Padova: follie dei magistrati. Sconti di pena e liberazioni, così gli immigrati tornano ad ammazzare

06-04-2012

Dopo il caso dell’Albanese[nbnote ]http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/padova-arrestato-per-linvestimento-di-mocolino-era-un-altro-ma-scoprono-che-trafficava-armi/[/nbnote], un altro arresto legato all’investimento Mocolino che porta alla scoperta del vergognoso stato in cui versa la Giustizia italiana.

Valentin Bacnasu, 35 anni, domiciliato a Rivoli (Torino), arrestato l’anno scorso dalla polizia ferroviaria al termine di una complicata indagine su una serie di furti alle biglietterie automatiche delle stazioni, finito anche lui nei guai per l’investimento del pensionato. Bacnasu, sottoposto a fermo perché sospettato di essere alla guida del Suv (in cella ha fatto il nome del guidatore), era stato bloccato nel marzo del 2011 a Borgoricco insieme a Dorinel Pintilie, 37 anni di Padova e a Adrian Zainea, 35 anni di Borgoricco, dopo che gli agenti qualche settimana prima avevano arrestato Eduard Vrinceanu, 21 anni e Costantin Dobos, 21 anni, perché fuggendo, avevano sfondato il casello di Settimo Torinese e speronato una volante della questura. Valentin Bacnasu ha ottenuto degli sconti, grazie ai quali è potuto uscire di cella.

Ma Bacnasu non è l’unico ad avere usufruito di vergognosi scnti di pena offerti da una magistratura corrota, mettendosi nuovamente nei guai. Anche nel caso dell’omicidio dell’Arcella, infatti, più di un protagonista era libero dopo essere stato arrestato in flagranza di reato o perché ricercato. E’ il caso, per esempio, del tunisino ferito in piazza Azzurri d’Italia, che era stato arrestato dalla polizia il 15 dicembre scorso perché destinatario di un’ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Sanremo. Spedito in carcere, il giovane (che fu trovato in una casa frequentata da clandestini in via Crescini, considerata il covo del ras dell’hashish di Borgomagno) è poi uscito, ricominciato a frequentare le amicizie coltivate prima di essere riconosciuto e arrestato.

E insieme ai suoi amici era arrivato all’Arcella in auto un’ora e mezza prima della sparatoria che ha ucciso Saber Labidi. I quattro tunisini, ubriachi, scesi dal mezzo avevano subito cominciato a dare fastidio. In un primo momento ad alcuni connazionali, che se ne sono andati. Poi a tre giovani dell’Est. Che non hanno gradito e hanno risposto per le rime. Un episodio questo che ha dato il là alla reazione rabbiosa ed esagerata del trio dell’Est che è ritornato in piazza dopo un’ora per ammazzare Saber Labidi. Quasi un’esecuzione la sua, ucciso mentre dormiva su una panchina.

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2012/04/06/news/investimento-e-omicidio-coinvolti-tre-stranieri-gia-condannati-ma-liberi-1.3781900

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