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Roma: arrestati dieci usurai filippini

Roma 07 mag 2013 – Prestavano soldi ai connazionali in difficoltà, con tassi di interesse stellari. In qualche caso l’80%. Un giro di “usura filippina” – questo il nome dell’indagine – che ha portato all’arresto di 10 persone (2 in carcere e 8 ai domiciliari)per i reati di usura appunto, estorsione ed esercizio abusivo di attività finanziaria. Tutto è partito nel giugno 2012, dalla querela presentata da una cittadina delle Filippine che denunciava i fatti. Le attività investigative, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Casilina,  hanno consentito di individuare un gruppo di 10 soggetti filippini (6 donne e 4 uomini) di età compresa tra i 38 ed i 69 anni, residenti in maniera stabile in vari quartieri della“Roma Bene”, che con cadenza settimanale prestavano somme di denaro a tassi folli. Vittime connazionali in difficoltà economiche, conosciuti dagli stessi in quanto provenienti dalle medesime località nel Paese di origine.

Nel corso delle indagini le vittime, inizialmente reticenti, hanno poi collaborato fornendo un fondamentale contributo agli uomini dell’Arma. Oltre 100 le persone rimaste schiave del giogo usurario che, alla fine, si sono convinte a denunciare i loro aguzzini.  Nel contesto è emerso peraltro come il fenomeno, nelle Filippine, sia piuttosto diffuso e tragga origine da un metodo creditizio privato invalso degli anni ’80: piccoli imprenditori (venditori ambulanti) che rischiavano il fallimento, non potendosi rivolgere alle banche, in un periodo in cui lo Stato si trovava in difficoltà economiche, si rivolgevano settimanalmente a commercianti con maggiori disponibilità finanziarie, ai quali restituivano somme a interessi decisamente elevati, tanto da mantenere solo lo stretto necessario per sopravvivere.

E’ risultato palese tra l’altro come i prestiti venissero erogati solo a  conoscenti, in maniera tale da poter fare pressione sulla propria famiglia nel Paese di origine, qualora un debitore non estinguesse il debito. Erano soliti altresì accaparrarsi la clientela, verificarne la credibilità e generare fondi per i loro affari con la formula del credito cd. “associativo”, dove più persone versano la stessa quantità di danaro in un fondo comune, settimanalmente o mensilmente, per poi utilizzarlo a turno, previo pagamento di un interesse. Nei confronti dei soggetti indagati, già nel mese di settembre 2012, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Casilina avevano eseguito delle perquisizioni delegate dall’A.G. di Roma durante le quali veniva sottoposto a sequestro materiale e documentazione d’interesse. Due degli arrestati, entrambi di sesso femminile, sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Rebibbia Femminile, gli altri sono stati sottoposti al regime degli arresti domiciliari.

http://www.romatoday.it/cronaca/arresto-domestici-filippini-usura.html

 

Responsabile di sanguinosa rapina liberata da magistrato, dopo due ore torna a rubare. Di nuovo libera!

Esce dal carcere alle 13 e alle 15 la beccano dopo un furto nel negozio Pittarello al Giulia.
Protagonista dell’episodio è stata Annamaria Tompi, 28 anni, rumena. Era stata “fermata” dai poliziotti della Squadra mobile mercoledì scorso nell’ambito delle indagini relative alla sanguinosa rapina messa a segno due giorni prima alla tabaccheria di viale D’Annunzio.
Gli agenti l’avevano raggiunta a casa in via Mulino a Vento e l’avevano perquisita trovandola appunto in possesso dello storditore che era poche ore prima stato utilizzato da due minorenni per mandare ko Maria Parenzan, 75 anni, la titolare della tabaccheria presa d’assalto. Le avevano fatto prendere la scossa e poi, siccome reagiva e cercava di ribellarsi, l’avevano picchiata sulla testa con lo storditore. In breve gli investigatori erano risaliti ai mandanti, Grigore Dorin Sima, 32 anni, e appunto Annamaria Tompi. Che – essendo stata trascorsa quella che tecnicamente viene indicata come flagranza – tre giorni dopo erano stati sottoposti al fermo di pg e accompagnati in carcere.
Ma a carico della giovane donna (non risulta avere precedenti in Italia) il gip Laura Barresi non ha ravvisato gravi indizi di colpevolezza in quanto dagli elementi acquisiti dagli investigatori coordinati dal pm Maddalena Chergia, era risultata di fatto solo la depositaria dello storditore utilizzato per mettere a segno la rapina e per questo ha respinto la richiesta di misura cautelare. Inoltre, come detto, la giovane rumena non risultava avere appunto precedenti penali in Italia.

