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Sparatoria al campo rom: nomadi respingono Polizia

Venerdì la sparatoria di fronte a un asilo nei pressi del campo di via Negrotto.
Meno di ventiquattr’ore dopo, un altro scontro a fuoco, questa volta all’interno del campo di via Idro, alla periferia nord-est del grande capoluogo lombardo.

Protagonisti due distinti gruppi di rom, in azione in pieno giorno, dentro e fuori i campi che li ospitano. Incredibilmente, la polizia allertata dai residenti non è riuscita ad entrare nel campo per i necessari sopralluoghi dopo che i rom hanno formato una sorta di “catena umana” per impedire l’ingresso degli agenti.

“Le forze dell’ordine hanno la certezza della presenza di un vero e proprio arsenale all’interno e nelle aree limitrofe del campo nomadi, ma manca la volontà politica di intervenire“, scrive su Facebook il consigliere di zona 2 per la Lega Nord Samuele Piscina.

“L’identikit di chi oggi chi occupa il campo rom di via Idro – conclude il leghista – non è quello di una povera persona emarginata che ha bisogno di aiuto. Anzi, sono presenti veri e propri criminali, molti dei quali con obbligo di firma e arresti domiciliari all’interno delle villette abusive costruite nel campo stesso.”

http://www.ilgiornale.it/news/milano/sparatoria-campo-rom-i-nomadi-bloccano-lentrata-e-chiudono-1116059.html

Milano: un quartiere ostaggio dei maghrebini – VIDEO

Milano – Cosa succede ogni giorno per le strade di un quartiere periferico, abbandonato dalle istituzioni a Milano ?

Ecco un negozio di tappezziere accanto a un internet point, luogo di ritrovo di decine di extracomunitari sfaccendati… In via Marco d’Agrate, zona Corvetto. Gli extracomunitari, per più lo maghrebini, sono soliti appoggiarsi alla vetrina d’un tappezziere, ma un giorno ….scoppia una rissa, e la vetrina va in frantumi… Da questo minimale fatto di cronaca, parte la nostra inchiesta… un video dove la cronaca diventa cinema neorealista. E’ l’occasione per il quartiere per discutere di questa ingombrante presenza non desiderata: i clandestini. Che causano spesso furti, aggressioni, illegalità diffusa… La gente parla a ruota libera della paura che regna nel quartiere a causa della diffusa presenza di extracomunitari e chiede più sicurezza al nuovo, futuro sindaco di Milano.

“ Milano non c’è più, bisogna mandare via certa gente..” . Un coro di proteste sale verso la attuale giunta che governa la città. Una occasione per dare voce a chi non ha voce, censurata dalla stampa zerbino appiattita sui comunicati stampa della giunta.

http://www.milanopost.info/2015/04/08/paura-a-corvetto-video-inchiesta/

Banda multietnica non paga biglietto: autista se ne va

CONEGLIANO. Aggredito e minacciato dalla banda, l’autista lascia la corriera. È la resa delle istituzioni ai bulli: martedì sera un autista della società di trasporti Mom non se l’è sentita di proseguire il viaggio, ha parcheggiato il mezzo a bordo strada e ha chiamato i carabinieri. Aveva osato chiedere a un passeggero, un ragazzino di 16 anni, il pagamento di un euro e 30 centesimi per il biglietto. Il ragazzo, difeso dagli amici che lo accompagnavano (tra cui una ragazza), ha reagito in malo modo, rendendo impossibile continuare la corsa. Allarme dei sindacati di trasporto («È il Bronx» secondo Samantha Gallo, segretario Filt Cgil) e degli autisti («Quelle bande non hanno paura di nessuno» ha raccontato l’autista che martedì sera ha sostituito il collega sconvolto). Che fosse una corsa ad alto rischio lo sapevano tutti: non a caso, la partenza è stata “scortata” dagli agenti della polizia locale di Conegliano.

