Roma: nel campo nomadi, il lager degli animali

04-08-2013

Ancora un caso di violenza sugli animali da parte degli zingari: dopo i 9 cani bruciati vivi dai ‘fratelli’ rom e il cagnolino maltrattato in un campo nomadi, è la volta di un vero e proprio lager all’interno di uno dei campi nomadi della Capitale.

Cinghiali in gabbia, falchetti in trappola, capretti scuoiati. Il piccolo lager degli animali era in fondo al campo nomadi di Castel Romano, in mezzo alla vegetazione, a ridosso della tenuta presidenziale. L’ha messo in luce l’ennesimo blitz nel campo sulla Pontina degli uomini dell’Unità operativa Sicurezza Pubblica Emergenziale della polizia locale Roma Capitale, diretta dal vice comandante Antonio Di Maggio, assieme agli agenti del XII Gruppo.

Si tratta della stessa area dove alcuni nomadi hanno giocato a pallone con un cane per poi abbandonarlo in fin di vita in un cassonetto. Il cucciolo a fatica è stato salvato dalle associazioni ambientaliste. Ed è lo stesso campo nomadi dove a inizio luglio sono stati incendiati 26 container; dove qualche giorno fa sono state allontanate sei potenti famiglie, in cui vivevano le baby borseggiatrici accompagnate in pulmino fino alle stazioni della metro per andare a racimolare portafogli in centro.

Per tutti questi motivi la polizia municipale ha istituito un presidio fisso, in un campo che, tra ufficiali e abusivi accampatisi ai margini, ospita circa 1500 persone.

Da notare: ‘creano un presidio’, mica li sgombrano, gli abusivi.

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