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Integrazione: prostitute nigeriane, magnaccia romeni

I carabinieri della compagnia di Corigliano Calabro hanno ammanettato Gheorghita Crivat, 34 anni, gia’ noto alle forze dell’ordine e domiciliato nella cittadina ionica. Pare infatti che l’uomo abbia provato a costringere una prostituta nigeriana a consumare un rapporto sessuale con lui gratuitamente, sostenendo che la prostituzione in localita’ Brillia di Corigliano, lungo la strada statale 106 ionica, sarebbe sotto il suo controllo. Al no della donna, il romeno l’ha picchiata violentemente colpendola con calci e pugni e procurandole ferite giudicate guaribili in cinque giorni dai medici del pronto soccorso dell’ospedale coriglianese che l’hanno medicata. Crivat ora si trova rinchiuso nel carcere di Rossano.

http://www.strettoweb.com/2012/06/corigliano-calabro-cs-arrestato-un-romeno-pretendeva-rapporti-gratuiti-con-una-prostituta-e-lha-picchiata/39887/

 

Massacrato da due immigrati: Alessio è morto

PASIANO. È deceduto ieri pomeriggio all’ospedale di Treviso Alessio Prosdocimo, 26enne figlio di Agostino Prosdocimo, titolare della ditta di traslochi “Roiatti”con sede a Pordenone. La notizia si è sparsa in un lampo gettando tutta la comunità di Meduna di Livenza, dove Alessio viveva con la famiglia, nella tristezza.

Alessio aveva solo 26 anni, compiuti il 26 febbraio, e tanta voglia di vivere e di superare le difficoltà. Nel settembre scorso era stato vittima di un brutale pestaggio.

«Siamo tutti stravolti – ha commentato a caldo il sindaco Marica Fantuz –. Abbiamo peso un amico di soli 26 anni ed è davvero devastante. Tutta Meduna, ma vorrei dire tutto il mondo, ha perso una persona straordinaria. Ora il pensiero va ai genitori e alla sorella Claudia che devono fare i conti con questa triste perdita. Questa sera (ieri per chi legge, ndr) incontrerò gli amici più cari di Alessio che sono piegati dal dolore e si ritrovano insieme per non passare questa lunga serata da soli».

Gli amici di Alessio non riescono a capacitarsi della sua morte. In tre erano stati a trovarlo sabato in ospedale, senza poter immaginare che quella sarebbe stata l’ultima volta. «Alessio era uno spettacolo”. – commenta a fatica uno degli amici che vuole restare anonimo -. Non l’ho mai visto fare niente di male a nessuno. Era forte, era un guerriero: con gli amici, a casa, soprattutto nel lavoro, ma anche nelle manifestazioni di paese e nella beneficenza. Con lui trascorrevamo il tempo sempre in allegria, giocando a calcetto. Era un grande appassionato di calcio, e organizzava feste, grigliate e cene. Sabato siamo andati a trovarlo: lui era tranquillo, un po’ stordito dalle medicine, ma assolutamente presente. Abbiamo parlato di lavoro, un po’ di tutto. Non avevamo capito che stesse così tanto male».

Alessio era stato vittima di un brutale pestaggio il 20 settembre: costretto a salire su un’automobile mentre passeggiava nel parco San Bellino in centro a Meduna, era stato condotto nelle campagne di Pasiano, a una quindicina di chilometri da casa. Era stato picchiato e abbandonato a terra dai suoi aggressori, fuggiti dopo avergli sottratto i due cellulari. A novembre i carabinieri avevano arrestato i due rumeni autori del pestaggio, Ionut Onisor Ivanciu e Gheorghe Spiridon, i quali, con le loro confessioni, avevano poi portato a febbraio all’arresto del mandante, Fernando Abate, napoletano che, secondo gli inquirenti, avrebbe ordinato il pestaggio del giovane per punire il padre.