Risorsa

Dopo l’interrogatorio alla presenza del difensore Federico Stricca, il giudice Barresi così ha disposto la liberazione. Dopo qualche formalità all’ufficio matricola, alle 13 di venerdì si sono aperte le porte del Coroneo e Annamaria Tompi è uscita libera.
Ma – come poi hanno accertato i poliziotti della Squadra volante – non è andata direttamente a casa come qualcuno poteva ragionevolmente supporre. Piuttosto, in compagnia della cognata che l’aspettava in strada, ha puntato al Giulia. Giunte nel centro commerciale le due donne si sono dirette nel negozio di scarpe Pittarello. Dove, come sempre più spesso accade in questi ultimi tempi, hanno rubato due paia di scarpe dal valore complessivo di circa cento euro. Sono state “pizzicate” all’uscita subito dopo le casse da un addetto alla sicurezza. Il quale ha chiamato subito la polizia e dopo poco è giunta una pattuglia della Squadra volante. Gli agenti hanno controllato i documenti delle due donne bloccate con le scarpe rubate. E con grande stupore hanno scoperto che una era Annamaria Tompi, quella finita in carcere due giorni prima per il coinvolgimento nella rapina di viale D’Annunzio. È stata subito accompagnata in questura e dopo poco è stata liberata. A suo carico una denuncia per il furto.

http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/04/14/news/esce-dal-carcere-e-va-a-rubare-scarpe-1.6875924

E poi qualcuno vuole depenalizzare alcuni reati per “sfoltire” le carceri. Ancora?

TRENTO : ARRESTATO ALBANESE, ATTIVO NELLO SPACCIO … – AgenParl – Agenzia Parlamentare

TRENTO : ARRESTATO ALBANESE, ATTIVO NELLO SPACCIO
AgenParl – Agenzia Parlamentare
Alla luce di tali dichiarazioni, i militari hanno quindi deciso di fare irruzione nell'appartamento, dove hanno trovato appunto un albanese, tale PORJA Klaudius, in compagnia della propria convivente. L'immediata perquisizione ha così permesso di

Perugia, conferenza choc in Questura: “Molti immigrati spacciano ma ora preferiscono le rapine”

La parole del Capo della Squadra Mobile di Perugia: “Molti maghrebini  sono arrivati a Perugia per spacciare droga ma la crisi economica ha ridotto pure i consumi degli stupefacenti. Perciò alcuni di loro si dedicano ad altri reati come, appunto, gli scippi”. 

Gli scippi, i furti, le spaccate e persino le piccole rapine potrebbero essere una sorta di evoluzione del crimine legato ai clan stranieri a causa della crisi economica. In particolare sarebbero i piccoli spacciatori – meno soldi in circolo meno acquisto di stupefacente – quelli più propensi a cambiare pelle (criminale) per continuare ad assicurarsi un reddito “esentasse”. Una ipotesi che è stata ribadita dallo stesso Capo della Squadra Mobile Marco Chiacchiera nel corso di una conferenza stampa sulla cattura di un rapinatore tunisino. “Molti maghrebini – ha spiegato Chiacchiera – sono arrivati a Perugia per spacciare droga ma la crisi economica ha ridotto pure i consumi degli stupefacenti. Perciò alcuni di loro si dedicano ad altri reati come, appunto, gli scippi”. Gli immigrati andrebbero alla ricerca di oro e argento da rivendere direttamente presso alcuni negozi compro-oro – ha spiegato Chiacchiera – i quali consentono di monetizzare in breve la refurtiva.

