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Sedicenti profughi assaltano prefettura di Nuoro

"Poveri" profughi di una guerra inesistente

NUORO Un nigeriano di 27 anni arrestato per resistenza e violenza contro pubblico ufficiale. Un altro denunciato a piede libero per aver fornito false generalità (in realtà era ghanese). Un poliziotto in ospedale con otto giorni di cure per una lesione alla spalla. Questo il bollettino di una mattinata ad alta tensione nella prefettura di Nuoro. La prima che si è dovuta confrontare con la “grana” falsi profughi. Oltre 400 ospitati in una trentina di centri dell’isola, 37 nel Nuorese.
E affidati alla Protezione civile della Sardegna nell’ambito del servizio di accoglienza temporanea scattato per chi ha chiesto asilo in Italia tra gennaio e aprile 2011. Accoglienza temporanea che si doveva concludere il 31 dicembre 2012. Che è stata vergognosamente prorogata dal governo Monti fino a febbraio.
Risultato: ieri mattina un gruppo di Nigeriani in arrivo da Aritzo (dove un hotel di lusso ospita a spese nostre 17 nordafricani, 11 sono in un agriturismo ad Austis, altri 9 tra Tonara, Girasole e Macomer) si è fatta ricevere dal capo di gabinetto chiedendo che gli venisse corrisposta la “paga”. Uno di loro, descritto come un vero energumeno, ha dato in escandescenze. Il capo di gabinetto ha chiamato la polizia che è intervenuta in forze. E solo l’intervento contemporaneo di quattro agenti è riuscito a bloccare l’aspirante profugo. Che ha mandato un poliziotto in ospedale ed è stato arrestato per resistenza. Con un altro di loro denunciato a piede libero per aver fornito false generalità. Una esplosione di violenza che dà conto della vergognosa permanenza in Italia di non-profughi ad un anno dalla cessazione delle violenze in Libia. E che sta velocemente degenerando complice il vergognoso comportamento di governo e associazioni xenofile.

Il gruppo in arrivo da Aritzo sapeva infatti che a un loro connazionale nel Cagliaritano era stata liquidata dalla struttura ospitante la sua “spettanza” fino a febbraio. Per ogni clandestino infatti ci sono a disposizione 40 euro al giorno per l’assistenza e 2,5 di pocket money per l’acquisto di sigarette, ricariche telefoniche o spese postali erogati dal ministero dell’Economia. Con i nostri soldi.
Oltre 1.200 euro al mese per ciascun ospite. Soldi che la protezione civile (e ora le prefetture) girano direttamente ai vari professionisti dell’accoglienza (Caritas, organizzazioni umanitarie, privati sparsi nel territorio). I nigeriani di Aritzo hanno quasi tutti solo un permesso per motivi umanitari di 12 mesi, e solo uno su tre dei 18mila presunti profughi che al 31 dicembre erano a carico della Protezione civile nazionale – quindi a carico nostro – potrà ottenere lo status di rifugiato. «Loro erano convinti – spiega Ramunni – di avere diritto ai soldi “una tantum” e di poter poi lasciare l’isola. Una convinzione sbagliata che, con estrema calma, abbiamo cercato di confutare. Ma alla fine la situazione è degenerata». La prefettura infatti, contattata da uno dei parassiti dell’immigrazione, un mediatore culturale che gestisce uno dei posti che ospitano i clandestini ad Aritzo, aveva dato la disponibilità ad accogliere due rappresentanti del gruppo. Negli uffici di via Deffenu però si sono presentati in una decina. «Finché è stato possibile abbiamo ascoltato e spiegato – sottolinea Ramunni – è anche nostro interesse conoscere le condizioni in cui queste persone vengono ospitate. E cercare di venire incontro per risolvere i problemi e le loro legittime aspirazioni. Oltretutto è già un mezzo miracolo che il ministero abbia trovato i fondi per mandare avanti il programma tempraneo di accoglienza fino a febbraio. Però uno di loro, oltretutto davvero corpulento, a un certo punto ha smesso di ascoltare. Ha iniziato a dire che era stanco di stare lì. E che voleva solo i suoi soldi e andarsene. Richiesta inaccettabile. Chi vuole può andare via, magari per ricongiungersi a parenti o cercare lavoro altrove. E sinceramente basta poco per risparmiare o guadagnare i soldi per un biglietto di nave. Ma chi va via perde il diritto all’assistenza. E non ha nessun diritto ad avere soldi. In realtà il gruppo era aizzato dal soggetto in questione. Gli altri ragazzi dopo l’intervento degli agenti infatti sono tornati a più miti consigli. E hanno fatto ritorno alla struttura che li ospita».
Ramunni, i soldi “miracolosamente trovati”, sono quelli rubati dallo Stato a pensionati e lavoratori italiani.
Ma tranquilli, Bersani renderà la loro permanenza “eterna”.