capoluogo, e qui uno di loro era passato alla violenza sessuale tentata e consumata.
Ha ottenuto solo parziale giustizia, in aula di Tribunale a Monza (Giovanni Gerosa giudice per le udienze preliminari, Flaminio Forieri il pubblico ministero), la 21enne luganese che nell’agosto 2012 aveva denunciato uno stupro dai connotati particolari: sulla scorta delle descrizioni, l’autore del gesto era infatti stato facilmente identificato in un 36enne di nazionalità rumena, e lo stesso era avvenuto per il 24enne – parimenti rumeno – che si trovava con lui.
In sede processuale, e con il rito abbreviato, il 36enne è stato condannato al carcere per tre anni e quattro mesi; assoluzione, invece, per il 24enne, che un rapporto sessuale aveva sì avuto ma, stando alla testimonianza fornita dalla ragazza stessa, in modo consenziente.

Caduta, in séguito alle dichiarazioni rese dalla giovane, anche l’accusa di rapina che era stata formulata verso entrambi i rumeni. La 21enne, che all’epoca dei fatti soffriva di un ritardo mentale e che era evasa dalla clinica ticinese di cui era ricoverata, era stata irretita con un invito in discoteca e caricata in auto ma ben presto si era ritrovata in balia dei due rumeni.
Per lei, ore di terrore e poi l’abbandono in luogo sconosciuto, a ridosso di una macchia boschiva: niente più borsetta, niente più soldi, brandelli di vestiti; solo la fortuita coincidenza del transito di un residente nella zona aveva permesso l’individuazione della ragazza stessa da parte degli agenti di una pattuglia dei Carabinieri di Vimercate.

Piuttosto confuso il primo racconto, chiare invece le successive indicazioni su entrambi i soggetti, risultati poi sposati e titolari di regolare permesso di soggiorno in Italia. L’altro ieri un verdetto che forse diverso sarebbe potuto essere, almeno per quanto riguarda la posizione del 24enne che, pur avendo la possibilità di intervenire, nulla avrebbe fatto per evitare lo stupro della ragazza.

http://www.ininsubria.it/solo-3-anni-per-il-rumeno-violentatore~A11018

I magistrati italiani fanno sempre più schifo. Lo stupro di una ragazza vale appena 3 anni e 4 mesi di carcere – ricordiamo che 4 anni vale scrivere sul web  che gli Zingari sono cattivi – mentre osservare la violenza, non fare nulla e abbandonare una ragazza ritardata in un bosco, per questa specie di giudice che ha emesso la sentenza, non è reato. E che dire del sedicente “rapporto consenziente” con una ritardata mentale?

 

Pescara, derubavano e rapinavano anziani italiani: arrestati 14 Zingari

Pescara, 19/03/2013 – Avevano commesso furti anche in Ciociaria le 14 persone tratte in arresto, alle prime luci dell’alba, dalla Polizia di Pescara. Una vera e propria organizzazione specializzata nella commissione di furti e rapine ai danni di anziani. Le modalità di “approccio” erano sempre le stesse: si fingevano falsi assistenti sociali, impiegati comunali, dipendenti dell’Enel, amici di famiglia e addirittura medici. “Erano queste – si legge in una nota della Questura di Pescara – le mentite spoglie sotto le quali un’organizzazione criminale, formata da zingari residenti tra Pescara e Chieti, usava presentarsi, con fare rassicurante e confidenziale, presso le abitazioni di persone sole ed in età avanzata, che venivano poi immancabilmente derubate dei risparmi di una vita. Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine in abitazione ai danni di persone anziane sono finiti in carcere 12 nomadi abruzzesi del clan Spinelli-Bevilacqua, già noti alle forze dell’ordine. Ai domiciliari, invece, sono finiti 2 ricettatori, padre e figlio, che ricompravano i preziosi razziati dalla banda per rivenderli tramite le loro due gioiellerie, una nel pieno centro di Pescara e l’altra a Chieti, ora sottoposte a sequestro preventivo. Questi ultimi devono rispondere, oltre che della partecipazione all’associazione per delinquere, del reato previsto dall’articolo 648 ter del Codice Penale che punisce, con una pena che va un minimo di quattro anni ad un massimo di dodici, chi impiega nelle proprie attività economiche beni di provenienza illecita”.  “Gli Zingari, che colpivano in formazioni di volta in volta diverse secondo un copione ben congegnato e rodato da anni di consumata esperienza criminale – chiariscono dalla Questura – solevano partire da Pescara, per raggiungere le abitazioni delle loro prede. Per rendere ancora più credibile la “sceneggiata”, specie le donne si presentavano alle vittime in abiti per così dire “civili”, evitando accuratamente di indossare capi di abbigliamento e accessori che potessero in qualche modo tradire la loro origine “zingaresca”. Sono ben tredici i casi scoperti nel corso delle indagini, compreso un episodio in cui, di fronte alla reazione di due anziani coniugi che avevano scoperto l’inganno, quattro degli arrestati hanno agito in maniera violenta per impedire alle due vittime di chiamare le forze dell’ordine e per guadagnare la via di fuga, meritandosi così la più grave accusa di tentata rapina. Chieti, Teramo, Frosinone e Rieti: queste, oltre a quella pescarese, le province colpite dalle scorrerie degli insaziabili ladri, che hanno fruttato ragguardevoli cifre all’associazione criminale, considerato il valore dell’oro e dei monili trafugati e del contante sottratto”.

http://ciociaria.ogginotizie.it/225647-furti-e-rapine-ai-danni-di-anziani-ciociari-sgominata-organizzazione-rom/#.UUiJBhw08uA

Rissa tra immigrati nella mensa Caritas: rumeni pestano marocchino – Lecce


Lecceprima.it

Rissa tra poveri nella mensa Caritas: rumeni pestano marocchino
Lecceprima.it
Nella mensa dei poveri, di viale Ugo Foscolo, chiesa di Santa Rosa, si è consumata intorno alle 13 una rissa tra disperati. Sei rumeni si sono scagliati con calci e pugni contro un marocchino, procurandogli lesioni su tutto il corpo. Tant'è che è stato
Marocchino pestato da sei rumeni alla mensa di Santa RosaFuturaTv

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