Picchia e violenta 17enne: 4 mesi e pena sospesa

10-05-2012

Storie ormai comuni, nel turbinio della società multietnica.

Una storia nata a un corso di lingua precipita in un incubo senza fine, per una giovane ucraina. Lei non ha ancora compiuto diciotto anni. Si trova a Grosseto con la famiglia e frequenta un corso per imparare l’italiano, dove conosce lui, un ventenne rumeno. Si vedono, escono insieme, passano insieme qualche serata. Ai genitori della ragazza lui non piace, ma lei li rassicura ogni volta: è solo un’amicizia. Invece, non è così. I due si conoscono nel dicembre del 2007. Nei mesi successivi i rapporti con i genitori per lei si fanno tesi, a causa di quella sua relazione. Finché a febbraio lei scompare. I genitori si rivolgono persino alla questura, ma dovranno passare tre settimane prima di avere notizie della figlia. E’ lei a chiamarli: si trova in Romania, a casa del suo ragazzo. Non dice molto di più, ma dalla sua voce è chiaro che è successo qualcosa. Continuano a sentirla, di rado. Finché ad agosto lei torna in Italia. Ha bisogno di cure: è incinta. I suoi genitori la accolgono in casa.

C’è anche lui, che la obbliga a parlare in italiano anche in famiglia così può capire cosa si dicono. Un giorno, però, la madre torna a casa e la trova in bagno, disperata, che vuole tagliarsi le vene dei polsi con una lametta. Ed è allora che la verità di quel tempo trascorso in Romania viene fuori. Madre e figlia si siedono in camera, chiudono la porta e parlano. In Romania erano soli, i genitori di lui non c’erano. In quella casa lui l’ha picchiata, minacciata e violentata. Più volte. Lei ha nascosto tutto per paura. Lui diventa una furia, ma i genitori della ragazza lo buttano fuori casa e lo allontanano. Ma non si dà per vinto. Continua ad avvicinarla e la minaccia con un coltello: «Se non stai con me non stai con nessun altro». Altrimenti, dice, la uccide. La storia si conclude di fronte al giudice Sergio Compagnucci. Il ragazzo viene condannato a quattro mesi di reclusione per molestie e tentata violenza privata, per quanto avvenuto entro la giurisdizione del tribunale grossetano. Pena sospesa e settemila euro di risarcimento per la parte civile.

http://www.lanazione.it/grosseto/cronaca/2012/05/10/710457-picchia_violenta.shtml

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