A conferma delle parole del Capo della Squadra Mobile si è verificato questo nuovo episodio di violenza che ha visto come vittima un’anziana signora italiana aggredita da un immigrato. I poliziotti sono infatti sulle tracce di uno straniero dopo aver raccolto la denuncia di un’anziana residente in via Martiri dei Lagher (nel quartiere di Madonna Alta) che è stata scippata della catenina d’oro mentre stava per entrare nella propria abitazione. La donna ha descritto lo straniero (poco più che ventenne) agli agenti che sono stati allertati dopo che il ladro ha strappato dal collo la catenina. Si tratterebbe di un nord-africano di circa 20 anni.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/crisi-pusher-si-danno-a-scippi-rapine.html

http://www.perugiatoday.it/cronaca/via-martiri-lager-scippa-anziana-ricercato-straniero.html
 

Allarme rapine a Verona: immigrato rapina e massacra tre anziane in pochi giorni

 

http://www.larena.it/stories/dalla_home/459275_scippo_anziana_rimane_feritae_nei_quartieri_cresce_la_paura/

Verona. E fanno tre. Scippata un’altra donna. Questa volta è accaduto in via Giacomo Camozzini, a Borgo Trento. Alle 19.30, per cui in un orario non «a rischio». Mercoledì sera la signora che ha quasi 85 anni stava rientrando nella sua abitazione quando un immigrato le ha strappato la borsetta dalla spalla. L’anziana è stata trascinata a terra per alcuni metri, e ha mollato la borsetta. La vittima ha dato l’allarme fermando un passante, anche perchè data l’ora di cittadini in giro ce n’erano. Sul posto è arrivato il 118 che ha accompagnato l’anziana in pronto soccorso. Per fortuna nessuna grave conseguenza, fatto salvo un trauma alla spalla e un picco di ipertensione facilmente comprensibile. Dentro alla borsetta c’erano il bancomat, le chiavi di casa e 20 euro. Questo è il terzo scippo che accade in pochi giorni nella nostra città. Il modo di operare del delinquente che scippa le donne è sempre lo stesso. Agisce a piedi, affianca le vittime e strappa loro le borsette, quindi scappa, sempre a piedi, anche se è probabile che in zona abbia un motorino. Le descrizioni su di lui sono generiche: giovane, carnagione olivastra. È probabile che si tratti sempre della stessa persona che mette a segno un colpo dopo l’altro spostandosi da un quartiere all’altro. Scippi sono stati denunciati in via Provolo, quindi in via Zambelli e via Camozzini, appunto.  In via Zambelli la signora ha riportato la lussazione della spalla e una prognosi di un mese perchè ha cercato di trattenere la borsetta ed è stata trascinata a terra. La squadra Mobile sta seguendo le indagini, visionando i filmati delle telecamere delle zone alla ricerca di qualche particolare utile che possa portare all’individuazione del responsabile, anche perchè la sequenza degli episodi rischia di creare allarme tra le donne. Un suggerimento per cercare di tutelarsi è quello di portare le borse non a mano o a tracolla, ma di traverso, per limitare la possibilità di scippo. Non mettere la chiavi di casa in borsa, ma tenerle in tasca, così almeno dopo lo scippo non si dovrà cambiare la serratura. E mai lasciare il codice segreto del bancomat assieme alla tessera. Se si va in bici non tenere la borsa a spalla e neanche metterla «libera» in una cestino davanti. Nons ervirebbe a nulla, meglio utilizzare cestini chiusi. I delinquenti puntano sull’effetto sorpresa e a essere veloci, quindi elimineranno le vittime più sprovvedute.