Sono le 18.45 di martedì sera, linea 132. Da Conegliano a Pieve di Soligo, Farra, Col San Martino, Moriago della Battaglia, Mosnigo. Ci sono già stati degli episodi in passato, ma semplici scaramucce: qualcuno che non paga il biglietto. Succede anche stavolta: tra i passeggeri un ragazzino ha un biglietto classe 2, ma per arrivare a Pieve (dov’è diretto) ne serve uno classe 3. La differenza sarebbe di 1,30 euro. L’autista glielo fa notare, dicendogli anche che può acquistarlo a bordo. Il minorenne, però, sta cercando lo scontro. Incitato dalla banda, un gruppetto di amici che lo accompagna, risponde male all’autista, e durante il viaggio seguono altre parole pesanti.

L’autista non ce la fa più. Parcheggia la corriera accanto al negozio di calzature Belmondo, all’ingresso di Pieve di Soligo, e scende. La tensione aumenta, vola qualche spintone. L’uomo chiama i carabinieri, e un suo collega per essere sostituito. Sul posto arrivano gli uomini dell’Arma, che identificano i ragazzi e li riprendono. Questi risalgono, come se niente fosse, e continuano il viaggio con un nuovo autista, che riesce a portare a termine la corsa. «Ormai abbiamo sempre paura di essere aggrediti» racconta l’autista Mom che ha soccorso il collega in difficoltà. «Non hanno paura di niente, la ramanzina dei carabinieri è stata severa ma poi ricominciano. Quella corsa è una delle più complicate, è frequentata da una banda del Quartier del Piave che scende a Conegliano durante il giorno, e la sera riparte. Ci sono italiani e anche stranieri, ragazzi e ragazze, tutti minorenni».

«I ragazzini urlano, disturbano e minacciano, fare gli autisti è diventato complicato», spiega Samantha Gallo. «Stanno buoni solo quando arrivano i carabinieri. In alcune corse sembra di essere nel Bronx, oltre a guidare bisogna fare da baby sitter a chi è a bordo, e prestare attenzione a chi si accalca sul marciapiede e vuole entrare a tutti i costi, anche senza biglietto». L’episodio della corsa 132 è solo l’ultimo di una serie di atti vandalici più o meno violenti. «A volte provano ad aprire gli autobus parcheggiati con una leva – racconta ancora la sindacalista – di recente a Conegliano hanno anche forzato la porta per rubare un rotolo di biglietti che erano a bordo. Per non parlare delle discussioni sui biglietti via sms: si passano il messaggio di telefonino in telefonino, e guai a farglielo notare».

http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2015/04/03/news/si-arrende-ai-bulli-autista-lascia-il-bus-1.11170761

La Cgil si è accorta che le città sono diventate come il Bronx? Se importi quel tipo di persone, è quel tipo di società che ottieni.

Profughi inviati da Renzi molestano commesse – VIDEO

PONTEDERA – Chiedono soldi con insistenza ai clienti del centro commerciale Pam, così come dei negozi vicini al megastore di Fornacette. Sono venditori ambulanti abusivi, talvolta parcheggiatori improvvisati. Il loro numero aumenta di giorno in giorno e fa crescere l’insofferenza dei cittadini.

L’ultimo episodio, il 2 aprile mattina, si è concluso con due agenti feriti e le proteste di alcuni testimoni. Uno dei due migranti, mentre veniva bloccato, cercava di riprendere con il suo telefono cellulare il lavoro di chi era intervenuto per controllarli. Alle 9,45 la polizia locale di Pontedera, su richiesta dei colleghi di Calcinaia, intervenuti perché alcuni clienti del supermercato lamentavano la presenza di due nigeriani che nel parcheggio di Pam stavano importunando gli automobilisti, è arrivata a Fornacette.

In pratica i due stranieri (sono profughi assistiti con i progetti di integrazione attivati in provincia) pretendevano la restituzione del carrello della spesa (con tanto di moneta) che i clienti lasciano negli appositi spazi fuori dai centri commerciali. È stata inviata una prima pattuglia della polizia locale (la Valdera Nord) che ha tentato l’identificazione dei due giovani.

http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2015/04/02/news/fermati-due-molestatori-nel-parcheggio-della-pam-di-fornacette-1.11164301

Rom usavano 2 prestanome, per le loro 40 auto

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TREVISO – Scoperti dalla Polizia stradale di Treviso gli intestatari fittizi di 40 veicoli usati da nomadi e pregiudicati per commettere reati: i due uomini dovranno pagare una sanzione di oltre 21.000 euro.
L’indagine inizia alla fine di gennaio 2015, quando una pattuglia della Sottosezione Autostradale A27-Treviso Nord interviene all’area di servizio Piave Ovest dell’autostrada A27 per segnalazione di un furto su un’autovettura parcheggiata davanti al bar. Effettivamente, qualcuno aveva rotto il finestrino posteriore di una Toyota Land Cruiser appartenente ad un orafo ed aveva asportato vari documenti inerenti l’attività lavorativa, comprese autorizzazioni, un IPad, capi di abbigliamento e due borse.