Durante una serata sulla legalità a Meduna, Valerio Marra della Compagnia dei carabinieri di Conegliano che indagavano sulla vicenda aveva affermato: «Abbiamo condotto le indagini in maniera scrupolosa in modo da dare al pm un quadro indiziario solido per assicurare alla giustizia i colpevoli del pestaggio di Alessio».

Questa è l’immigrazione, fonte di manovalanza criminale della peggior specie per la criminalità organizzata. Sono pronti a tutto e senza scrupoli, materiale ideale per le mafie.

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2012/06/01/news/aggredito-e-malato-muore-a-26-anni-1.5187542

Sciacallaggio: immigrati si dirigono in Emilia per occupare le tende, italiani discriminati

E dopo il terremoto, è emergenza immigrati: gli operai extracomunitari delle fabbriche emiliane tornano nei Paesi d’origine. Al loro posto arrivano altri immigrati, che occupano le tendopoli e lasciano senza brande né pasti gli abitanti del luogo. È anche questo lo sciame sismico che da settimane semina panico e morte e scuote il cuore produttivo dell’Italia. La terra che trema porta via il lavoro. Agli italiani e alle migliaia di lavoratori dalla pelle scura che coi cancelli delle fabbriche chiusi meditano di far ritorno in Patria, con le famiglie e col bagaglio di competenze professionali acquisito negli anni.

A San Felice sul Panaro, ad esempio, sono già 300 le mogli e i figli di braccianti, carpentieri e operai di nazionalità marocchina che hanno optato per il rimpatrio. E il governo tunisino, attraverso il primo ministro Hamadi Djebali, ha annunciato l’attivazione di un ponte aereo per riportare oltre il canale di Sicilia, «se lo vorranno, i connazionali residenti nelle zone d’Italia interessate dal terremoto». «Algeri e Casablanca sono le mete più richieste », conferma la titolare dell’ agenzia di viaggi attiva a Cavezzo: «Le prime a partire sono le donne e i bambini. I mariti dicono di voler attendere qualche giorno per vedere come andranno le cose, ma in molti già hanno prenotato». Insomma, un’emorragia di braccia(ridicolo) e, in molti casi, anche di cervelli (ridicolo), che non sfugge ai palazzi romani: «Il permesso di soggiorno per gli stranieri che hanno perso il lavoro a causa del terremoto in Emilia non scadrà dopo 6 mesi, ma dopo 12», ha fatto sapere il prefetto Mario Morcone, capo di gabinetto del ministro per la cooperazione, nel tentativo di arginare la fuga.(perché arginare la fuga di disoccupati?)

Neppure una parola, invece, l’Esecutivo Monti spende sull’altra faccia della medaglia. Sul solco che il terremoto scava e nel quale come formiche si spostano altri migranti. Quelli senza fissa dimora, né un’occupazione, che da ogni angolo del Nord si stanno dirigendo in massa verso le aree colpite dal sisma. «Qui a Medolla», testimonia una veterinaria in cambio dell’anonimato, «l’80% delle tendopoli è occupato da extracomunitari. Per carità: alcuni sono d’aiuto, ma specie tra i musulmani ve ne sono tanti che protestano persino per il cibo, perché nel ragù c’è carne di maiale ». Ma c’è dell’ altro: «C’è gente che ha chiamato i parenti da altre parti d’Italia, come fosse una festa alla quale invitare ospiti. Il risultato? Molti cavezzesi si vedono dare 3 euro al dì e non hanno neppure dove dormire. E pensare che lo Stato ne spende 35 al giorno per quelli che sbarcano a Lampedusa. Non chiediamo di essere trattati meglio di loro, ma che ci trattino allo stesso modo». E mentre nel comprensorio si diffondono voci di casi di scabbia e di tubercolosi, l’indignazione trova riscontro qualche chilometro più in là. A Mirandola e a Finale Emilia i Carabinieri sono dovuti intervenire in più di un’occasione per riportare la calma. «La tensione è palpabile», racconta a un posto di blocco il capitano dell’Arma Giorgio Feola, coi suoi uomini impegnato nelle attività antisciacallaggio. «Posti letto e servizio mensa sono i momenti critici della giornata: le lunghe fila che si formano spesso sono animate da liti e scontri innescati dalla massiccia presenza di extracomunitari provenienti da altri paesi ».Il fenomeno,già segnalato dalle cronache locali, è stato ieri ufficialmente denunciato dalla Lega.

