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Bologna: prova di ‘banlieus”, bande di ‘nuovi italiani’ mettono a ferro e fuoco quartiere

Bologna – ARMATI di catene e bastoni hanno danneggiato tre auto, un cassonetto della spazzatura e lanciato in aria alcune sedie di plastica fuori da un bar. Poi hanno pestato due cittadini intervenuti per fermarli. La violenza torna a manifestarsi fra i giovani immigrati: questa volta il teatro non sono i Giardini Margherita, ma la zona attorno alla Lunetta Gamberini. Protagonista una decina di ragazzini tra i 14 e i 17 anni, ecuadoriani, che ha messo a ferro e fuoco il quartiere.

TUTTO inizia intorno alle 21 di ieri sera. Il gruppo di giovani, tutti a volto scoperto, in maglietta bianca e pantaloncini, in preda ai fumi dell’alcol, in largo Lercaro si avvicina a un’auto e infrange i fari anteriori. Poi si sposta in via Cavazza, vicino al civico 2, dove prende di mira un’altra vettura. A questo punto i giovanissimi si dirigono verso un bar in via Romagnoli, il ‘Qui ci torno’: il pubblico esercizio stava chiudendo proprio in quegli istanti e i ragazzini ben pensano di lanciare le sedie esterne. Poi, una volta all’interno del bar, cercano di tirare una sedia alla madre del titolare, che si trova dietro al bancone.

La donna fortunatamente non viene colpita: «E’ successo tutto in pochissimi attimi, sentivamo le urla avvicinarsi sempre più forti, poi quei ragazzi sono entrati ed è stato il caos — dice il barista —. Non li avevo mai visti, un fatto del genere non era mai accaduto. Forse sono ragazzi che frequentano la Lunetta Gamberini».

NON PAGHI, i componenti del gruppo si dirigono in via dei Lamponi dove si accaniscono su una Smart bianca. I bastoni e le catene vengono usati per infrangere i vetri e l’auto è quasi distrutta. E’ in questo momento che un gruppo di cittadini, esasperati dalla scorribanda notturna, esce da un condominio e cerca di fermare gli ecuadoriani scatenati. Residenti e vandali si affrontano e sono i secondi ad avere la meglio: due dei tre cittadini intervenuti con maggiore veemenza vengono soccorsi dal 118 e portati al policlinico Sant’Orsola-Malpighi in osservazioni. Uno dei due ha riportato una ferita lacero-contusa al capo. Non sono però in condizioni gravi. Sul posto intervengono le volanti, che hanno ricevuto svariate chiamate dai residenti della zona, impauriti dalle violente e insensate azioni del gruppetto di ragazzini terribili. I giovani, però, si sono già dati alla fuga.

Rapine in villa: finalmente tocca ai parlamentari

Fregene,rapina nella villa di Angelucci
Rapina a mano armata nella villa del
parlamentare del PdL Antonio Angelucci,
a Fregene, sul litorale romano.

Quattro uomini, romeni, armati e
a volto coperto, sono entrati nell’abi-
tazione,sorvegliata da una guardia pri-
vata. Questi è stato tramortito e lega-
to con delle catene. All’interno della
casa si trovavano la figlia di 4 anni
di Angelucci e la tata romena, che è
stata malmenata. Mentre facevano razzia
di preziosi, un vicino di casa ha chia-
mato i carabinieri. I rapinatori sono
fuggiti con la Ferrari di Angelucci.

http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/notiziasolotesto.jsp?id=920146&pagina=801&sottopagina=01

Ecco perché vogliono più immigrazione, per loro è manodpopera low-cost. Ma finalmente la Nemesi colpisce, hanno la ‘tata’ romena e vengono rapinati dai suoi ‘parenti’. Non mi si dica che non potevano trovarne una italiana perché è un lavoro che le ‘italiane non vogliono fare’. E il fatto che sia stata malmenata è piuttosto sospetto.

