Perugia: ecco come diventano ricchi gli immigrati, arrestati 15 nigeriani

24-05-2012

Bottiglie di champagne da 800 euro, e poi vestiti da Gucci, iPhone di ultimissima generazione, gioielli. Potevano arrivare a spendere anche 40-50 mila euro in tre giorni i componenti della banda di nigeriani che avevano messo in piedi un ingegnoso giro di truffe basate sull’uso di carte di credito clonate in tutto il mondo.

14 in manette In manette sono finiti in 14 e uno è ricercato in esecuzione di 15 ordinanze di custodia cautelare (11 in carcere e 4 ai domiciliari) spiccate dal gip di Perugia Carla Giangamboni su richiesta dei pm Gemma Miliani e  di Perugia dopo la lunga indagine «Cards & Bros» del compartimento di polizia postale di Perugia. I dettagli sono stati forniti in una conferenza stampa dalla dirigente Anna Lisa Lillini.

Gli arrestati A Brescia sono stati arrestati John Clinton Ebony e Kenneth Ajbayo Olajide, a Gualdo Tadino Adiketu Zekeri e il compagno Obiy Anthony Osuala, a Montevarchi (Arezzo) Christian Imonina Ajghevi, Joy Ogbeifun e Kolawole David Odunaiya detto Kola di 32 anni (considerato il coordinatore dei gruppi criminali), a Novara Paul Usman, Ande Matthews Ibuie, Glory Ishiewene, Davis Agboje, Patience Ogun e Osamudiamen Davis Irabor detto Osas, a Reggio Emilia Jude Osamudiamen Agbonlahor. E’ ancora ricercato un uomo che si trova in Olanda per cui verrà spiccato un mandato di cattura internazionale. Altre 5 persone sono state denunciate. L’accusa principale è di associazione per delinquere finalizzata all’utilizzo fraudolento di carte di credito.

Giro di truffe milionario Il gruppo operava con lo stesso metodo – è stato accertato – da circa quattro anni. Ma il meccanismo che avevano predisposto, insieme alla compattezza in seno alla comunità nigeriana e alla difficile traduzione del gergo usato tra i componenti hanno reso molto difficile trovare il bandolo di una matassa intricata come i flussi di informazioni che viaggiano ogni giorno sul web. Alla polizia postale sono giunte centinaia di segnalazioni da tutta Italia e anche da paesi stranieri come Usa e Canada di aziende e possessori di carte truffati per un giro (ma si stima che il grosso non sia ancora venuto a galla) per un giro di milioni di euro.

L’appiglio di Gualdo Le indagini sono partite dalla segnalazione di una nota società di vendite online, che ha individuato una serie di anomalie nei pagamenti per vendite di oggetti che venivano recapitati a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia. Da questo appiglio e dalla scoperta di tre nigeriani (una coppia residente a Gualdo e un altro che faceva la spola tra l’Umbria e Novara) la polposta risale a tutto il giro milionario.

Come nasce la truffa Secondo quanto appurato (ma le indagini sono ancora in pieno svolgimento) la gang nigeriana acquisiva pacchetti di codici di carte di credito da un’organizzazione ancora più vasta: codici di carte internazionali specie dagli Usa, carpiti con i modi più vari, dal phishing all’utilizzo di skimmer. Ogni codice ha un prezzo: per le carte con possibilità di spesa più elevata (le carte gold) il prezzo è maggiore. L’esperto e punto di riferimento del gruppo è Kola, il 32enne di Montevarchi, a  cui tutti portano rispetto per le sue conoscenze informatiche. I codici venivano poi «monetizzati» in due modi.

La merce online Un primo gruppo di nigeriani si occupava della merce online. I nigeriani si registravano con nomi e numeri telefonici fittizi a siti di vendita online e acquistavano merce con i numeri delle carte di credito clonate. Quando il corriere si recava all’indirizzo, per lo più a Gualdo Tadino, non trovava il destinatario e tornava in magazzino. Il giorno successivo si faceva vivo uno dei nigeriani che concordava un appuntamento per la consegna dei prodotti. La merce di ogni tipo (molti elettrodomestici) veniva stoccata in casa o in un negozio gestito dalla coppia e poi rivenduta. La polizia postale nel corso di perquisizioni ha sequestrato tantissimi prodotti, oltre ai computer usati dal gruppo. I soldi venivano ridistribuiti anche usando money transfer.

Le carte stampate Un altro gruppo di nigeriani trasferiva invece i codici su carte «vergini» fatte stampare ad hoc. Con carte «bianche» si effettuavano pagamenti fittizi in negozi complici, che ricevevano il denaro e lo dividevano. Con carte del tutto simili a quelle originali il gruppo, invece spendeva e spandeva: in pochi giorni arrivavano a spendere anche decine di migliaia di euro in negozi e centri commerciali soprattutto al Nord Italia: tutto in fretta prima che le carte venissero bloccate. Ecco allora spese folli come bottiglie di champagne da 800 euro, gioielli, abiti di lusso. Poi se la carta si bloccava loro sparivano e ricominciavano con altri numeri.

Le indagini proseguono La polizia postale e la procura proseguono ora le indagini: verranno scandagliati i pc sequestrati e messe in fila le denunce dei truffati. Il filone più interessante è senza dubbio quello del reperimento dei numeri delle carte di credito. Per questo verranno fatte rogatorie internazionali e si cercheranno i contatti con un’organizzazione molto più ampia e i cui componenti molto probabilmente hanno la pelle bianca e vestono in doppiopetto.

E poi qualcuno ha il coraggio di sostenere che gli immigrati rappresentano una “risorsa” per il paese. Al massimo riescono a sottrarre risorse e a renderci tutti più poveri. Milioni di euro sottratti alle aziende e ai cittadini per fare la bella vita, che scempio. Non bastava avere una pressione fiscale tra le più alte al mondo, dovevano anche arrivare gli immigrati a “succhiare il sangue” agli italiani.

http://www.umbria24.it/carte-credito-clonate-mondo-migliaia-truffati-sgominata-nigeriana/100148.html

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