Che col parlamentare parmense Fabio Rainieri, in una lettera inviata a prefetti e questori delle zone interessate dal sisma, ha invitato a «monitorare la presenza di extracomunitari nei campi di accoglienza: in un momento come quello che le nostre terre stanno vivendo, è doveroso evitare che extracomunitari irregolari provenienti da altre parti del Paese possano cercare di trarre un beneficio personale dal dramma che ha colpito l’Emilia, godendo di eventuali stanziamenti previsti dal Governo, dalla Regione e dalle istituzioni preposte». Cronache italiane, ai tempi del terremoto che sconvolse l’Emilia.

http://www.ilgiornale.it/cronache/terremoto_emilia_fuggonogli_stranieri_che_lavoranotendopoli_invase_disperati/02-06-2012/articolo-id=590788-page=0-comments=1

Un appunto su quanto scritto: quelli che sbarcano a Lampedusa, prendono 46€ al giorno e non 35€ come erroneamente detto dall’intervistata.

“Profughi” in villa, Emiliani in tenda

Il "villone" dei sedicenti profughi

JESOLO-Terremotati alla Croce rossa al posto di Nigeriani Ghanesi e Indiani, la richiesta è di Forza Jesolo che propone al Comune di presentare domanda alla prefettura. Al posto dei profughi, che anche la scorsa estate hanno acceso polemiche e scontri, i terremotati dall’Emilia, dove la situazione è ancora molto grave e tante famiglie sono senza un tetto.

«Il Governo ha realizzato l’aumento delle accise sui carburanti», dice Alessandro Iguadala, ex consigliere comunale ed esponente di Forza Jesolo, «per fronteggiare il gravoso impegno economico a favore della popolazione colpita dal terremoto. A nome dell’associazione Forza Jesolo suggerisco a questa amministrazione di sollecitare il Prefetto affinché la struttura della croce rossa italiana, in via Levantina, sia messa a disposizione degli sfollati dell’Emilia Romagna colpiti dal terremoto».

I rapporti tra Jesolo e i “profughi” ospitati negli anni alla Croce rossa non sono mai stati buoni, ovvio quindi che ora in molti guarderanno con simpatia alla proposta. «Particolare attenzione agli anziani», aggiunge, «alle mamme e bambini nei confronti dei quali Jesolo si dimostrerà, ancora una volta città ospitale e generosa».

http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2012/06/01/news/iguadala-alla-croce-rossa-mettiamoci-i-terremotati-1.5191176

C’è una struttura della Croce Rossa, la palazzina nella foto che è a disposizione di individui che non ne hanno diritto alcuno. Nel frattempo, pochi kilometri più in là, anziani donne e bambini vivono in tende a auto.

 

Sciacalli digitali: il sito stranieriinitalia.it

“Un permesso di soggiorno a chi ha un lavoro, una montagna di soldi da impiegare nelle zone colpite dal terremoto”. Ecco la proposta del portale dell’immigrazione, “Stranieri In Italia”.

Sciacalli digitali.
Esistono poche altre definizioni che si possano adattare ad esternazioni del genere,  che fingendo un interesse solidale, nascondono invece, l’interesse personale di chi gestisce quei siti e che raccoglie denaro dall’immigrazione.
La disoccupazione dilaga, e certamente il terremoto le darà un’ulteriore spinta, gli immigrati senza lavoro aumentano quotidianamente andando a rendere ancora più difficoltosa la ricerca di un impiego momentaneo per i “nostri disoccupati”, e l’idea bizzarra di questi onnivori dell’immigrazione è “nuovi immigrati”. Perché, secondo loro, pagando il permesso finanzierebbero la “ricostruzione”. Lasciamo perdere, l’ignoranza economica di tali mentecatti è un pozzo senza fondo nel quale non batte mai il sole.
Qualcuno ancora crede, nella sua follia xenofila, che gli immigrati siano economicamente un “vantaggio”? Lo sono per queste associazioni che non vedono l’ora di poter fagocitare denaro fornendo “tutela” legale nella richiesta di permessi di soggiorno.

