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Documenti falsi per gli immigrati: l’ex avvocato patteggia la pena
Il Giorno … dell’immigrazione clandestina e produzione di documenti falsi all’ex avvocato bergamasco Dusan Raggianti, 40 anni, di Pianico, radiato dall’albo anni fa a seguito di un’analoga vicenda (nel luglio del 2006 era stato arrestato per aver prodotto … |
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Documenti falsi per gli immigrati: l’ex avvocato patteggia la pena – Il Giorno
Fuggono dopo avere messo sotto donna: “Pensavamo fosse un cane”
Si è presentata di propria volontà alla sede del VII gruppo Appio, in via Macedonia, e ha ammesso tutto davanti ai vigili urbani del gruppo sociale sicurezza urbana, guidato da Maurizio Maggi. Accompagnata dal proprio avvocato, la 25enne romena che sabato sera ha causato il maxiincidente sulla Palmiro Togliatti ha deciso di costituirsi. Nel suo racconto, la ragazza entra nei dettagli. “Ho conosciuto Andrea (il figlio del proprietario dell’Audi TT nera) due settimane fa e lui – assicura la giovane romena ai vigili – mi aveva già fatto guidare la sua auto”. Il 20enne di Sacrofano, innamorato della nuova fiamma, sabato pomeriggio si è lasciato convincere e ha affidato le chiavi della spider di papà alla coetanea residente a Tivoli. “Gli ho lasciato il cane, perché io dovevo prendere due persone a Roma – continua la ricostruzione della 25 enne – una è una mia amica, l’altro un ragazzo conosciuto su Facebook”. Sono le 18.15 e i tre sono sulla Prenestina. Svoltano a destra in via Palmiro Togliatti. “Mi è sembrato di aver investito un animale – afferma la ragazza – le ruote sono andate da sole e sono scoppiati gli airbag. Quando sono scesa ho subito chiesto alla conducente della Smart se fosse tutto ok. Poi abbiamo visto passare una macchina dei carabinieri e siamo scappati”.
A quel punto il cellulare di Andrea comincia a suonare. La ragazza gli spiega quanto accaduto solo pochi minuti prima e il 20enne di Sacrofano decide di coprirla: chiama il 112 e denuncia il furto dell’Audi. Un’invenzione per salvare la ragazza. Se ora il figlio del proprietario dell’Audi rischia la denuncia per simulazione di reato e favoreggiamento, i tre che hanno materialmente causato l’incidente saranno accusati di omissione di soccorso (per la romena al volante scatterà anche l’accusa di fuga e, forse, l’arresto). Finalmente una buona notizia per Giuseppina Argante, la donna ricoverata in codice rosso dopo l’incidente di sabato sera sulla Togliatti. La 46enne è tornata a casa, ma prima che svanisca del tutto il dolore e i lividi si riassorbano dovrà attendere almeno altre due settimane. Ieri, dal suo letto del pronto soccorso del Pertini, su Facebook, si era scagliata contro i pirati che l’hanno quasi uccisa: “Fuggire non serve a nulla – aveva scritto nel pomeriggio sul social network – perché la verità verrà comunque a galla… siete solo dei vigliacchi”.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/12/10/news/via_togliatti_confessa_il_pirata_convinta_di_aver_urtato_un_cane-73177581/
Forse l’arresto. Cosa deve fare un ‘povero migrante’ per farsi arrestare…mah. Quanto al 20enne…
La calata dei romeni è la calamità più grande per questo paese dal tempo degli ostrogoti.
Ennesimo “femminicidio” (stavolta sfiorato) in coppia multietnica
Taggia- Un cittadino straniero 45enne di origine bosniaca è stato arrestato questa mattina dai Carabinieri della Stazione di Arma di Taggia dopo aver aggredito la consorte e minacciato di morte i due figli rispettivamente di 3 e 9 anni.
I militari sono intervenuti presso l’abitazione su richiesta della donna la quale, dopo l’ennesima furiosa lite con il marito, temeva fortemente per l’incolumità dei figli minori. La storia d’amore tra i due coniugi era nata circa 12 anni fa, lei avvocato di Sanremo, lui un cliente incontrato durante un colloquio nella casa circondariale.
