Tag: bicchiere

Società multietnica: Albanesi ammazzano Romeno

Europa senza frontiere

Due-tre minuti, non di più. In quel breve lasso di tempo, sotto gli occhi elettronici di diverse telecamere, due uomini sono arrivati nel piazzale del distributore Q8 di via Correnti su un’utilitaria scura, hanno aggredito altri due uomini e sono fuggiti portando con loro una prostituta. 

A terra, ucciso da una coltellata al centro del petto, poco sotto la gola, è rimasto Stefan Catalin Burcuta. L’omicidio è avvenuto poco prima della mezzanotte di sabato sotto gli occhi del cognato di Burcuta, 41 anni, marito di sua sorella, che è rimasto ferito al collo dalla lama.

Nulla di grave per lui, è stato medicato all’ospedale Bolognini di Seriate e subito portato in questura per essere ascoltato. I due sono arrivati al Q8 poco prima di mezzanotte e avrebbero pagato la lucciola albanese per una prestazione. La ragazza, però, si sarebbe tirata indietro all’ultimo momento e si sarebbe rifiutata di restituire i soldi ai due romeni.

Stefan e il cognato, che avevano bevuto qualche bicchiere di troppo, a quel punto avrebbero aggredito la donna, gettandola a terra. Lei ha fatto una telefonata e dopo pochi minuti sono arrivati i due «amici» che hanno regolato i conti con il coltello.

Sul luogo dell’omicidio sono arrivati anche gli agenti della squadra Mobile della questura con la polizia Scientifica e il sostituto procuratore Lucia Trigilio. Il cognato è stato interrogato fino alle 5 del mattino. Non era molto lucido e ha raccontato ciò che si ricordava.

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/356422_luomo_ucciso_al_distributore_colpa_di_una_lite_con_una_prostituta/

Vodka nei bicchieri di plastica, Tunisino picchia brutalmente barista

Vodka nei bicchieri di plastica, picchia il barista
Andrea Rebora, titolare del bar Metropolis di piazzetta Gasparotto, è stato brutalmente aggredito per aver servito una vodka in un bicchiere di plastica. Una sera si è presentato nel suo bar un tunisino, una faccia già nota in piazza per traffici di droga. Ha ordinato una vodka e, di fronte al bicchiere di plastica, è andato su tutte le furie interpretando il gesto come un’offesa perché era straniero. Rebora serve nei bicchieri di plastica tutte le sere proprio per evitare, in una zona difficile come quella della stazione, che i cocci di vetro possano trasformarsi in “armi improprie”. Ma per il tunisino è diventata una questione personale. Gli spacciatori della zona, pronti a tirar fuori i coltelli per un non nulla e istigati alla rissa da un soffio, pretendono rispetto, con le cattive se necessario. «Mi ha accusato di essere razzista», ricorda il giovane barista, «ho intascato la mia manciata d’insulti, ma ero convinto la storia fosse finita lì». Si sbagliava. Pochi giorni dopo, un sabato notte, intorno alle 2, il tunisino si è ripresentato. Il pieno di alcool e chissà cos’altro l’aveva già fatto altrove, al Metropolis cercava solo l’occasione di attacar briga per vendicarsi dello sgarbo subito qualche sera prima. E quando la birra ordinata gli è arrivata, di nuovo nel bicchiere di plastica, incurante che tutte le bevande venissero servite allo stesso modo, ha reagito con violenza brutale: insultando le clienti con sproloqui osceni; sfondando la vetrina del bancone (un danno di mille euro), scaraventando il frigorifero contro il muro, spaccando bottiglie e bicchieri. Ma il vero bersaglio di tanta furia era il titolare del bar che si è sottratto ai primi pugni rifugiandosi dietro il bancone per poi essere raggiunto da colpi ripetuti. Risultato? Contusioni e tagli alle mani, alcune migliaia di euro di danni e «tanta paura», racconta, «pensavo davvero volesse ammazzarmi. Questa zona non è mai stata facile, ma non avevo mai avuto paura come quella sera: il tunisino ce l’aveva con me, voleva farmi pagare l’affronto che è convinto di aver subito e temo la questione non sia ancora risolta». Rebora non nasconde di essere ancora preoccupato e di tenere un martello a portata di mano quando esce dal locale, in piena notte. «Quando chiudo sono passate le 2, a volte è anche più tardi», aggiunge, «in giro non c’è davvero nessuno e se quel pazzo tornasse i guai sarebbero tutti miei. In questi giorni sto tenendo chiuso di pomeriggio perché non passa nessuno e non mi sento sicuro. La sera dell’aggressione c’erano i musicisti ed alcuni clienti che mi hanno aiutato a cacciare il tunisino dal bar: fuori di sé, forse ubriaco o peggio, ha spaccato un finestrino con la testa e poi si è accasciato a terra. Noi abbiamo chiamato la polizia». Sono arrivate 2 volanti e un’ambulanza. Agli agenti l’uomo ha dichiarato di chiamarsi «Alì Babà», nome “d’arte” usato dai pusher spiritosi, e di non avere documenti. Ha rifiutato l’ambulanza e si è allontanato con le sue gambe.

Rissa in centro a Perugia. In due finiscono in ospedale – tuttoggi.info


tuttoggi.info

Rissa in centro a Perugia. In due finiscono in ospedale
tuttoggi.info
Qualche bicchiere in più e le risate fragorose son diventate grida. Le pacche sulle spalle, spintoni e da una serata su di giri alcolici si è passati alle medicazioni del pronto soccorso. E' accaduto ieri, intorno alla mezzanotte in via del Macello a

Rissa tra immigrati ubriachi: 18enne accoltellato

Un bicchiere di troppo e scoppia la rissa, 18enne accoltellato
Il Giorno
Milano, 1 gennaio 2012 – Tragedia sfiorata ieri notte in piazza del Duomo. Una lite tra nordafricani proprio poco dopo la mezzanotte, è quasi costata la vita a un egiziano, accoltellato da un marocchino minorenne che poi è stato inseguito e bloccato da altro »