Pensare che esistano menti talmente degradate da poter concepire idiozie simili, è deprimente. Ma ci fa anche comprendere cosa spinga realmente queste associazionei a delinquere di stampo xenofilo.

 

Bastonate e coltellate tra i bambini

Intorno alle ore 20.00 del 30 maggio sono giunte all’utenza di pronto intervento 112 numerose richieste d’intervento in quanto a Orte Scalo, davanti ad un bar era in corso una violenta rissa tra extracomunitari, che erano passati alle vie di fatto con bastoni e coltelli. La situazione necessitava di un tempestivo intervento in quanto all’interno dell’esercizio pubblico era in corso una festa di compleanno tra bambini di circa otto anni e tale evento poteva mettere a repentaglio la loro incolumità. Immediata la reazione dei Carabinieri della Stazione Carabinieri di Orte, guidati personalmente dal Maresciallo Lo Giudice, che a mezzo del servizio perlustrativo, nonché di altro personale resosi disponibile per l’intervento, giungevano sul posto. I 3 soggetti interessati, tutti indiani di età compresa tra i 25 ed i 35 anni, al giungere delle autovetture dell’Arma, tentavano la fuga, ma venivano prontamente bloccati e arrestati dai Carabinieri del Maresciallo Lo Giudice. Portati in caserma si cercava di ricostruire la dinamica dell’evento per stabilire anche l’eventuale motivazione che potesse aver scatenato la rissa, ma si riusciva solo a percepire che alla base della rissa vi erano problemi economici. A seguito dell’evento due delle persone arrestate venivano portate presso il pronto soccorso di Viterbo, ove gli venivano fornite le prime cure mediche, diagnosticandogli svariati giorni di prognosi.

http://www.occhioviterbese.it/occhioviterbese/cronaca-viterbese/12779-Rissa-tra-extracomunitari-a-Orte-Scalo-tre-arresti.html

Aggredisce poliziotto, ruba pistola e si dirige verso una Scuola…

Sebbene gli investigatori mantengano il riserbo, la vicenda è ormai di dominio pubblico in tutta Vetralla e, secondo alcune testimonianze raccolte in loco, ad aggredire il poliziotto – appena uscito di casa in divisa per recarsi al lavoro (è in forze alla Polizia stradale di Civitavecchia) – sarebbe stato lo straniero.

“Gli ha dato uno spintone e l’ha fatto rovinare a terra”, hanno raccontato alcuni vetrallesi. “Il poliziotto ha perso coscienza e l’albanese gli ha rubato la pistola dalla fondina. Poi è fuggito a piedi verso piazza del Mattatoio”.

E’ qui che un uomo (dipendente Asl) lo ha disarmato. Nella piazza c’erano infatti alcuni bambini in procinto di recarsi a scuola e il cinquantenne, per paura che potesse far fuoco, si è fatto coraggio e lo ha affrontato, riuscendo a strappargli l’arma che, poi, si è scoperto essere inutilizzabile perché sprovvista del caricatore.

Mentre la pistola è stata consegnata agli uomini della Mobile, il poliziotto, che ha a cause dell’aggressione ha riportato la frattura di una gamba, è stato ricoverato nel nosocomio cittadino per essere sottoposto ad un intervento chirurgico. Anche l’albanese è in stato di osservazione a Belcolle.

http://www.viterbonews24.it/news/albanese-aggredisce-poliziotto-e-scappa-con-pistola-in-pugno_13742.htm