Solo di recente sembra che i rapporti tra i due si fossero deteriorati, pare, in seguito alla richiesta di separazione avanzata dalla donna. L’uomo si trova ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e dovrà rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia.
Svuotacarceri: sperona auto agenti su macchina rubata, libero!
Con una decisione destinata a far discutere, il tribunale di Como ha disposto ieri la liberazione di Constantin Scuipici, 18 anni appena, il giovanotto di nazionalità rumena arrestato dalla polizia l’altra mattina a San Fermo, dopo che assieme a un amico aveva forzato la dogana e speronato una volante, sedendo a bordo di una Mercedes rubata.
La scelta di liberarlo, assunta dal giudice Cristian Mariani, è maturata al termine del processo svolto con direttissimo per resistenza, danneggiamento e lesioni.
Scuipici, ha innanzitutto scaricato eventuali responsabilità sul conducente, ancora latitante: «Guidava lui, io dormivo e non mi sono accorto di niente». Poi, tramite il suo avvocato, ha chiesto e ottenuto un cosiddetto “termine a difesa”, cioè un rinvio, che gli è stato accordato.
Nel frattempo, il tribunale, lo ha rimesso in libertà, verosimilmente assottigliando le speranze che il nostro si ripresenti in aula alla prossima udienza (10 luglio).
Il pm d’udienza Luciano Ferrara non ha chiesto, come avrebbe potuto, la custodia cautelare in carcere. Codice alla mano, sulla scelta del giudice deve avere in qualche modo influito il fatto che, contrariamente a quanto emerso in un primo momento, il ragazzo ha un solo “simil” precedente, una denuncia per tentato furto, e nient’altro. Benché parli pochissimo italiano – tanto da aver bisogno di un interprete – risulta regolarmente residente nel Comune milanese di Marcallo con Casone, dove peraltro abita anche il suo collega, quello corso via a piedi dopo il tentativo di forzare il posto di blocco.
Se i documenti abbandonati tra le mani del poliziotto di frontiera che se li è visti fuggire sotto il naso da Brogeda sono documenti genuini, allora dovrebbe chiamarsi Catalin Ionut Nicola, dovrebbe avere 23 anni, ed essere lui pure residente a Marcallo (stesso indirizzo dell’altro), con precedenti penali per evasione e reati contro il patrimonio.
Sulla liberazione di Scuipici, ha preso posizione, nel pomeriggio di ieri, anche il Sindacato autonomo di polizia.
Così il suo portavoce, Sergio Iaccino: «È una scelta che non possiamo condividere, anche se ovviamente rispettiamo tutte le decisioni dell’autorità giudiziaria. Viene soltanto da domandarsi, a maggior ragione da parte di chi cerca ogni giorno di garantire sulle strade la sicurezza dei cittadini, cosa si debba fare per finire in carcere».
E sarà sempre peggio con lo ‘svuotacarceri’.
Sfigurata con l’acido: caccia a tre Albanesi
L’indagine sull’aggressione a Lucia Annibali, trentacinquenne avvocato pesarese, alla quale uno sconosciuto le ha deturpato il volto, gettandole addosso acido solforico, va avanti senza sosta. La procura è convinta delle proprie ragioni: Luca Varani, collega e coetaneo della vittima, sarebbe il mandante. Oggi, intanto, il gip ha stabilito che l’indagato resterà in carcere. Sul fronte delle indagini, gli inquirenti sono a caccia dell’autore materiale dell’aggressione e dei suoi eventuali complici. Si continua a passare al setaccio ogni ipotesi, ma sembra sempre più prendere corpo la pista di tre albanesi.
LE MOTIVAZIONI DEL FERMO
Sostanzialmente tre le motivazioni alla base della decisione del gip, che ha convalidato il fermo per lesioni volontarie gravissime ai danni di Lucia Annibali e firmato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Secondo quanto si apprende, sarebbero: le testimonianze dei vicini di casa della vittima, il pericolo di inquinamento delle prove e la possibilità che l’avvocato pesarese possa fuggire all’estero. Nelle circa venti pagine dell’ordinanza, il gip Lorena Mussoni ripercorre le risultanze dell’istruttoria e, a sostegno della negazione della libertà, fa anche un riferimento diretto alla ferita sul dorso della mano destra di Varani, oggetto ieri di incidente probatorio. Tutti «elementi di prova convergenti», come l’informativa del marzo scorso, raccolta dalla polizia, che riferiva di un professionista in procinto di preparare un agguato a una donna.