Aiuta africano: donna capotreno massacrata di botte

Bagnolo Mella, 30 luglio 2013 – L’ha visto in difficoltà, buttato a terra nella prima carrozza del treno regionale 5234 da Cremona a Brescia delle 12,33, e ha chiesto se avesse bisogno di aiuto.
Ha fatto il suo dovere il capotreno donna, di contro è stata aggredita fisicamente e verbalmente. Non solo lei. L’uomo, di origine africana, in evidente stato di alterazione psicofisica, solo sentendosi rivolgere la parola ha iniziato prima a inveire e poi a menare le mani. Pronto l’intervento di un militare della Guardia di Finanza, ma questi, nonostante l’esperienza, non è riuscito a immobilizzarlo compiutamente. Né lui, né altri passeggeri uniti in soccorso e che, per questo, hanno pure rimediato escoriazioni.

Il quadro di una situazione potenzialemente molto dannosa è cambiata quando il treno ha effettuato la sua fermata alla stazione di Bagnolo Mella. Qui, avvisati dal capotreno, sono saliti nell’ordine una vigilessa e dopo poco due carabinieri di zona. Solo questi ultimi, e non senza fatica, sono riusciti a placare la furia dell’uomo, a mettergli le manette ai polsi e a farlo scendere dal mezzo in stato di arresto per resistenza a pubblico ufficiale a cui si aggiunge anche la denuncia di interruzione di pubblico servizio. Sì perché il treno, per questa vicenda, ha subìto un ritardo di mezzora sul tragitto prefissato.

Comprensibilmente sotto choc la capotreno: fisicamente illesa è però stata protagonista di due fatti incresciosi nel giro di ventiquattro ore. Il giorno prima, infatti, a Meleo (Lodi), il macchinista del convoglio – su cui la donna era a bordo sempre come capotreno – è stato aggredito a colpi di catene da due uomini. Questi, prima hanno invaso i binari e poi hanno attaccato il ferroviere non appena sceso dalla motrice per chiedere aiuto.

http://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/2013/07/30/927232-capotreno-aggredita-bagnolo-mella.shtml

Ormai, i capotreno, soprattutto se donne, dovrebbero girare armati. E’ la società multietnica.

Aggredito da Cingalesi con bastoni e catene

Una vera e propria spedizione punitiva. Questo pomeriggio in via Manzoni, un gruppo di srilankesi ha aggredito un connazionale con catene, bastoni, spranghe e mattoni procurandogli gravi ferite. Il giovane mal capitato è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Piemonte. Sull’episodio indaga la Polizia che nelle ore seguenti all’accaduto ha già fermato alcuni dei protagonisti. Secondo le ricostruzioni sembra che l’aggressione del “branco” sia scaturita da una lite che l’extracomunitario ha avuto stamani con due connazionali nei pressi della palestra Juvara.

http://www.strettoweb.com/2013/05/messina-gruppo-di-extracomunitari-aggredisce-connazionale-forse-un-regolamento-di-conti/73954/

Mantova: ragazzi pestati a sangue da decine di immigrati con mazze e catene

Si cominciano a delineare i contorni della rissa nella notte tra sabato e domenica scorsi nel piazzale di Boccabusa. Non è stata una rissa tra due gruppi, come si è pensato in un primo tempo, ma un agguato in piena regola, con bastoni e catene, da parte di una ventina di persone nei confronti di quattro giovani. I testimoni riferiscono che il gruppo di aggressori era composto interamente da immigrati.

MANTOVA, 11/04/2013 – Sono stati aggrediti a sprangate, a colpi di bastone e di catena, a bottigliate. Insomma, è stato un pestaggio programmato, messo a segno con strumenti tutt’altro che occasionali, quello avvenuto la notte di sabato nel piazzale di Boccabusa. Un’aggressione da parte di un gruppo organizzato di attaccabrighe, o di bulli se si preferisce. Una ventina di ragazzi che hanno scatenato la loro furia insensata su quattro giovani tra i venti e i venticinque anni che uscivano dalla discoteca. C’è una testimone, una ragazza che, senza poter intervenire, ha assistito agghiacciata alla scena, al termine della quale i quattro giovani aggrediti sono finiti all’ospedale, uno di loro con il naso e uno zigomo fratturati. Qualcuno degli aggressori è stato rintracciato dai carabinieri? Non se ne sa più nulla.