Due testimoni riferivano di aver visto due persone di corporatura robusta travisate da sciarpa e cappello, introdursi all’interno dell’autovettura Toyota e prelevare del materiale per poi caricarlo in una Ford Mondeo di colore grigio, della quale fornivano una targa parziale, e di aver notato un furgoncino, probabilmente un Fiat Fiorino di colore bianco, fermo sulla corsia d’emergenza davanti all’area di servizio. La vittima del furto aggravato veniva accompagnata presso la Sottosezione Autostradale per sporgere denuncia.
L’orafo ha dichiarato di essere partito dalla Fiera di Pordenone, dove aveva esposto alcuni gioielli il giorno precedente. I poliziotti del Reparto Autostradale A27 hanno acquisito subito le immagini esterne della zona fieristica di Pordenone, accertando che la Toyota era stata seguita a breve distanza, lungo l’autostrada A28, da altri tre veicoli: una Ford Mondeo di colore grigio, una Daewoo Tacuma di colore blu e un Fiat Doblò di colore bianco. Ulteriori accertamenti permettevano di individuare gli intestatari dei veicoli, A. A. di 46 anni, residente a Porto Tolle (RO) e G. M. di 37 anni, residente a Mira (VE). I due individui risultavano gravati da numerosi precedenti di Polizia. Sono stati quindi contattati ed invitati a fornire spiegazioni a riguardo.

Gli stessi hanno dichiarato di non avere la disponibilità dei veicoli menzionati, nonostante fossero intestati a loro e di non sapere esattamente chi di fatto li utilizzasse. Purtroppo il luogo dove era avvenuto il furto non era video sorvegliato e la visione delle immagini della zona fieristica di Pordenone non ha fornito elementi utili alle indagini. Non potendo procedere nei loro confronti in mancanza elementi certi, i poliziotti hanno effettuato ulteriori accertamenti scoprendo che i due soggetti risultavano proprietari in totale di ben 40 veicoli, il che spiegava ampiamente la loro sconoscenza circa le sorti degli stessi che, con ogni probabilità venivano usati in più occasioni per commettere illeciti.

Per quanto sopra, nei giorni scorsi si procedeva quindi alla contestazione dell’art. 94 bis Codice della Strada nei confronti dei summenzionati per essere intestatari fittizi di veicoli, di fatto in uso a nomadi e pregiudicati dediti alla commissione di crimini.
L’articolo menzionato prevede una sanzione di 531 euro, il che ha comportato la contestazione complessiva nei loro confronti di oltre 21.000 euro. Inoltre lo stesso articolo prevede la cancellazione dei veicoli dal P.R.A. Le indagini della Polizia Autostradale sono ancora in corso in collaborazione con la Polizia Stradale delle provincie vicine a Treviso al fine di assicurare alla giustizia gli autori di simili reati.

http://www.oggitreviso.it/le-%E2%80%9Cloro%E2%80%9D-40-auto-usate-da-nomadi-delinquere-multa-da-21mila-euro-109296

Pub non li fa entrare perché è tardi: tunisini e marocchino pestano il proprietario

Perugia – Erano in quattro già venerdì scorso quando hanno provato a chiedere da bere oltre l’orario di chiusura al Kandisnsky. «Erano già un po’ di giorni – racconta Simone Boccardini a Umbria24 – che hanno preso il vizio di arrivare quando sto chiudendo e resto da solo, mi metto a pulire, loro arrivano tirano su la serranda e vogliono da bere. Qualche volta in passato ho ceduto per quieto vivere, poi venerdì scorso gli ho detto “non vi do piu niente, adesso è chiuso”». E a quel rifiuto sono seguite le minacce. «Hanno minacciato la mia famiglia, mia moglie, i miei figli, mi hanno detto che sanno dove abito, chi sono. Alla fine sono dovuto scappare per evitare conseguenze peggiori».

