Scontri etnici a Torpignattara: gli Islamici marciano sul quartiere

01-08-2012

Domenica 29 Luglio circa trecento musulmani, per la stragrande maggioranza di origine bangladese, sono scesi in strada per dar vita ad una marcia con la quale protestare contro quella che loro definiscono una ‘aggressione razzista’ e dimostrare che il quartiere occupato di Torpignattara, e’ cosa loro.

Il 25 Luglio 2012 alle ore 20.30 circa, in Via Gabrio Serbelloni 2/3, dove ha luogo una delle due moschee bangladesi della zona, un diverbio per questioni economiche tra due italiani e due bangladesi, ha dato origine ad una violenta aggressione contro gli Italiani che, dopo circa 30 minuti, sono tornati in forze e si sono finalmente ribellati contro i fedeli musulmani bangladesi che erano andati presso la moschea adiacente il precedente luogo di scontro, per compiere il rito dell’iftar (la rottura del digiuno nel mese sacro del Ramadan).

Tipici esponenti della comunità islamica di Torpignattara

I giovani bangladesi hanno avuto la peggio: uno ha subito una grave percossa al capo ma è fuggito perché clandestino (e si permettono anche di protestare), mentre l’altro – Atiqul Islam – un trentacinquenne abitante del quartiere, ha riportato diverse contusioni come testimonia il referto medico con una prognosi di cinque giorni.

Il trambusto ha spaventato i residenti che hanno subito chiamato la polizia, arrivata immediatamente con una decina di pattuglie. La rissa è difficile da placare e, come testimoniano i verbali di polizia, sarà il giovane bangladese contuso ad essere denunciato per aggressione. Trascorrono più di due ore e alle 23.30 la protesta degli Italiani contro le angherie islamiche conta una quindicina di persone che lanciano slogan contro la comunità islamica chiusa nella Mosche abusiva.

Islamici "moderati" occupano la strada e bloccano il traffico

Al termine della nottata, quando le pattuglie della polizia sono andate via, la protesta si è spostata sui tetti vicini, dai quali gli abitanti hanno lanciato oggetti contro il tetto in plastica della moschea, provocando lievi danni.

Al corteo hanno preso parte i musulmani che si ritrovano quotidianamente alla moschea ‘assaltata’, compresi i bambini usati sempre come specchietti per le allodole, che aprivano il corteo, e altri musulmani giunti dalle moschee vicine, non solo bangladesi. In prima linea il solito striscione patetico che rivendicava una Roma di tutti e non dei fascisti e dei razzisti. Roma e’ dei Romani, non vostra e delle vostre moschee.
Durante la marcetta, la comunità musulmana ha preteso garanzie di poter svolgere liberamente i propri riti, Come l’infibulazione e i matrimoni combinati. Ma non basta, pretendusufruirei che di usufruire di una trentina di metri di strada chiusa il venerdì davanti alla moschea, per ospitare il gran numero di attivisti per la preghiera che non riescono ad entrare nella sala (la cui capienza è di circa duecento fedeli contro il doppio che se ne presenta il venerdì).

Fonte: testimonianza dal quartiere occupato di Torpignattara

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