LA PISTA DEGLI INQUIRENTI
La pista al momento più accreditata parte da un cittadino albanese che, nelle scorse settimane, ad un controllo di polizia, ferì involontariamente un agente con dell’acido. Da qualche giorno, le condizioni del poliziotto sono peggiorate, tanto che l’albanese è stato inserito in una lista di ricercati. Al momento è irreperibile, così come altri due suoi connazionali, anche loro con ogni probabilità clandestini che, secondo gli investigatori, potrebbero avere un ruolo più diretto nell’aggressione della donna. Una terza persona, che al momento avrebbe invece solo un ruolo marginale nella vicenda è stata intanto ascoltata. Sarebbe un pescatore che però, all’ora dell’aggressione, avrebbe riferito di essere in mare aperto.
LA FERITA SULLA MANO
La prossima settimana, gli inquirenti avranno qualche informazione “tecnica” in più. I periti del pubblico ministero, che ieri hanno lavorato sulla ferita presente sul dorso della mano destra di Varani, potrebbero fornire le prime indicazioni per capire se si tratta di una ferita conseguente alla corrosione da acido o, come sostiene Varani, di una semplice scottatura dovuta a una caffettiera bollente. I carabinieri attendono poi dai medici del centro grandi ustionati dell’ospedale di Parma il permesso per poter parlare con Lucia Annibali.
http://www.lastampa.it/2013/04/20/italia/cronache/avvocatessa-aggredita-con-l-acido-tre-albanesi-nel-mirino-degli-inquirenti-KBg5jjUGBf4uxbcQ2Q6KeM/pagina.html
Sono risorse gli immigrati. Risorse per la delinquenza, manodopera low-cost per lavori sporchi.
Tunisia, avvocato arrestato per sodomia: erano anni che non … – La Repubblica
La Repubblica |
Tunisia, avvocato arrestato per sodomia: erano anni che non …
La Repubblica Mounir Baatour sarebbe stato colto in flagranza di "reato" con un ragazzo di 17-18 anni, quindi di età inferiore a quella necessaria per i rapporti sessuali con adulti, all'hotel Sheraton. Il caso riapre la polemica sulla legge che vieta questo tipo di … Tunisia: arrestato avvocato per sodomia Tornano gli arresti per omosessualità in Tunisia Tunisia: dopo tanti anni, arrestato un uomo per "sodomia" |
Zingari irrompono in casa: sparatoria, avvocato ne colpisce uno 5 volte
Le urla della moglie lo hanno fatto accorrere al pianterreno con la pistola in mano.
Al piano di sotto un nomade aveva appena forzato la porta finestra. A quel punto Mario G., un avvocato 61enne, ha sparato colpendo il malvivente per cinque volte. È successo sabato sera in una villetta monofamiliare di Parabiago (in provincia di Milano).
Ieri sera, intorno alle 22, il bandito si è introdotto con alcuni complici nell’abitazione dell’avvocato, ma le urla della moglie hanno svegliato il proprietario che ha impugnato la sua arma, una semiautomatica calibro 7.65, regolarmente detenuta, e ha sparato. Il complice del rapinatore ferito, scappando, avrebbero esploso a loro volta alcuni colpi di pistola, senza ferire nessuno, ma al momento l’esatta dinamica è ancora al vaglio dei carabinieri di Monza, che conducono le indagini. Il nomade ferito si trova ricoverato in coma farmacologico all’ospedale San Carlo di Milano. L’avvocato che ha sparato, interrogato dai carabinieri in caserma, è un legale molto noto nella zona, e si trova in attesa delle valutazioni dell’autorità giudiziaria.
http://www.ilgiornale.it/news/milano/nomade-tenta-furto-villetta-avvocato-spara-contro-5-colpi-881857.html
Ti difendi in casa tua da quelli che il cosiddetto Stato non solo non manda via, ma mantiene con le tasse che tu paghi, e devi anche essere interrogato. Vergognoso.