Purtroppo però le conseguenze peggiori erano solo rimandate a giovedì notte: «Sono tornati ieri notte quando stavo abbassando la serranda e stavo andando via. Stavolta non mi hanno chiesto nulla, non mi hanno dato neanche il tempo di parlare, mi hanno colpito da dietro, alle spalle. Non so bene cosa è accaduto perche mi hanno picchiato tanto da farmi svenire. Quando mi sono ripreso ho chiamato subito il 113». E secondo quanto comunica la polizia, ad aggredire Simone è stato un marocchino armato di piede di porco, poi arrestato.

L’uomo, stamani, ha anche condiviso l’accaduto sulla sua pagina facebook: «Tutti devono sapere quello che mi è successo qualche ora fa fuori dal locale, dopo aver pulito mi accingevo a tornare a casa quando ho subito una rappresaglia da parte di un folto gruppo di tunisini, comandati da un infame maledetto a cui nei giorni scorsi avevo negato il drink causa orario».
http://www.umbria24.it/perugia-nega-drink-al-tunisino-proprietario-del-kandinsky-picchiato-a-sangue-aggressore-in-questura/349624.html

Piccolo immigrato spacca bottiglia in testa a ragazzino

MA COSA avevano combinato i due baby bulli tre giorni prima? Uno dei ragazzi è accusato di lesioni aggravate per aver rotto una bottiglia di birra in testa a un ragazzino durante un litigio. Il secondo di aver estorto qualche decina di euro a un coetaneo dopo averlo minacciato: «Ti pesto». La questura, che tiene monitorato il centro commerciale in cui – nonostante la presenza della security – si spaccia droga e non mancano aggressioni, furti e rapinette tra ragazzi, con il blitz di ieri durato un paio d’ore ha voluto censire i frequentatori e individuare i componenti delle baby gang che vorrebbero dettare legge. Bande composte da ragazzini figli di immigrati. Oltre ai furti, come in ogni centro commerciale, anche al Freccia Rossa, avvengono episodi di violenza e di teppismo. Lì si ritrovano ragazzi che «bruciano» scuola e chi tira sera tra una birra e uno spinello. Ma proprio grazie all’impegno dei gestori del centro commerciale in zona Stazione e a una fitta rete di telecamere e di vigilantes la situazione non è mai degenerata. Le forze dell’ordine vogliono contrastare il fenomeno legato al bullismo, allo spaccio di droga leggera e, stando ai «si dice», anche a presunti episodi di prostituzione. Voci arrivate anche alle forze dell’ordine che accerteranno se si tratta di leggende metropolitane o meno. I contatti tra ragazzi avverrebbero all’interno del centro e gli incontri nei bagni pubblici esterni: una «prestazione» in cambio di una ricarica telefonica.Molto di più di una ragazzata. Sempre che sia vero quanto si racconta.

http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/1085512_blitz_nei_guai_due_baby_bulli/?refresh_ce#scroll=1100

Padova: controlli nei campi nomadi, staccati 40 allacci abusivi

Con il mese di febbraio si sono chiusi i controlli, effettuati dagli agenti della Ses con personale dell’Enel, in 14 campi nomadi di Padova, finalizzati a verificare eventuali manomissioni o furti di energia elettrica a danno della società erogatrice. Dagli accertamenti non sono emerse manomissioni ai contatori di energia elettrica, tuttavia sono stati riscontrati prelievi di energia su fornitura straordinaria priva di contratto, nonché morosità. La polizia locale ha quindi provveduto a staccare 40 allacciamenti abusivi.

