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Cava de’ Tirreni invasa da zingari e abusivi extracomunitari

Cava de’ Tirreni. Silenziosa, ma drammatica, è la situazione dei senzatetto a Cava de’ Tirreni. Tanti, troppi i “barboni” sparsi per la città mentre l’amministrazione comunale sembra non riuscire ad arginare in alcun modo il problema nonostante più volte se ne sia parlato in consiglio comunale. I cittadini lamentano una condizione sempre più insostenibile e richiedono urgenti misure risolutive. Mendicanti che dormono sulle panchine dei giardini, girovaghi accampati nei pressi dei binari della stazione, venditori abusivi tra i portici e per le strade del centro, lavavetri e accattoni ai semafori. Non si contano quasi più i vagabondi che affollano il centro cittadino: c’è chi la definisce “emergenza homeless”, soprattutto in riferimento al fatto che non si limitano più a elemosinare sul bordo della strada con un cestino e il classico cartello ‘Ho fame!’, ma disturbano la quiete pubblica, diventando invadenti e insistenti. Intanto i resoconti delle forze dell’ordine si riempiono di spiacevoli episodi: uno tra tutti il tentato furto, fortunatamente sventato, avvenuto questa settimana ad opera di due giovani
cittadine serbe, K. J. di 22 anni e N. P. di 17 anni, in via Castaldi. O ancor prima, il mese scorso, quando venne sfollato un edificio abbandonato di Via XXV Luglio divenuto nelle ore notturne il rifugio improprio di un gruppo di stranieri. Poi c’è la solita routine: basta una passeggiata lungo Corso Umberto I o un giro in macchina per gli incroci nei pressi della stazione ferroviaria per rendersi conto della situazione. Passanti e frequentatori del centro sono esasperati. “Con i vigili urbani che ci ritroviamo cosa potevamo mai sperare? – dichiara un cittadino – Da un paio di anni siamo già terra di conquista di nomadi extracomunitari e venditori di calzini. Specialmente il mercoledì quando c’è mercato, si assiste allo sbarco in massa di questi poveracci (manovrati e utilizzati ad arte) che sciamano per le vie della città. Senza prevenzione, pattugliamento del territorio, allontanamento e pugno duro non ci sarà altro che un peggioramento della situazione”. Non meno facile la condizione dei commercianti del borgo porticato, che vedono i vagabondi fermare i clienti davanti ai negozi o addirittura entrare negli esercizi per elemosinare. “Nessuno si interessa ai problemi di noi commercianti – afferma una rivenditrice di prodotti alimentari che preferisce restare anonima – siamo ogni giorno martellati da questi mendicanti che entrano, disturbano i clienti e si comportano in maniera maleducata, e vengono a maledire noi che svolgiamo il nostro lavoro quotidianamente. L’amministrazione se ne disinteressa del tutto, mi è capitato
più volte di aver segnalato il disagio, ma vigili e poliziotti sono impegnati a passeggiare per i portici. L’altro giorno ho dovuto cacciare via una signora che diceva di essere stata derubata e che cercava soldi a tutti i miei clienti, alcuni sono andati via per disperazione”.

http://www.positanonews.it/articoli/96029/cava_de_tirreni_citta_invasa_dai_clochard_i_residenti_chiedono_un_intervento_urgente_da_parte_dellamministrazione.html

 

«Mamma, non affittare agli immigrati», lei lo fa e muore

E’ in carcere Constantin Scarlat di 33 anni, l’ennesimo romeno che grazie alla libera circolazione europea ha ammazzato un’italiana.
Per il delitto è probabile che entro oggi ci sarà la convalida dell’arresto – sempre che qualche magistrato fanatico non intervenga per liberarlo – per un delitto probabilmente premeditato.
Constantin Scarlat,  tempo fa, aveva abitato in una casa di proprietà di Alma Pecorara, conosceva la donna e le sue abitudini. E soprattutto stando ad una testimonianza raccolta dai carabinieri,  insisteva per tornare ad abitare a Montecalvo Versiggia.

«Il figlio Andrea non era affatto propenso che la mamma affittasse stanze o case di proprietà ad immigrati e anzi chiedeva alla mamma di usare più precauzioni» ha segnalato l’ avvocato Luca Angeleri che, assieme a Marco Casali, assiste Andrea Castaldi, il figlio dell’ anziana assassinata.

Negli ultimi tempi aveva abitato, abusivamente, presso altri connazionali in località Fosso del comune di Golferenzo. Da lì, la mattina del 23 aprile, a piedi, sarebbe andato a Montecalvo. Per strada sono 4-5 chilometri, attraverso i sentieri e le stradine di campagna, forse la metà. E il romeno è in grado di farlo anche in meno di un’ora. Viene inquadrato e ripreso da una telecamera del sistema di videosorvgelianza del Comune, sia quando passa per andare verso Montecalvo e la frazione Piane dove abita l’anziana sia, diverse ore dopo, oltre la mezzanotte del 23 aprile, quando compie il percorso inverso. Queste le prove più evidenti a suo carico, oltre alle impronte che sono oggetto di analisi.
Il romeno avrebbe colpito la donna per una questione di soldi: 100 o 150 euro, che l’uomo rivoleva in quanto caparra versata per un precedente affitto, in «nero». Al no della donna, si sarebbe scatenata la furia omicida. Insomma un dramma che ripropone anche il problema dei tanti immigrati che vivono, in maniera più o meno regolare, in questo angolo a sud del Po, sulle colline della Valle Versa. «Ne abbiamo aiutati tanti, sono essenziali per la nostra agricoltura, molti sono perfettamente integrati. Però, dalla gente del posto, ci vuole più prudenza e un corretto rapporto con le istituzioni» dice il sindaco di Montecalvo, Roberto Delmonte.

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La signora era una collaborazionista dell’invasione. Ha raccolto quello che aveva seminato.

Non si esclude che il figlio venga ora indagato per “discriminazione” da qualche fanatico della magistratura. Possiamo concludere che il “razzismo” salva la vita.