L’aggressione è avvenuta poco prima delle quattro del mattino tra piazzale della Favorita e l’ingresso del ristorante-discoteca Il Gusto. A quanto pare tra un paio dei ragazzi assaliti e alcuni dei giovani teppisti c’erano state delle frizioni all’interno del locale. Un episodio banale, che sembrava finito, anche se da parte del gruppo più numeroso era partita una minaccia.

«All’uscita della discoteca i quattro ragazzi hanno fatto per andare alla loro auto – racconta la testimone, una ragazza – non ci sono arrivati: li stavano aspettando, erano in venti, forse venticinque, tutti giovanissimi, sotto i vent’anni. Erano armati di bottiglie di vetro, di cinture di cuoio, di grosse catene. Hanno cominciato a sferrare colpi, hanno martoriato quei poveri ragazzi su tutto il corpo, colpendoli soprattutto sulla testa e sulla faccia».

Non c’è dubbio, è stato un agguato. Due dei ragazzi aggrediti sono riusciti a rifugiarsi nella discoteca, gli altri due invece no. «Uno è stato rovesciato sul cofano di un’auto e colpito ferocemente finché la sua faccia non è diventata una maschera di sangue – continua il racconto della testimone – è stata una scena terribile, di una ferocia inaudita, ho pensato che i quattro ragazzi stessero per essere ammazzati». Stando al racconto della testimone gli aggressori, fuggiti dopo il pestaggio, sarebbero tutti stranieri.

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/04/11/news/boccabusa-non-un-rissa-a-spintoni-ma-un-agguato-con-bastoni-e-catene-1.6864577

Zingari come le termiti: razziano anche i monumenti ai caduti

SMONTANO L’ITALIA PEZZO PER PEZZO

TERMITI: SOSTITUITE IL LEGNO CON IL METALLO, E AVRETE GLI ZINGARI

Avevano violato anche il monumento ai Caduti di Colle Attivoli di Spoleto pur di raggranellare qualche spicciolo, ma la bravata costerà loro cara. Gli agenti del commissariato diretto dal vicequestore Francesca Peppicelli hanno infatti denunciato tre giovani con l’accusa di ricettazione per il furto delle catene del monumnto caro a tutta la cittadinanza.
I fatti. Bisogna tornare indietro di qualche mese, quando una volante ferma un camion di materiali ferrosi lungo le vie della città del festival. Il mezzo trasporta un enorme quantitativo di materiali in rame, ferro, ghisa e altre leghe: scatta il sequestro e per i 3 rumeni a bordo anche una denuncia per gestione non autorizzata di rifiuti. Gli inquirenti sospettano che sia di provenienza furtiva ma non trovano riscontri di nessun genere. Fino a qualche giorno fa quando ad un agente arriva la notizia che le catene di Colle Attivoli sono sparite da tempo anche se nessuno si è premurato di sporgere denuncia.
Al poliziotto torna così in mente che tra il materiale sequestrato ci sono catene molto simili a quelle descritte. Forse si tratta degli stessi ‘arredi’ del monumento spoletino. Vengono così convocati alcuni tecnici del Comune che riconoscono le catene (la polizia le ha già riconsegnate al Municipio e nelle prossime settimane verranno riposizionate intorno al monumento). Per i 3 rumeni, tutti residenti in un campo nomadi di Roma è scattata invece anche la denuncia per ricettazione

http://tuttoggi.info/articolo/48841/

Milano, Africa: Maghrebini aggrediscono famiglia con catene

In quattro si avventano su coppia e figlioletto ferendolo in più parti del corpo

Un 32enne e la compagna di 38 anni sono stati aggrediti a colpi di cinghia e catene nel parchetto di via Lessona. L’episodio ieri sera, intorno alle 20. L’egiziano è intervenuto chiamato dalla donna che si trovava nel parchetto con il figlio, un bimbo di 9 anni, perché 4 nordafricani li stavano importunando. Ne è scaturita una lite, con i quattro che si sono avventati sull’uomo ferendolo in più parti del corpo. Quindi si sono dileguati e le vittime hanno chiamato il 113. Anche la donna ha riportato alcune escoriazioni edè stata ricoverata con l’egiziano in codice verde all’ospedale Niguarda.

http://affaritaliani.libero.it/milano/coppia-aggredita-con-catene260912.html