I CAMPI NOMADI CONTROLLATI. Di seguito i provvedimenti: in via Cascino, stacco di un’utenza priva di contratto; in via Ceron, stacco di un’utenza priva di contratto; in via Querini, stacco di 2 utenze prive di contratto; in via Madonnina, stacco di 7 utenze e contestuale ripristino di 4 utenze previo pagamento; in via Bassette, stacco di 4 utenze e contestuale ripristino di un’utenza previo pagamento; in via Cà Manzoni, stacco di 14 utenze prive di contratto; in via Rispoli, stacco di 3 utenze prive di contratto; in via San Giacomo, stacco di un’utenza priva di contratto; in via Polveriera (2 campi), stacco di 3 utenze prive di contratto: un’utenza non è stata staccata, nonostante la scadenza del contratto, in quanto all’interno di una roulotte vi era una persona in età avanzata collegata ad apparecchi elettromedicali; in via Chioggia, stacco di un’utenza priva di contratto; in via Mincio (2 campi), stacco di 3 utenze prive di contratto; in via Ferrero, nessuna anomalia.

SAIA. “Abbiamo voluto controllare nuovamente tutti gli allacciamenti dei campi nomadi – spiega l’assessore alla Sicurezza Maurizio Saia – per verificare eventuali manomissioni o furti di energia elettrica a danno della società erogatrice. Non abbiamo rilevato manomissioni, ma molti prelievi di energia privi di contratto e alcuni casi di morosità per i quali l’ente ha provveduto a sospendere l’erogazione. Chi riceve un servizio deve pagarlo, non sono concesse deroghe né privilegi”.

L’OPERAZIONE PRECEDENTE. Lo scorso dicembre gli agenti della polizia locale avevano staccato venti allacciamenti alla rete elettrica: cinque in via Bassette, undici in via Ca’ Manzoni, una in via Ceron, una in via Cascino e due in via Querini. Gli abusivi avevano stipulato contratti a nome di inesistenti cantieri edili. Una volta pagata l’installazione, le successive bollette erano state “cestinate”.

http://www.padovaoggi.it/cronaca/campi-nomadi-padova-staccati-allacciamenti-abusivi-enel-febbraio-2015.html

Ancora loro: donna aggredita in auto da banditi Rom

Modena, 24 febbraio 2015 – Una mano in quella della nuora, l’altra in quella del figlio, per sentirsi al sicuro. Le lacrime le rigano il volto mentre tenta di raccontare quanto le è appena accaduto. Non ci riesce, lo choc è troppo forte, le ‘blocca’ le parole in gola, insieme alla voglia di dimenticare e subito quei momenti di terrore che mai nessuno vorrebbe trovarsi ad affrontare. Non si arresta la ‘scia’ di violenza in città. Dopo le due anziane rapinate e sequestrate nelle loro abitazioni di via XXII Aprile, ora un’altra modenese è finita nel mirino di spietati malviventi. Silvana Monetti, 68 anni, titolare della Steall Acque di via Germania 11, stava aspettando che il figlio la raggiungesse in auto, ieri, intorno alle 18, davanti alla propria azienda, quando un ladro le è piombato in auto. L’uomo ha aperto all’improvviso la portiera della sua punto bianca, lato passeggero e, immobilizzandola con una mano, con l’altra si è appropriato della sua borsetta. Nella concitazione l’anziana ha iniziato a gridare e il figlio, uscito di corsa dall’azienda, ha notato un giovane correre verso un’auto in sosta, ferma e a fari spenti, con al volante il complice. L’auto è poi partita a folle velocità verso via Finzi.

«Mia madre è svenuta a terra e siamo stati noi a soccorrerla, ora anche se sconvolta sta meglio. Quello che è accaduto stasera (ieri per chi legge) è solo l’ultimo di una serie di spiacevoli eventi – racconta il figlio Alessandro – nell’arco di un anno, a livello familiare, abbiamo subito due furti con scasso in azienda, l’apertura forzata sotto casa delle macchine da lavoro per rubare l’attrezzatura e ancora la visita di un falso dipendente Hera e oggi, a distanza di tre anni da un altro caso simile, la rapina violenta. La depenalizzazione di tali reati sicuramente non aiuta e vedere queste brave persone del corpo di polizia (che ringrazio), inermi davanti a tali problemi mi rattrista e mi convince che probabilmente occorrerà farci l’abitudine». La titolare della Steall Acque, azienda che progetta e realizza piscine, era da poco uscita dalla ditta e stava appunto attendendo in auto che il figlio la raggiungesse. Probabilmente i banditi, due rom, l’hanno attesa all’esterno e non si eslcude che l’abbiano tenuta d’occhio nei giorni precedenti. L’agguato è durato pochissimi istanti, sufficienti però a gettare l’anziana nel terrore e nel silenzio. Sul posto sono giunte in breve le ambulanze ed i sanitari hanno somministrato alla 68enne un calmante, al fine di tranquillizzarla. «A un comune cittadino – scrive ancora il figlio della vittima – uno qualsiasi degli eventi che abbiamo subito lascia l’amaro in bocca e un senso di potenza disarmante, ma quello che crea disagio ancora di più è la consapevolezza che non si sia un rimedio».

