Nuovo disordini e distruzioni a Pozzallo: non vogliono essere espulsi

01-09-2012

Al centro di accoglienza di Pozzallo è di nuovo rivolta e danni agli arredi

Pozzallo – Ancora una rivolta al centro di accoglienza di Pozzallo. Dopo quella del 21 agosto scorso, un’altra protesta è stata messa in atto da un gruppo di venti persone, su cui pende un provvedimento di espulsione dal territorio italiano. La ribellione è scattata intorno alle 10 di stamani; doveva essere un sabato tranquillo al Cpa ed invece è esplosa la rabbia dei 60 tunisini trasferiti da Lampedusa che hanno cominciato a spaccare tutto quello che gli capitava davanti. Pugni e calci contro armadi, letti ed altro ancora; ci sono stati vetri rotti, qualcuno si è fatto male. In due hanno provato a scappare ma sono stati subito bloccati dalle forze dell’ordine. Sul posto sono arrivati rinforzi. Ad intervenire Polizia, Carabinieri e Vigili del Fuoco.

Almeno dieci del gruppo di immigrati sono stati posti in stato di fermo in attesa dei conseguenti provvedimenti. Per loro, probabilmente, come accaduto in altre occasioni simili, scatterà l’arresto. Al Cpa di Pozzallo erano rimasti in 38 dopo che 18 persone la scorsa settimana, erano state trasferite altrove. La rabbiosa protesta è scoppiata tra gli alloggi e il cortile della struttura; i tumulti hanno causato anche stavolta il ferimento di un poliziotto. Alla repressione attuata dalle Forze dell’ordine è seguita una fase di barricamento nei locali. Quattro agenti di polizia ed un carabiniere sono rimasti lievemente feriti.

La rivolta dopo circa un’ora e mezza di lavoro da parte di polizia e carabinieri è stata sedata. La situazione è, comunque, sotto controllo. Resta il grave problema all’interno della struttura. Gli ospiti del Cpa saranno tutti destinatari di un provvedimento di espulsione e la loro azione di protesta mira a prolungare la permanenza in Italia. Per queste persone, dopo aver atteso invano un permesso di soggiorno, è arrivata la decisione di respingimento in patria.

Questo secondo episodio spingerà le autorità competenti ad assumere urgenti provvedimenti per evitare che possano ripetersi altre pericolose rivolte. Il centro di Pozzallo non offre sufficienti garanzie per la sicurezza, come reclamato anche dai rappresentanti sindacali delle forze dell’ordine. Sarebbe il caso di valutarne seriamente la chiusura.

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