Le indagini sull’ennesima rapina in città sono ora affidate alla polizia. Ieri la scientifica ha lavorato a lungo sul luogo del colpo per cercare di individuare qualche traccia che possa ricondurre ai banditi. Accertamenti a 360 gradi anche per individuare i responsabili della violenta rapina subita dalla 72enne Maria Teresa Zucchi, incappucciata e legata in casa, i via XXII aprile, da una banda di malviventi, che l’hanno pure palpeggiata. Pochi giorni prima, nella palazzina a fianco, sempre una gang di rapinatori, aveva fatto irruzione nella villetta di una coppia di anziani, ficcando un fazzoletto in bocca alla donna, al fine di non farla gridare. Una violenza inaudita quella che caratterizza gli ultimi episodi di criminalità registrati in città e che certo non permette alle famiglie di dormire ‘sonni tranquilli’, seppur il contrasto a questo tipo di reati, da parte delle forze dell’ordine, risulti sempre e comunque incisivo.

http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/imprenditrice-rapina-violenza-allarme-1.702238

Termini: viaggiatori assediati dalle rapinatrici ‘nomadi’ – VIDEO – FOTO

ROMA – «Borseggiatori a Termini? Ce ne saranno un centinaio in azione ogni giorno». Chi si occupa di sicurezza nella stazione centrale di Roma li conosce uno per uno, li identifica al di là dei travestimenti. Il racket non si ferma mai nello snodo ferroviario più importante della Capitale; è una «zona franca» in cui si muove un esercito di illegali. Le bande sono sempre le stesse, si spostano soltanto, mescolandosi tra gli oltre 450mila visitatori quotidiani. Lo sguardo del visitatore occasionale coglie solo una fetta del mondo sommerso che infesta Termini. Le finte «hostess», però, spiccano nella folla. Il sole non è ancora sorto e sono già operative: una decina di ragazze, tutte romene tra i 15 e i 20 anni, gestiscono la «caccia del passeggero». Aspettano all’entrata della stazione, fronte piazza dei Cinquecento, e puntano ai bersagli facili: i turisti stranieri. Gli asiatici sono i loro preferiti. Si avvicinano e in un inglese elementare chiedono se possono aiutarli, li scortano fino alle biglietterie automatiche. Qualche indicazione poi la mano si allunga per il dazio. Se non ci sono divise in giro, portafogli o valigia spariscono. shadow carousel Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti PrevNext Sportelli e bancomat sono l’altro crocevia del malaffare, presidiati in attesa dell’utente. E contro l’onda dei malviventi, nell’alba di Termini, c’è solo qualche guardia giurata: al massimo può avvertire i poliziotti piazzati sui binari, che infatti allontanano le giovani. Escono dalla stazione per due minuti. Poi rientrano. Solo dopo le 8 le sale si riempiono di poliziotti e carabinieri, gli addetti di Fs presidiano le biglietterie. «Vengono dai campi nomadi, c’è sempre un uomo a coordinarle», spiegano i militari che hanno appena fermato una delle ragazze. Ha pagato la troppa insistenza con un giapponese ed è stata notata. Ma in molti casi c’è poco da fare: il tempo di identificarle e, senza flagranza di reato o foglio di via, sono libere in poco tempo. «Di borseggiatori ne fermiamo uno al giorno come minimo, ma tanto tornano. Qui è un inferno, tutti i giorni, a tutte le ore», racconta un vigilante. Una prima contromisura per arginare il fenomeno potrebbe arrivare a breve: proprio come Milano, anche la stazione Termini avrà i suoi varchi. «Si tratterà di transenne mobili posizionate a ridosso della zona binari: solo il passeggero munito di biglietto potrà accedervi», annuncia Franco Fiumara, direttore protezione aziendale di Fs. Autorizzazione della sovrintendenza capitolina permettendo, le postazioni dovrebbero essere allestite entro il 1 maggio, in concomitanza con l’apertura dell’Expo 2015. Meno mercato per gli illegali, creazione di un’area controllabile, più uomini nelle aree calde. «Stiamo anche incrementando l’organico, passeremo dai 20 vigilantes attuali a 80 – aggiunge Fiumara -. Ai varchi sarà presente personale addestrato nel primo soccorso, nelle manovre di disostruzione pediatrica e dotato di defibrillatori. La sicurezza è una nostra priorità, ma spesso constatiamo che chi delinque torna…». ] ROMA – «Borseggiatori a Termini? Ce ne saranno un centinaio in azione ogni giorno». Chi si occupa di sicurezza nella stazione centrale di Roma li conosce uno per uno, li identifica al di là dei travestimenti. Il racket non si ferma mai nello snodo ferroviario più importante della Capitale; è una «zona franca» in cui si muove un esercito di illegali. Le bande sono sempre le stesse, si spostano soltanto, mescolandosi tra gli oltre 450mila visitatori quotidiani.

Lo sguardo del visitatore occasionale coglie solo una fetta del mondo sommerso che infesta Termini. Le finte «hostess», però, spiccano nella folla. Il sole non è ancora sorto e sono già operative: una decina di ragazze, tutte romene tra i 15 e i 20 anni, gestiscono la «caccia del passeggero». Aspettano all’entrata della stazione, fronte piazza dei Cinquecento, e puntano ai bersagli facili: i turisti stranieri. Gli asiatici sono i loro preferiti. Si avvicinano e in un inglese elementare chiedono se possono aiutarli, li scortano fino alle biglietterie automatiche. Qualche indicazione poi la mano si allunga per il dazio. Se non ci sono divise in giro, portafogli o valigia spariscono.

Sportelli e bancomat sono l’altro crocevia del malaffare, presidiati in attesa dell’utente. E contro l’onda dei malviventi, nell’alba di Termini, c’è solo qualche guardia giurata: al massimo può avvertire i poliziotti piazzati sui binari, che infatti allontanano le giovani. Escono dalla stazione per due minuti. Poi rientrano. Solo dopo le 8 le sale si riempiono di poliziotti e carabinieri, gli addetti di Fs presidiano le biglietterie. «Vengono dai campi nomadi, c’è sempre un uomo a coordinarle», spiegano i militari che hanno appena fermato una delle ragazze. Ha pagato la troppa insistenza con un giapponese ed è stata notata. Ma in molti casi c’è poco da fare: il tempo di identificarle e, senza flagranza di reato o foglio di via, sono libere in poco tempo.

«Di borseggiatori ne fermiamo uno al giorno come minimo, ma tanto tornano. Qui è un inferno, tutti i giorni, a tutte le ore», racconta un vigilante. Una prima contromisura per arginare il fenomeno potrebbe arrivare a breve: proprio come Milano, anche la stazione Termini avrà i suoi varchi. «Si tratterà di transenne mobili posizionate a ridosso della zona binari: solo il passeggero munito di biglietto potrà accedervi», annuncia Franco Fiumara, direttore protezione aziendale di Fs. Autorizzazione della sovrintendenza capitolina permettendo, le postazioni dovrebbero essere allestite entro il 1 maggio, in concomitanza con l’apertura dell’Expo 2015. Meno mercato per gli illegali, creazione di un’area controllabile, più uomini nelle aree calde. «Stiamo anche incrementando l’organico, passeremo dai 20 vigilantes attuali a 80 – aggiunge Fiumara -. Ai varchi sarà presente personale addestrato nel primo soccorso, nelle manovre di disostruzione pediatrica e dotato di defibrillatori. La sicurezza è una nostra priorità, ma spesso constatiamo che chi delinque torna…».

 

Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti

Stazione Termini, la banda delle ragazze a caccia di turisti

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_febbraio_24/stazione-termini-turisti-assediati-una-banda-romene-612848a2-bbf3-11e4-9889-956e36696542.shtml